Tiziano Ferro torna in Sicilia: "A nudo sul palco" - QdS

Tiziano Ferro torna in Sicilia: “A nudo sul palco”

redazione

Tiziano Ferro torna in Sicilia: “A nudo sul palco”

Gino Morabito  |
giovedì 22 Giugno 2023

Grande attesa per il ritorno in Sicilia il 4 luglio a Messina, tra canzoni ormai diventate classici e nuove sonorità. "La scena e gli applausi mi fanno sentire vivo"

ROMA – Un introverso che ha scelto una maniera estremamente estroversa per esprimersi, portando in tour la sua vita. Tanta gavetta, caparbietà, profondo rispetto del pubblico e, in vent’anni di carriera, le canzoni di Tiziano Ferro sono diventate dei veri e propri “classici”. Sarà live il 4 luglio allo stadio San Filippo di Messina, per un evento organizzato da Carmelo Costa e Musica da Bere. Abbiamo avuto la possibilità di fargli qualche domanda sui concerti in giro per l’Italia in attesa del suo prossimo ritorno nell’Isola.

Questo non è il tour di un disco. Partiamo da qui…
“È una cosa nuova e per questo ho voluto chiamarlo 2023. È il tour del ritrovamento di me stesso, ma anche del ritorno in un mondo, in cui nel frattempo è cambiato tutto”.

Eppure, ti dicono sempre non cambiare mai…
“A ventidue anni non sapevo neanche chi fossi. Se dici a un ragazzo di vent’anni di non cambiare gli seghi le gambe, invece questo tsunami che è arrivato nella mia vita, le canzoni, le persone, voglio pensare che mi abbiano cambiato in meglio. Quindi tornare a cantare delle canzoni che ho scritto anche a sedici-diciassette anni e vedere che prendono forma e diventano qualcosa di sempre nuovo, penso sia la vera magia della musica”.

Sul palco ti senti una persona nuova?
“Migliorato? Non lo so. Peggiorato sicuramente anche un po’. Una cosa non è mai cambiata, questo affetto per la cosa più antica al mondo: mettersi a nudo sul palco. Entrare in scena e ricevere l’applauso mi tiene vivo”.

I cori sono la dimostrazione d’amore più concreta che un artista possa ricevere. Cosa c’è dentro?
“Divertimento, memoria, amore. C’è la mia storia. Perché ho scritto le canzoni per raccontare la mia storia, ma dopo più di vent’anni, è diventata la storia di chi quelle canzoni le ha ascoltate e ha scelto di farle proprie. A me questo regala la vita, quei cori”.

Non hai mai nascosto nulla, soprattutto il dolore. La verità ci renderà liberi?
“Negli stadi si crea una grande intimità che non è una questione di quanti siamo ma di quanto ci diciamo la verità, di quanto vera sia quella verità. E poi nascondere le cose è faticoso. Credo sia più complesso non esporsi, perché creare una versione alternativa di sé stesso è un marchingegno orrendo. E, ogni volta che ho collezionato un pezzo nuovo di me, l’ho condiviso”.

Lo stato d’animo è quello della speranza e dei buoni propositi. Una liturgia celebrata su di un palco molto rischioso, senza protezioni: non ha quinte e neanche un angolo per nascondersi. Solo la musica nuda?
“Lo spettacolo inizia senza nulla. Dopo sei anni volevo riprendere il discorso con le persone per dire che sono tornato perché ci sono le canzoni e perché ci sono loro. Non servono le luci, non servono grandi ritrovati tecnologici per fare un concerto. Quelli poi sono belli e divertenti, con uno schermo così grande che i colori arrivano veramente in faccia. Ma la musica e le canzoni potrebbero succedere anche senza tutto il resto”.

Da “Xdono” a “Destinazione mare”, com’è avvenuto il cambiamento umano e artistico di Tiziano Ferro?
“È avvenuto in maniera coerente a ciò che sono per natura: un introverso che ha scelto una maniera estremamente estroversa per esprimersi, che è la scrittura e la canzone pop. Mi sento integro dal punto di vista dei valori, continuando ad essere una persona che ha sempre avuto curiosità nello scoprire gli esseri umani. Mi piace la gentilezza; mi piace guardare, osservare, ascoltare. Nel tempo sono successe tante cose che mi hanno aiutato ad aumentare la percezione di questi sentimenti e provo a raccontarli ancora”.

Le tue canzoni sono diventate dei veri e propri “classici”. Quali non possono mai mancare in scaletta?
“Per me i classici sono classici e non si toccano. ‘Sere nere’ è una canzone che ha cambiato la mia vita e la percezione del mio percorso artistico, e credo che non sarà mai assente da una scaletta di un mio concerto. Anche ‘Non me lo so spiegare’ sicuramente. Però ci sono delle canzoni nuove che sono entrate in maniera prepotente nelle preferenze speciali del pubblico, pur non avendo avuto il tempo per diventare un classico, come per esempio ‘Accetto miracoli’. Infatti, l’ho scelto come brano di apertura dei concerti perché è riuscito a entrare nel cuore delle persone senza che sia mai riuscito a cantarlo dal vivo. E sarà la mia maniera per dire ‘Ciao, benvenuti, bentornati’”.

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