La provocazione di Micciché: “Riduciamoci lo stipendio a 2 euro” - QdS

La provocazione di Micciché: “Riduciamoci lo stipendio a 2 euro”

redazione web

La provocazione di Micciché: “Riduciamoci lo stipendio a 2 euro”

giovedì 09 Febbraio 2023

Polemica sul caso delle indennità dei deputati regionali. De Luca propone una norma “stoppa-aumenti”.

E adesso la querelle sugli stipendi dei deputati siciliani assume anche i toni della provocazione e del paradosso. Mentre, infatti, i vertici dell’Assemblea regionale stanno cercando un sistema per “neutralizzare” il meccanismo che prevede l’aseguamento delle indennità sulla base dell’inflazione, l’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché ha deciso di presentare un emendamento molto curioso.

“Considerato l’invito romano perentorio ricevuto dal Presidente dell’Assemblea regionale siciliana – si legge nella relazione tecnica all’emendamento – circa l’odg che eliminerebbe l’adeguamento Istat (come abbiamo anticipato in un articolo del Quotidiano di Sicilia, ndr) per i deputati regionali, ritengo che questa indicazione non sia solo necessaria ma, alla luce del particolare momento di difficoltà in cui versa la nostra Regione, appaia più probante mantenere inalterato l’adeguamento riducendo piuttosto la base di partenza da euro 11.100 ad euro 2,00”.

De Luca e la norma “blocca aumenti”

Ma, come detto, è partita la corsa per stoppare gli aumenti. E una proposta arriva anche dall’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca: “Abbiamo avuto modo di precisare – si legge in una nota dei due gruppi parlamentari che fanno capo all’ex primo cittadino messinese – che l’aumento in questione registratosi ogni anno dal 2015 in poi è legittimo in quanto consequenziale ad una norma di legge. E pur non facendo parte degli organi del parlamento, collegio dei questori e consiglio di presidenza, che ha avuto modo di discutere le singole voci del bilancio con il tempo necessario per valutarne anche il profilo dell’opportunità, non abbiamo voluto indossare gli abiti dei ‘pierini’.

Fare la gara oggi, dopo il clamore mediatico registrato, per disconoscere la paternità di questo aumento – prosegue la nota – è un festival al quale noi non intendiamo partecipare a differenza di come già stanno facendo alcuni colleghi e qualche gruppo parlamentare perché riteniamo che nella vita prima di ogni cosa bisogna essere uomini, e quindi riconoscere anche l’errore di valutazione che si è commesso. Un vecchio detto siciliano così recita: “I soddi mi fannu schifu, ma damminni nautra nticchia” (i soldi fanno schifo, ma dammene ancora un altro po’).

Se il parlamento ritiene di bloccare gli aumenti Istat proceda a votare nella finanziaria in discussione in queste ore l’emendamento predisposto dai gruppi parlamentari Sud chiama Nord e Sicilia Vera che il Governo regionale può presentare immediatamente in aula. L’emendamento in questione è molto semplice e così recita: “Il comma 2 dell’art. 2 della legge regionale 4 gennaio 2014 è abrogato”.

In definitiva per evitare l’aumento Istat delle indennità dei parlamentari non è necessario inventarsi progetti di utilità collettiva o farlocche e fantasiose forme di beneficenza, difficilmente verificabili, o peggio ancora presentare ordini del giorno in ossequio di direttive provenienti dall’alto da ambienti politici che tutto potrebbero fare tranne che dare lezione di morale. Si voti il nostro emendamento – si conclude la nota – così da mettere fine a questo festival dell’ipocrisia e della doppia morale”.

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