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Turismo, la Sicilia oltre il Covid riparte dai turisti stranieri

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Turismo, la Sicilia oltre il Covid riparte dai turisti stranieri

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giovedì 02 Settembre 2021

L’estate 2021 si avvia verso la conclusione, tra le speranze legate alle vaccinazioni e nuovi limiti. Tracciano un bilancio Christian Del Bono, Giovanni Ruggieri e Salvatore Barolotta.

L’estate
2021 si avvia verso la conclusione, tra le speranze legate alle vaccinazioni e
i limiti imposti dall’emergenza sanitaria.

Abbiamo
chiesto ad alcuni rappresentanti del comparto di tracciare un bilancio di
questa stagione e su cosa occorre puntare per rilanciare il settore nel periodo
autunnale e invernale o comunque nei mesi avvenire.

Iniziamo
con i dati dell’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart), che, come
riporta un comunicato della Regione Siciliana, indicano un aumento dei turisti
stranieri a luglio di quest’anno di circa il 110% rispetto allo stesso mese del
2020 e a giugno addirittura di quasi il 500% rispetto all’anno scorso; gli
arrivi dei vacanzieri italiani, inoltre, hanno recuperato i livelli pre-Covid,
facendo registrare a luglio una crescita del 6% sullo stesso mese
del 2019, anno record del turismo nell’Isola.

Il
confronto tra l’estate 2021 e quella del 2020 vede tutti i numeri in crescita,
come prevedibile vista la crisi nera causata dalla pandemia l’anno scorso, ma è
andato ben oltre le previsioni. In dettaglio, a giugno complessivamente
c’è stata un’impennata del 74% negli arrivi (185.642) e del 125% nelle presenze
(548.577).

Gli
italiani arrivati in Sicilia (151.907) sono aumentati del 53% e le presenze
(425.242) in media del 97%. Gli arrivi degli stranieri (33.735) hanno
registrato un +470% e le presenze (123.335) una crescita del 540%.

In
salita anche i dati di luglio rispetto a un anno fa: per gli italiani +15% gli
arrivi (390.890) e +28% le presenze (1.250.116); per gli stranieri +109% gli
arrivi (133.240) e un conseguente incremento del 107% delle presenze (466.276).

In
raffronto al 2019 c’è da annotare il dato di luglio, con gli arrivi italiani superiori
del 6% rispetto a quelli dello stesso mese di due anni fa e una piccola
flessione delle presenze, pari al 3,6%.

Complessivamente,
tra connazionali e turisti esteri, a luglio ci sono stati un 22% di arrivi in
meno e il 31% di presenze in meno. I dati, come riporta ancora il comunicato
della Regione Siciliana, provengono dalle rilevazioni Turistat relative ai
primi due mesi dell’estate: sono state circa due milioni e trecentomila le
presenze complessive sull’Isola nelle strutture alberghiere ed extralberghiere.

Ad
agosto, inoltre, la tendenza è verso il tutto esaurito, anche se le conferme
potranno arrivare dopo fine mese.                                

“Se
guardiamo al 2019, anno in cui non c’era ancora la pandemia – commenta
l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina – c’è ancora terreno da
recuperare, ma i dati di luglio 2021 sono confortanti. Gli italiani che hanno
scelto di trascorrere le vacanze in Sicilia sono di più di due anni fa.
All’appello mancano ancora due terzi degli stranieri, certo, dipende molto
dalla situazione internazionale, ma siamo sulla strada giusta.

Gli
incentivi e le promozioni lanciati dal governo Musumeci con il progetto “See
Sicily” stanno contribuendo a far tornare i turisti nella nostra Isola. Stiamo
pianificando ulteriori azioni di promozione, puntiamo a destagionalizzare,
allungare la stagione e promuovere settori specifici come il turismo sportivo.
Intanto – conclude Messina – attendiamo con fiducia i dati di agosto per avere
un quadro ancora più definito e tracciare un primo bilancio di questa estate.
La collocazione dell’Isola in zona gialla da lunedì 30 agosto non dovrebbe
influire su questo trend di crescita”.

“Il bilancio di questa stagione estiva,
dalla riapertura in avanti, è senz’altro positivo perché le isole sono
risultate ancora più richieste dello scorso anno. – afferma Christian Del
Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie
e Isole minori Sicilia –
Anche se ad aprile, maggio e in parte a giugno non abbiamo potuto lavorare,
dalla seconda metà di giugno in avanti i flussi sono stati di tutto riguardo;
luglio e agosto sono stati addirittura migliori rispetto al 2019.

