Stupro Palermo, lettera della vittima: "Non siamo sbagliate" - QdS

Stupro di Palermo, la lettera della vittima: “Non siamo noi sbagliate, non c’è rieducazione per violentatori”

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Stupro di Palermo, la lettera della vittima: “Non siamo noi sbagliate, non c’è rieducazione per violentatori”

Salvatore Rocca  |
lunedì 04 Settembre 2023

Parla la vittima dello stupro avvenuto al Foro Italico di Palermo: "Molte donne non denunciano per paure, serve legge più incisiva".

“Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire… ma perché privarci di uscire? Sono le bestie che si dovrebbero privare. Non siamo noi sbagliate, sono sbagliati certi uomini che purtroppo vedono ancora la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle”.

Inizia così la lettera scritta dalla 19enne vittima dello stupro avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo e inviata alla redazione della trasmissione televisiva Mediaset “Zona Bianca” che è stata pubblicata integralmente nel corso della puntata andata in onda domenica 3 settembre su Rete4.

“Molte donne hanno paura di denunciare”

“Molte donne – ha aggiunto la giovane – hanno paura di denunciare a volte per vergogna. Bisogna capire che non dobbiamo essere noi a vergognarci, ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso”. “Altre volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti, amici etc… com’è successo a me… inondata di minacce. Se ci fosse una protezione completa molte donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo, ma non è sempre così”, si legge ancora nella lettera della 19enne.

“Serve legge più incisiva”

La vittima, nella sua missiva, chiede inoltre pene più certe e severe contro il reato. “Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò. Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile. Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi venti prima di toccare una donna”.

“Poi – ha sottolineato ancora la vittima dello stupro del Foro Italico – resterebbero solo i maniaci che, purtroppo, essendo malati, gli importa della pena… la maggior parte della faccia è probabile che sparirebbe”.

“Come rieducare chi ha rovinato una ragazza?”

“Ho sentito parlare di ‘rieducazione’ per gli stupratori... ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza? Dopo che ha bruciato per sempre parti del carattere e della sfera sessuale di una persona?”, si domanda ancora la 19enne nel suo scritto. “Ora, ad esempio, se qualcuno provasse a toccarmi, io piangerei. Non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso”, si legge in conclusione.

Stupro di Palermo, restano in carcere gli indagati

Nei giorni scorsi la 19enne vittima dello stupro di gruppo avvenuto al Foro Italico di Palermo è stata costretta a trasferirsi in una comunità protetta fuori città. La giovane, tormentata dai numerosi commenti denigratori giunti a seguito della sua testimonianza, ha annunciato di voler denunciare gli autori delle diffamazioni.

Nel frattempo restano in carcere i sette indagati per la brutale violenza sessuale della notte del 7 luglio. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha respinto l’istanza di scarcerazione di uno dei giovani, così come avvenuto in precedenza per le richieste avanzate dagli altri indagati. Nel corso della settimana sono in programma le udienze di due componenti del gruppo che avrebbe abusato della giovane.

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