Trump condannato, ma la storia continua - QdS

Trump condannato, ma la storia continua

Carlo Alberto Tregua

Trump condannato, ma la storia continua

venerdì 07 Giugno 2024

Se eletto non processabile

Alvin Bragg è il primo procuratore distrettuale di Manhattan afroamericano, eletto dai democratici.
Com’è noto, i procuratori distrettuali negli Stati Uniti non vengono considerati magistrati come in Italia, ma titolari dell’accusa in rappresentanza della comunità che li elegge. Nel caso di Bragg, il popolo che lo ha eletto è quello democratico, cioè avversario politico di Donald Trump.
Juan Merchan, giudice della Corte suprema dal 2009, è stato nominato in quel consesso da Barack Obama, un democratico.

Senza fare voli pindarici, non possiamo non rilevare che sia il procuratore distrettuale che il giudice del Tribunale sono avversari politici di Trump. Vero è, però, che la Giuria è formata da dodici cittadini/e americani/e, civili, i/le quali, a loro insindacabile giudizio, valutano se l’imputato è innocente o colpevole. Il verdetto dev’essere raggiunto all’unanimità da tale Giuria. In caso contrario, dopo un certo periodo, il giudice manda a casa i giurati. Entro il 12 luglio valuterà la pena da comminare a Trump.

La pena oscilla tra i cinquemila dollari e i quattro anni di galera. Quasi nessuno ipotizza il minimo e il massimo della stessa, perché giocano tanti fattori, al di là dell’oggetto del giudizio penale.
Una cosa è certa, però, e cioè che il processo non si fermerà qui, perché Trump farà ricorso in secondo grado e quel verdetto arriverà con alta probabilità dopo il 5 novembre, fatidica data in cui verrà eletto il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti. La conseguenza è che qualunque sia la pena a carico di Trump, essa non avrà esecuzione.

Se poi il Tycoon dovesse essere eletto, il processo decadrebbe perché il presidente degli Stati Uniti non ne può subire alcuno. Per contro, può essere accusato e quindi entrare nelle forche caudine dell’impeachment, al termine del quale il presidente, se dichiarato colpevole, viene destituito.
Vogliamo ricordare che Richard Nixon, a seguito della famosa inchiesta del Washington Post sul cosiddetto scandalo Watergate – promossa dai reporter Bob Woodward e Carl Bernstein – si dimise, per non subire l’impeachment, nel 1974.

La questione che si pongono in molti è se il processo a Trump aiuti la campagna elettorale del miliardario americano o lo danneggi. A parere di molti la sua abilità di apparire vittima dei nemici democratici gli ha procurato nuove simpatie e un contributo finanziario di ben trentacinque milioni di dollari raccolti in pochi giorni.
D’altra parte, sembra che abbia perso simpatie di quei repubblicani che non amano sentire le storie come quella che è occorsa a Trump e alla pornostar Stormy Daniels nel 2016, quando il Tycoon venne condannato.

Man mano che ci si muove verso l’estate, si avvicina il momento in cui vi sarà l’elezione di primo grado, vale a dire quella dei delegati, repubblicani e democratici. Sono proprio questi che poi nelle elezioni di secondo grado eleggeranno definitivamente il presidente degli Stati Uniti.
Questo meccanismo a due livelli presenta un difetto e cioè che i delegati prendono tutto o niente, per cui i voti perdenti non vengono contabilizzati.

Qual è la conseguenza di questa legge elettorale? Che qualche volta i presidenti vengono eletti con un numero di votanti minoritari rispetto a quelli di maggior numero che hanno votato il perdente.
Comunque sia, questa è la legge e fino a oggi tutti i presidenti degli Stati Uniti sono stati eletti ogni quattro anni regolarmente, anche in caso di morte o destituzione dell’eletto perché gli subentra automaticamente in tutte le funzioni il vice presidente.

Cosicché, la fatidica data del 20 gennaio dell’anno seguente non è mai stata spostata di un solo giorno. In quell’occasione, l’eletto giura sulla Bibbia la fedeltà al Popolo americano e alla sua Costituzione.
Dunque, egli diventa l’uomo più potente del mondo e quello che, ricordiamolo, porta sempre con sè la valigetta con i codici che attivano le armi nucleari: un’immensa responsabilità nelle mani di una sola persona.
La più antica democrazia del mondo, con tutti i suoi difetti, funziona e produce il più alto Pil del mondo. Altro che inutili chiacchiere.

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