Tavolo di monitoraggio permanente sull’Isab: segnali positivi per il futuro del Polo industriale - QdS

Tavolo di monitoraggio permanente sull’Isab: segnali positivi per il futuro del Polo industriale

redazione

Tavolo di monitoraggio permanente sull’Isab: segnali positivi per il futuro del Polo industriale

venerdì 26 Maggio 2023

L’Assemblea pubblica di Confindustria Siracusa ha evidenziato la centralità del territorio per l’economia nazionale

“Sull’energia si fonda il cuore pulsante della nostra economia e quindi non possiamo permetterci di sbagliare nell’affrontare le sfide della transizione ecologica e della decarbonizzazione, percorso ineludibile e non rinviabile”. Queste le parole con cui il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, ha aperto la relazione dell’Assemblea pubblica che si è svolta nei giorni scorsi alla Irem.

Per Bivona è indispensabile “percorrere lo stesso cammino della coesione territoriale che ha portato al riconoscimento di sito di interesse strategico nazionale da parte del Governo Meloni. I nostri players internazionali sono in grado di riprendere il percorso della conversione dei propri processi, ma gli obiettivi della transizione ecologica andranno affrontati con il concetto della ‘neutralità tecnologica’, senza ideologie preconcette, consentendo di esplorare tutte le possibilità di conversione industriale quali idrogeno, cattura e riutilizzo co2, biocarburanti, economia circolare”.

“Occorre – ha aggiunto il presidente di Confindustria Siracusa – che la politica nazionale intervenga a livello europeo, per essere incentivante nei confronti di chi deve maggiormente investire e la politica regionale velocizzi e semplifichi i percorsi autorizzativi. Se la politica non aiuta il processo il rischio è la ‘desertificazione’, con impatti devastanti nel tessuto sociale regionale. È necessario un Tavolo permanente Imprese-Governo-Regione che governi i processi di transizione energetica visto che qui abbiamo imprese di interesse strategico nazionale”.

All’interno della relazione presentata, è stato sottolineato come la guerra in Ucraina continui a rappresentare “un fattore di forte instabilità per il quadro macroeconomico nazionale”. Come si legge nel documento, nel corso del 2022 a livello nazionale “la produzione industriale ha subito gli effetti dei costi elevati dell’energia e dell’indebolimento della domanda. Dopo l’espansione registrata nei primi sei mesi dell’anno, anche l’attività nel terziario ha rallentato la sua crescita. Le incertezze connesse con la prosecuzione del conflitto in Ucraina e con le condizioni finanziarie più restrittive hanno influenzato negativamente anche la spesa per investimenti. La crescita dell’occupazione, già discretamente sostenuta dalle numerose trasformazioni di contratti temporanei attivati durante il 2021, è proseguita nel 2022. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 7,9%, (in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto periodo precedente). Il calo riflette in buona parte la riduzione della popolazione in età da lavoro, non compensata dalla dinamica del tasso di partecipazione, che è lievemente aumentato solo nella fascia di età superiore ai 50 anni. Il tasso di attività della forza lavoro, dopo il minimo raggiunto durante la pandemia, è tornato ai livelli del 2019”.

Un quadro estremamente complesso, confermato anche dalle parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “La guerra in Ucraina – ha detto – ha messo in luce la fragilità del nostro sistema produttivo, soprattutto sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime. Mi riferisco, in particolare, all’aumento dei prezzi energetici. Questa guerra, i confini geopolitici e le tensioni crescenti hanno dimostrato che l’Europa rischia di essere un gigante dai piedi di argilla se non affronta il tema dell’indipendenza energetica e della differenziazione dell’approvvigionamento”.

“Siracusa e il suo territorio – ha aggiunto Bonomi – possono giocare un ruolo importante per far dell’Italia un hub energetico e strategico per l’Europa e l’occidente. C’è bisogno di mettere in campo investimenti infrastrutturali seri. Abbiamo fondi a disposizione che vanno spesi bene e non in progetti irrealizzabili e senza valore aggiunto”.