Anche per settembre il volume di
prenotazioni in essere è molto consistente (tutto poi dipende dagli eventi e
dalle notizie che creano un certo allarmismo) con dei numeri in crescita
rispetto allo scorso anno – quando invece a settembre si era registrato un
vistoso calo – ed in linea con il 2019. Quest’anno invece, dato anche il fatto
che diversi operatori turistici hanno spostato la loro programmazione di
aprile, maggio e parte di giugno in settembre, il mese sembra ottimo così come
la prima metà di ottobre.

Ripeto – prosegue Del Bono – dipende
anche dalle notizie che arrivano e dall’andamento della pandemia; noi comunque
contiamo di massimizzare fino ad ottobre perché dopo la stagione chiude e
dovremo attendere, nel migliore dei casi, la primavera, quando speriamo di
poter riaprire i battenti.

Purtroppo, le stagioni accorciate non
ci consentono né di programmare adeguatamente l’offerta né di programmare
opportunamente gli investimenti; parlo ovviamente di aziende medie e piccole ma
organizzate, che hanno tanti dipendenti ed è quindi chiaro che necessitino di
organizzazione e programmazione. Oltretutto quest’anno abbiamo anche dovuto
fare i conti con le difficoltà connesse al reperimento di risorse umane
qualificate, soprattutto per i mesi di luglio e agosto; complici – conclude
Cristian Del Bono – anche le distorsioni create dal reddito di cittadinanza ed
un suo improprio utilizzo”.                                                        
                                 

“La stagione è stata positiva sia per
quel che riguarda i turisti nazionali che per il mercato domestico. –
sottolinea Giovanni Ruggieri, presidente dell’Osservatorio sul
turismo dell’economia delle isole
– Non ci aspettavamo una componente
straniera che invece c’è stata anche se non elevata in termini di composizione
percentuale e prosegue nonostante gli allarmismi delle ultime settimane.

Occorre considerare due fattori: la
riduzione dei posti in aereo e le limitazioni alla mobilità anche se stavolta
organizzate attraverso una certificazione. Rimane, come l’estate scorsa, la
componente extra-alberghiera cha ha avuto di gran lunga un incremento rispetto
a quella alberghiera dove si registra comunque una riduzione dell’offerta
causata dal fatto che alcune strutture non hanno aperto.

Per l’autunno e l’inverno – sottolinea
Ruggieri – c’è da fare un discorso diverso perché ritornano le restrizioni e
dagli Stati Uniti vengono ancora bloccati i viaggi verso l’Italia e quindi non
prevediamo un aumento dei numeri rispetto all’anno scorso.

L’allarme riguarda, in modo particolare
proprio la Sicilia, quindi, l’invito è quello di preparare in anticipo la
prossima stagione, aprire immediatamente le prenotazioni per i prossimi due
anni, 2022 e 2023, innovare e investire sulla formazione.

Ricordo che il Piano nazionale della
ripartenza e resilienza, prevede interessanti interventi sul turismo e questo
sarà lo scenario sul quale si dovrà lavorare insieme in Sicilia, come nelle
altre regioni italiane, proprio per programmare e progettare un turismo che
sarà nuovo nelle regole, nelle forme, nelle modalità, nella struttura,
nell’articolazione industriale e non industriale. Ci vuole appunto uno sforzo
per una programmazione nuova”.

Ed è la volta adesso di Salvatore Bartolotta, presidente Ats de “I Borghi più belli d’Italia in Sicilia” e coordinatore regionale per la Sicilia della stessa associazione.

“Per rilanciare il turismo dei
borghi, quest’estate abbiamo organizzato un corollario
composito di attività culturali, religiose, enogastronomiche, musicali,
storiche ed artistiche. Queste hanno contribuito a definire una propria offerta
isolana nell’ambito di specifici segmenti turistici, esperienziali,
relazionali, di prossimità, naturalistici, culturali, religiosi, genealogici o
delle radici”.

“Il turista si è trovato di fronte una Sicilia
che non ti aspetti, un territorio diversificato composto da Borghi disseminati in
vari angoli della Trinacria, dell’entroterra che ti permette di esplorare
un paesaggio vasto che passa attraverso i monti dei Peloritani, dei
Nebrodi, dell’Etna, degli Iblei, delle Madonie per finire per
ritornare verso panorami marini quali Cefalù”.

E’ vero, – continua Bartolotta – i dati statistici di quest’ultima
stagione hanno evidenziato flussi turistici esponenziali rispetto agli anni
antecedenti, un crescendo di nuovi vacanzieri, viaggiatori che hanno scelto i
nostri borghi classificandoci tra il secondo ed il terzo segmento turistico
regionale. L’aumento dei contagi al coronavirus – ha concluso il coordinatore
dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia – ha obbligato i Sindaci a dover
sospendere le manifestazioni estive nei Borghi siciliani ma questo non sta
impedendo gli amministratori locali di impegnarsi nella futura programmazione
autunnale ed invernale”.

Roberto Pelos

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