Tutto possibile, niente impossibile - QdS

Tutto possibile, niente impossibile

Pino Grimaldi

Tutto possibile, niente impossibile

sabato 25 Novembre 2023

Quando sul pianeta Terra apparvero i “primari” – 500 milioni di anni fa – nessuno avrebbe potuto immaginare o contestualizzare quale generazione futura o regredita si sarebbe sviluppata o se altre ne sarebbero venute fuori e come e quando. Un quasi tempo felice fatto di ognimiranza totale che via via nel corso dei milionesimi d’ani futuri, si sarebbe potuto, o non, avere.
Né altro del futuro che iniziava il suo percorso fisicamente ignoto, avrebbe mai potuto credere a come quelle particelle quasi infinitesimali avrebbero potuto dare luogo a quel “ creato” che oggi dopo sia pur tanto tempo affascina stordisce impaurisce, ci interroga.

Ecco la meraviglia della scienza che se pur per una molta parte di persone è il frutto di un divenire progettato, strutturato,realizzato da una potenza superiore (da molti chiamato DIO ente nel quale tutto si condensa) perché a leggere di testi antichi tutto è già condensato e pronto alla operatività, tuttavia anche per l’Essere creatore e di fatto donatore del creato e ogni giorno una sorpresa vederlo realizzare: il mistero del creato, dell’essere, del divenire, dell’adattarsi e di sapere, tempo per tempo avere già per una estrapolazione automatica il dopo che segue a quanto già avvenuto.

La storia della cosiddetta umanità – dunque nel senso più vasto del creato – è un artefatto di altissimo valore pur potendo di volta in volta adattarsi al divenire dei tempi, conseguenti, ma anche non tale in un manufatto che è in continuo cambiamento pur non con elementi di novità strutturali.
Conoscono tutto questo ben ordinato guazzabuglio gli scienziati che seguendo con grande intuito ma anche con grande pazienza il divenire fisicoantroposociologico di un entità che per molti era solo “ VERBO”, poi concretizzatesi passo dopo passo verso il corpo carnale ed armonizzatesi nel costrutto che ormai da diecine di milioni di anni in continuo differente progresso agita le sorti di questo eccentrico pianeta chiamato terra.

Tutto ciò, in estremamente breve, ma non offensivo,scientificamente per sanzionare inequivocabilmente che ciò che cade sotto i nostri sensi non é vero poiché ha già avuto il tempo (materiale) di essere stato “prius in intellectu” come la filosofia e parte della scienza ha insegnato nei secoli passati.
Non che non sia vero ma perché nel “VERBO” era già tutto incluso, compreso, previsto in un escamotage temporo-spaziale ineludibile.

La giusta, logica meraviglia che a partire da circa 55 milioni ad oggi viene suscitata dalle cosiddette scoperte scientifiche non attiene ad essa per la conoscenza del nostro “io”, ma in assoluto è un volgersi ineluttabile di tempi geofisicoastronomici che hanno già in sé un prodotto finito: per ogni singolo quantistico tempo ed per ogni struttura apparente.

Parlare dunque di differenze geo-ancestrali, come si tende oggi a volersi dimostrare, è solo il frutto di una nostra tombola che ciascuno di noi e le comunità hanno organizzato e continuano per diversificare nella gioia del creato creabile ciò che, appunto, appare ai nostri sensi ed al nostro intelletto.
Stupisce dunque non “in the common gens” il modus di interpretazione ed accettazione dei fenomeni bio naturali, ma conferma day by day i progetti che con arroganza culturale designano lo svolgersi del tutto.
Vale quanto detto per le cosiddette e varie “rivoluzioni”, dalle tecnologiche alle antropoculturali, dalle religiose alle socio economiche dalle belliche alle meno importanti variazioni di moda e di costume e di comportamenti filo genetici.

In altre parole il vecchio detto di LAVOISIER: “tutto passa nulla muore tutto si trasforma.

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