"I continui bombardamenti nemici hanno distrutto le infrastrutture civili e le reti elettriche", ha dichiarato Dmytro Orlov
La città occupata di Energodar è sull’orlo di un “disastro umanitario” a causa della mancanza di energia elettrica e di approvvigionamento idrico. L’appello è partito dal sindaco, Dmytro Orlov: “i continui bombardamenti nemici hanno distrutto le infrastrutture civili e le reti elettriche”, ha dichiarato, secondo quanto riporta il quotidiano ucraino Ukrainska Pravda. “Siamo senza elettricità e senza approvvigionamento idrico. Il gas non è disponibile nella maggior parte della città da quasi sei mesi”, ha affermato. Energodar si trova nella regione di Zaporizhia, sulla sponda meridionale del fiume Dnipro, che attualmente segna il confine tra il territorio ucraino e quello controllato dalla Russia.
L’esercito russo annuncia: distrutto deposito con centomila tonnellate di carburante
L’esercito russo ha annunciato che un bombardamento sulla regione ucraina di Cherkasi, nella zona centro-orientale del paese, ha portato alla distruzione di un deposito contenente “più di 100mila tonnellate” di carburante. L’attacco è avvenuto nella città di Smela, ha reso noto oggi il portavoce dell’esercito, generale Igor Konashenkov, in dichiarazioni raccolte da Interfax.
Konashenkov ha poi comunicato la distruzione, nella città di Alekseyevka, nella regione di Dnepropetrovsk, di un impianto di stoccaggio con gasolio per l’equipaggiamento militare delle forze armate ucraine. Anche altri cinque depositi di munizioni delle forze armate ucraine sono stati distrutti in varie regioni, insieme a sei proietti del sistema missilistico a lancio multiplo statunitense Himars e un missile anti-radar Harm vicino alla regione di Kherson, ha concluso la stessa fonte.