Un concetto ripreso anche dal vice presidente di Confindustria Alberto Marenghi, che ha sostenuto la necessità che si salvaguardi il grande patrimonio industriale, occupazionale e sociale del Polo industriale siracusano: “Il distretto di Siracusa – ha detto – è un nodo cruciale per il Paese perché al centro della catena di fornitura energetica nazionale, per il know–how tecnologico e l’enorme valore del capitale umano, ma anche per il posizionamento strategico al centro del Mediterraneo. Da sempre sosteniamo che su questa partita serve una visione comune e un’assunzione di responsabilità congiunta di Governo nazionale, Governo regionale, forze produttive e parti sociali in cui ciascuno svolga la sua parte. Siracusa può fare dell’Italia un hub energetico, strategico per l’Europa e tutto l’Occidente e svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica del Paese”.

E l’importanza dell’area siracusana all’interno dell’economia regionale è stata evidenziata anche all’interno della relazione presentata da Confindustria aretusea: “Il Valore aggiunto provinciale – si legge nel documento – contribuisce con l’8,2% alla formazione del Valore aggiunto regionale. L’andamento degli ultimi otto anni mostra l’andamento del Va provinciale in linea con quello regionale. Dopo l’incremento registrato nel triennio 2014-2017, c’è stata una progressiva riduzione fino al 2020. Nel 2021 Siracusa supera il Valore aggiunto prodotto nel 2019. A trainare la ripresa è soprattutto la performance del settore industriale”.

“Nel 2021 – viene sottolineato – il settore industriale contribuisce per il 56,6% alla formazione del valore aggiunto totale delle attività produttive. Tutti i settori dell’economia hanno registrato una crescita significativa nel 2021 a confronto con il 2020 in linea con la regione e il dato nazionale, fornendo un segnale importante di ripresa dalla pandemia. Il settore industriale in senso stretto ha registrato una dinamica di crescita spiccata (+66%), seguita dal settore delle costruzioni (+26,1% ) e dal settore agricolo (+ 10,4%). Il settore industriale nel suo complesso (industria, costruzioni e servizi industriali) nel 2021 ha registrato 2.600 milioni di Valore aggiunto. Il settore, in provincia, nel 2021 è cresciuto poco più della media nazionale (+16,5% contro +10,1%) registrando un livello di attività più elevato rispetto al 2019. Un forte balzo in avanti è stato registrato anche dal settore delle costruzioni (+26,9%). Il settore dei servizi nonostante il recupero del 7% segnato soprattutto nella stagione estiva, sconta una maggiore vulnerabilità alle restrizioni di mobilità dovute alla pandemia, in particolare nell’ambito dei trasporti, servizi ricettivi e di ristorazione. Il settore primario si allinea alla scia della grande ripresa totalizzando un + 10,4% rispetto all’anno precedente e supera i livelli pre-pandemia”.

L’economia siracusana è quindi strategica sia in ambito regionale che nazionale e in questo senso si può leggere l’impegno del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il quale ha confermato l’intenzione del Governo di lavorare con determinazione sul tema strategico dell’economia provinciale, fortemente legata al Polo industriale. “Vogliamo fare della Sicilia – ha affermato – la Silicon Valley europea, capace di competere a livello globale nella sfida della doppia transizione, ecologica e digitale, a partire dal grande tema degli approvvigionamenti energetici. Presenterò una legge quadro sul Made in Italy in cui affronteremo i nodi del nostro sistema produttivo anche attraverso la creazione di un fondo sovrano che investa sulle filiere del made in Italy, con normative che ci consentano di affrontare la sostenibilità delle imprese”.

In occasione della dell’Assemblea pubblica organizzata da Confindustria Siracusa si sono alternati i relatori delle due tavole rotonde, moderate da Sebastiano Barisoni (vice direttore esecutivo di Radio24 e il Sole 24 Ore) i quali si sono confrontati sullo scenario energetico e il sostegno agli investimenti per le imprese. Tra gli interventi quelli di Claudio Spinaci, presidente di Unem, Aurelio Regina, presidente del gruppo tecnico Energia di Confindustria, Mario Pagliaro del Cnr Sicilia e Academia Europaea, Salvatore Malandrino, general manager Sicilia di Unicredit.

Le prospettive dei principali player del Polo industriale di Siracusa sono state invece al centro della seconda tavola rotonda, che ha visto partecipare Rosario Pistorio, ad Sonatrach Raffineria italiana, Angelo Taraborrelli presidente di Isab, Paolo Baldrati direttore industriale Versalis, Sergio Corso vp program director sustainability Sasol Italy e Renato Sturani chief operating officer Erg.

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