Ucraina, comincia il “No” a Zelensky - QdS

Ucraina, comincia il “No” a Zelensky

Carlo Alberto Tregua

Ucraina, comincia il “No” a Zelensky

mercoledì 19 Aprile 2023

Cina e Usa in competizione

Il mercato mondiale si scinde e si apparenta: da un canto c’è l’Occidente con la leadership degli Stati Uniti, cui sono aggregati come vagone l’Unione europea, l’Argentina e gli importanti Stati asiatici di Giappone, Sud Corea e Taïwan. Dall’altra parte vi è la leadership della Cina comunista, cui è aggregata la Russia, ora il Brasile, con la vicinanza del Nord Corea e altri Paesi più piccoli. Fra essi dobbiamo citare tutti quegli Stati africani “conquistati” dalla Repubblica cinese mediante la costruzione di importantissime infrastrutture, fra cui porti, aeroporti, autostrade, nonché l’irradiazione di reti immateriali che consentono a quei popoli di crescere in più fretta.

L’Africa è un’area vergine sottosviluppata, in cui gli investimenti rendono di più non soltanto sotto il profilo economico, ma anche sotto quello di una certa sottomissione politica e culturale. Oggi i territori si conquistano più con le infrastrutture che con le armi.

In questo scenario mondiale macroeconomico, sono attive una quarantina di guerre locali, le quali hanno la funzione di dare sfogo alle industrie delle armi che, dopo la Seconda Guerra mondiale, non avrebbero avuto più alcuna ragione di esistere: si dovevano semplicemente estinguere.
È ovvio che finché esisterà l’umanità esisteranno le guerre, perché essa è impregnata di sentimenti positivi e negativi che poi si estrinsecano nella voglia di supremazia di una parte rispetto all’altra, una prepotenza che a volte è tollerata, altre volte no.

La prepotenza è supportata dalla forza, la cui ragione è prevalente rispetto alla forza della ragione.
Una di queste guerre locali è quella che è stata fatta scoppiare nel cuore dell’Europa da due Stati che si sono sempre odiati e cioé Usa e Russia, i quali, non potendosi scontrare direttamente per non causare la Terza Guerra atomica mondiale, trovano sempre il modo di farlo a livello locale senza scatenare le armi nucleari. In questo modo alimentano le industrie che accumulano profitti oltre ogni dire.
Naturalmente, per fare scoppiare le guerre locali, occorre trovare gli zimbelli o i pupazzi.

Uno di questi è stato l’attore comico Volodymyr Zelensky, il quale ha ritenuto di recitare una parte in cui, però, ha tragicamente coinvolto il Popolo della sua nazione. Ma incurante delle pene e dei sacrifici causati ai suoi cittadini, è andato avanti in un’insana guerra provocata dal dittatore Putin, il quale è accecato dal potere, anche se qualche ragione, come sempre accade, deve pur averla, ma non sta a noi trovarla: ci penseranno gli storici.

Dopo di che il predetto Attore ha cacciato degli onorevoli liberamente eletti nel suo Parlamento, solo perché erano russofoni, in base a una legge marziale di dubbia legittimità.
Saremmo curiosi di sapere se oggi un referendum popolare darebbe ragione ai suoi comportamenti, che non tengono conto, appunto, delle sofferenze di oltre quaranta milioni di cittadini/e. Non parliamo di quella parte di essi costretta a difendersi dall’invasione russa e di cui molte migliaia e migliaia, hanno trovato la morte.

Si ha notizia – ma non ancora verificata perché è difficile entrare in contatto con quella parte del Popolo ucraino contrario alla guerra – che si elevano proteste di vario genere fra le varie parti della popolazione, che sarebbero però del tutto ignorate dall’Attore, il quale sembra quasi godere dell’essere al centro dell’attenzione mondiale, ricevendo e sbaciucchiandosi con molti leader del mondo occidentale, ovviamente allineati agli Stati Uniti.

A Zelensky questa rappresentazione piace molto perché soddisfa il suo ego. Ma in questo modo viene trascurato totalmente il disastro di un Paese che oggi ha più di mille miliardi di dollari di danni. Colpa di Putin, si dirà: senza dubbio! Ma non è continuando ad alimentare questa guerra distruttrice che si potrà arrivare alla pace. E per arrivarci è indispensabile entrare nell’ordine di idee di trattare sull’assetto del territorio, Crimea compresa, una cui parte verrà definitivamente acquisita dalla Federazione Russa, mentre l’altra parte resterà, come è ovvio, alla Repubblica Ucraina.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017