Tv via internet, nel 2021 sarà la più diffusa - QdS

Tv via internet, nel 2021 sarà la più diffusa

Marco Carlino

Tv via internet, nel 2021 sarà la più diffusa

martedì 14 Aprile 2020

Report dell’Area studi Mediobanca: la broadband tv raggiungerà 9,2 mln di abitazioni (+25%). Il settore televisione e radio nel 2018 ha registrato un giro d’affari di 9 miliardi di €

CATANIA – Il prossimo anno avverrà lo storico sorpasso della tv via internet sul digitale terrestre. Questo è ciò che emerge dal report dell’Area Studi Mediobanca. Secondo le previsioni ITMedia Consulting, infatti, nel 2021 la Broadband TV (TV tramite internet) diventerà la piattaforma leader per diffusione in Italia superando anche il Digitale terrestre e raggiungendo 9,2 milioni di abitazioni rispetto ai 5,9 milioni del 2019, con tasso annuo di crescita composto del 25%.

Parliamo di un traguardo che vedrà scendere notevolmente sotto il 90% dei ricavi totali televisivi nazionali la quota dei tre maggiori operatori. Grazie soprattutto – spiega Mediobanca – a fusioni, acquisizioni e alleanze, si prevede poi che il mercato VOD (video on demand) in Europa Occidentale supererà nel 2022 quota dieci miliardi di euro di giro d’affari totale, con tassi di crescita a doppia cifra (+12%). A livello più ampio, la TV continuerà a essere il principale canale ma, per contenere l’avanzata dei servizi OTT (over the top), è prevedibile prosegua il consolidamento del settore, come testimonia il progetto “pan-europeo” di Mediaset finalizzato a integrare il mercato italiano e quello spagnolo.

Mentre la televisione rimane il canale di informazione e intrattenimento preferito dagli italiani, con un consumo medio giornaliero a persona di circa quattro ore, I servizi via internet continuano a crescere, con Amazon, proprietaria di Prime Video, intenzionata a investire nella produzione di nuovi contenuti italiani e Disney che ha lanciato in Italia il 24 marzo scorso la piattaforma streaming Disney+. L’accrescere di nuovi contenuti renderà, inoltre, fondamentale il ruolo degli aggregatori e da questo punto di vista Sky Italia e TIM sembrano essere avvantaggiate sulla concorrenza.

Sempre secondo il report di Mediobanca, nel 2018 Il settore “televisione e radio” in Italia ha registrato un giro d’affari di nove miliardi di euro, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2017. L’incremento riguarda sia la Tv in chiaro (4,8 miliardi; +0,4%), sia la Tv a pagamento (3,5 miliardi; +2,9%) e anche e soprattutto, la radio (0,7 miliardi; +6,7%). Stabile, invece, il peso del comparto sul Pil nazionale, pari allo 0,5%. Il mercato radiotelevisivo si conferma, inoltre, fortemente concentrato, con i tre operatori principali (Rai, Mediaset e Sky Italia) che detengono congiuntamente il 90% circa dei ricavi televisivi totali.

A livello europeo il mercato televisivo ci dice che la Germania primeggia sui ricavi della TV pubblica per abitante: 105 euro per ogni tedesco, l’Italia, però, si distingue per redditività industriale: la nostra TV pubblica, infatti, è l’unica col segno positivo in Europa, con un ebit margin del 2,6%.

E a proposito di tv pubblica, l’Italia risulta essere anche il Paese con il canone più basso fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media europea (0,25 euro al giorno per abbonato contro una media europea di 0,372 euro). E non solo: dal 2015 al 2019, a livello continentale, solo l’Italia ha ridotto la tassa sulla tv.

Nel 2019 la quota del canone ordinario incassata dalla Rai è stata pari a circa l’83% del totale (percentuale inferiore alla media europea dell’89,5%), ovvero 74,4 dei 90 euro pagati annualmente da ogni abbonato; la quota del canone non incassata dalla Rai viene trattenuta dallo Stato: 15,6 euro per abbonato, equivalenti a circa 340 milioni di euro ogni anno.

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