Ucraina, guerra e solidarietà: Caritas di Gibellina protagonista - QdS

Ucraina, guerra e solidarietà: Caritas di Gibellina protagonista

Pietro Vultaggio

Ucraina, guerra e solidarietà: Caritas di Gibellina protagonista

sabato 16 Aprile 2022


Quattro donne, quattro ragazze minorenni ucraine e un bimbo di 11 mesi accolti in locali in comodato d’uso: iniziativa resa possibile grazie anche alla collaborazione del Comune e delle associazioni

GIBELLINA (TP) – Ripristinare un sentimento antico come l’Umanità è il compito delle popolazioni evolute, soprattutto in un periodo tempestato dall’odio e dalle guerre.

Accolte quattro donne e quattro ragazze minorenni ucraine

Così la Caritas parrocchiale di Gibellina ha accolto quattro donne e quattro ragazze minorenni ucraine e un bimbo di 11 mesi, arrivati in paese tramite il canale che ha aperto con il Belìce Irina Pisareva, una donna residente da tempo a Gibellina e che tuttora ha contatti nel suo paese d’origine.

Ad accoglierli al palazzo municipale sono stati il vice sindaco Daniela Pirrello, il parroco don Marco Laudicina, il dirigente scolastico Salvino Amico, componenti dell’Amministrazione comunale e istituzioni militari. La Caritas parrocchiale li ospita in locali comunali dati in comodato d’uso e sta gestendo l’accoglienza con la collaborazione del Comune e delle associazioni del territorio. “Abbiamo risposto, senza esitazione alcuna, alla richiesta di accoglienza con grande senso di solidarietà e responsabilità – ha detto don Marco Laudicina – e oggi è iniziata questa prima esperienza. Ci prenderemo cura dei nostri fratelli ucraini e pregheremo insieme per la pace. Ringrazio tutti i parrocchiani che si sono adoperati con spirito di abnegazione ed in ogni modo, affinché le nostre porte si potessero aprire”.

Per i dettagli abbiamo contattato Daniela Pirrello, vicesindaco del Comune.

Come nasce l’idea e cosa avete fatto?
“Siamo stati contattati dalla Caritas parrocchiale della diocesi di Mazara al fine di sapere eventuale disponibilità di alloggi per chi fugge dalla guerra. Abbiamo quindi sistemato e reso confortevole una struttura di proprietà del Comune e dato il via libera per far arrivare i civili”.

Quanti posti letto avete creato?
“Sedici, ma adesso ne stiamo ospitando otto perché non sappiamo attualmente come gestire un numero più alto. La situazione è delicata, bisogna studiare bene cosa succederà in un futuro prossimo. Adesso possiamo dire di avere i fondi necessari e di aver attivato collaborazioni attive con la Caritas e le associazioni del territorio. La volontà di dare ospitalità c’è, ma dobbiamo essere sicuri anche di offrire il giusto supporto in ogni minimo dettaglio”.

Da dove provengono questi fondi?
“Dalle associazioni e dalle iniziative locali come il ‘buono spesa’ nei supermercati ed anche da varie donazioni. Ad oggi non abbiamo predisposto fondi comunali”.

Ci sono altre abitazioni comunali da poter usare?
“Purtroppo no, la struttura in questione è l’unica che può essere utilizzata per questo, completa di tutto: lavastoviglie, cucina, posti letto ed anche un cortile interno”.

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