Il Terzo Polo trapanese: “Più Europa nei territori” - QdS

Il Terzo Polo trapanese: “Più Europa nei territori”

Vito Manca

Il Terzo Polo trapanese: “Più Europa nei territori”

sabato 31 Dicembre 2022

Le priorità del coordinatore Sugameli: “Dobbiamo difendere il lavoro e non certo con il Reddito di Cittadinanza. Sul recupero ambientale no allo scontro ideologico, serve proposta programmatica”

TRAPANI – A tutta Europa, perché “rappresenta la frontiera più avanzata del mondo in termini di diritti, democrazia, cultura, storia e ricchezza pro capite”. Ma per esserci e per avere un ruolo di primo piano è necessario uno strumento di lavoro: un partito autenticamente europeista come “Renew Europe di Emmanuel Macron, che nasce nel 2019 con una grande alleanza tra liberali e democratici, che già conta 101 deputati, ed è il terzo gruppo nel Parlamento europeo dopo il Partito Popolare ed i Socialisti”.

Mario Sugameli considera il Terzo Polo (Italia Viva ed Azione) la sezione italiana di questo progetto ed ha dato la sua disponibilità a parteciparvi. Fiducia ricompensata con la nomina a coordinatore provinciale di Italia Viva. Meglio, a co-coordinatore. “I coordinatori provinciali e comunali per statuto – spiega il dirigente di IV trapanese – sono due persone di genere diverso. A Trapani sono stato nominato coordinatore insieme all’amica Antonina Grillo. Lavoriamo per costruire una rete di presenze in tutti i Comuni. Partendo dal territorio puntiamo a far nascere una grande comunità politica che condivide una storia di successo, che parla di serietà, competenza, opportunità, merito. C’è un grande spazio fuori dalle proposizioni ideologiche e di appartenenza, e noi lo vogliamo occupare. Presto ci saranno i coordinamenti comunali”.

Europa, Macron… Proviamo a volare più basso. Altrimenti c’è il rischio di fermarsi ai massimi sistemi e di essere poco legati alle realtà dei territori che continueranno a rimanere marginali.
“Non c’è questo rischio perché si tratta di questioni concrete che entrano nelle case di ogni cittadino, di ognuno di noi. Oggi Renew è al centro della politica europea e delle grandi battaglie per lo Stato di diritto, l’ambiente, la transizione ecologica e la trasformazione digitale. Stato di diritto che veniva considerato una condizione quasi naturale, uno status acquisito dei Paesi avanzati, e che è invece tornato, dopo il 24 febbraio, con l’invasione della Russia in Ucraina, un tema di grande attualità in Europa e nel mondo. Questa terribile ed incredibile esperienza ci ricorda che la democrazia è un po’ come l’aria che respiriamo. Ce ne accorgiamo solo quando scarseggia e ci ricorda che solo un’Europa unita, coesa politicamente e forte può reggere allo scontro tra civiltà occidentali democratiche e le autarchie”.

Renew in Europa, Terzo Polo in Italia. Ma per fare cosa?
“Per attuare una Scelta. è la nostra sigla e sta per salute, cultura, Europa, lavoro, territorio ed ambiente. Anche in questo caso non si tratta di massimi sistemi ma di politica concreta. La salute riguarda tutti ed appartiene a tutti. Noi diciamo serve il Mes perché bisogna investire. Non ridurre le liste d’attesa è immorale oltre che indecente e noi meridionali, noi trapanesi ne sappiamo qualcosa. Del resto, se si vuole combattere la povertà si parte dalla salute e non dal reddito di cittadinanza. Per introdurre il principio di uguaglianza nella salute ci sono 37 miliardi del Mes. Cultura è scuola, università, merito. Chi viene in Italia e fa un ciclo di studi è ovvio che debba essere considerato italiano. Quanti casi possiamo annoverare nelle nostre realtà? Poi ancora Europa con la nostra proposta dell’elezione diretta del Presidente della Commissione. Ma qui mi fermo per non incorrere nella critica dei massimi sistemi. Passo alla lettera l, che sta per lavoro. Bisogna difenderlo e non certo con il reddito di cittadinanza ma creando le condizioni per consentire a domanda ed offerta di trovare un punto di equilibrio che sia favorevole ai lavoratori ed alle imprese. C’è poi la questione ambientale, la salvaguardia del territorio. I nostri sono a rischio idrogeologico, spesso sono stati sfruttati male. Ma il confronto sul recupero ambientale non può essere lasciato allo scontro ideologico, senza invece una proposta programmatica. La quinta lettera della nostra Scelta è legata alla a di avvenire, perché il futuro di una comunità va costruito, non certo subito”.

Planiamo politicamente sulla sua Valderice. L’anno prossimo si vota. è stato tra i più convinti sostenitori del sindaco uscente Francesco Stabile. A proposito di scelta. è pronto a sostenere una sua ricandidatura?
“Cinque anni sono pochi per completare il programma politico amministrativo di un sindaco. Siamo dell’idea che Stabile debba ricandidarsi per portare avanti le progettualità iniziate e per raggiungere gli obiettivi che ancora non sono stati raggiunti. Nella valutazione complessiva dobbiamo considerare la condizione di precarietà in cui versano gli enti locali meridionali, e soprattutto, dall’inizio del 2020, tutte le attività, quindi anche i procedimenti amministrativi hanno subito un rallentamento e in molti casi si sono fermati per effetto della pandemia. Vogliamo rilanciare la proposta del sindaco Stabile e vogliamo anche condividere un metodo per sostenere meglio l’azione amministrativa”.

Stabile è stato eletto con il sistema maggioritario ed il gruppo di Sugameli – Popolari per Valderice, prima dell’adesione ad Italia Viva – ha espresso il vicesindaco Giuseppe Martinico e l’assessora Anna Maria Mazzara, sostenuti in aula dai consiglieri Giuseppe Parrinello e Maria Giovanna Tobia.

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