Un libercolo diabolico - QdS

Un libercolo diabolico

Giuseppe Sciacca

Un libercolo diabolico

mercoledì 29 Giugno 2022

Appositamente redatto dalla polizia politica zarista nel 1902 al fine di incrementare l’odio nei confronti degli ebrei

Il conflitto russo-ucraino, purtroppo ancora in corso, ha messo sotto gli occhi di tutti come la diffusione di notizie false, a fini tendenziosi, possa costituire un’arma efficace, idonea ad infliggere gravi danni al nemico. Questo insidioso strumento non è frutto della nostra era telematica, in cui le notizie hanno una istantanea diffusione, ma è antico come lo è la guerra e nei secoli ha solo mutato la su subdola forma. Rientra tra questi strumenti a pieno titolo un libercolo appositamente redatto, o forse fatto allestire, dalla polizia politica zarista nel 1902, al fine di incrementare l’odio nei confronti degli ebrei, volumetto che ha ancora oggi una sua vitalità.

Sebbene da secoli sbugiardato e riconosciuto falso, negli ultimi mesi dell’anno scorso è stato in grado di suscitare vibranti proteste e roventi polemiche, giacché, nella sua commercializzazione viene ambiguamente sottaciuto che si tratta di un falso storico. Questa omissione ha provocato pure una precisa presa di posizione dell’Ambasciata d’Israele in Italia, che ha espresso indignazione per la mancata puntualizzazione. Il volume a cui ci si riferisce ha titolo “I protocolli dei savi anziani di Sion”, e nella sua non breve vita ha avuto la più ampia divulgazione nel corso del periodo che va dall’inizio della prima guerra mondiale alla conclusione della seconda. Il volumetto descrive un piano tanto ambizioso, quanto fantasioso, per la conquista, da parte degli ebrei, del potere sul mondo intero ed i protocolli altro non sarebbero che i verbali delle riunioni segretissime appositamente tenute dai loro capi a tal fine. Gli ebrei nello scritto vengono falsamente presentati come gli organizzatori ed i finanziatori di tutti i movimenti anti zaristi, sia liberali che socialisti. L’imperatore cattolico, più cristiano del mondo, veniva contrapposto a questi avidi usurpatori che volevano fare della Russia la loro base per la conquista del mondo. Questo racconto sin dalla sua prima apparizione è stato vera e propria benzina gettata sul fuoco, in quanto nell’Ottocento la Russia ospitava la più grande concentrazione di ebrei esistente in tutti i continenti e l’antisemitismo di matrice cristiana, anche per questa ragione, era estremamente diffuso tra il religiosissimo popolo russo, con la conseguenza di continue sanguinose persecuzioni contro gli ebrei, dette pogrom, che insorgevano spesso spontaneamente, per futili motivi, e non di rado fomentate dalle autorità locali.

Il clima di panico che si era creato tra la borghesia di tutta Europa a seguito della uccisione dello zar e della presa del potere da parte dei bolscevichi nel 1917, lasciava apparire verosimili che vi fossero delle trame sovversive intessute dagli ebrei, che in precedenza avevano pure determinato la soccombenza della Russia, nella guerra con il Giappone, conclusasi nel 1905. In questo clima, ormai sospettoso ed isterico, l’otto maggio del 1920, il prestigiosissimo Times di Londra, pubblicava un lunghissimo articolo in cui veniva presa in grande considerazione la ipotesi che quanto narrato nel libro “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, aveva avuto già la sua iniziale attuazione con la rivoluzione russa, confermando che da questo Paese sarebbe partita la scalata ebraica alla conquista del mondo. La smentita non tardò ad arrivare dalle colonne dello stesso giornale, con un articolo a firma di Philp Graves, che chiariva che i protocolli erano un clamoroso falso, foggiato a fini antiebraici, in cui si precisava che il libro era stato realizzato parafrasando ad arte scritto del 1864 di Maurice Joly, intitolato Dialoghi agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu, che denunciava la condotta dittatoriale di Napoleone III e che per nulla riguardava gli ebrei.

I “Protocolli”, sebbene riconosciuto come un libro di fantasia, in Germania venne utilizzato dall’estrema destra per giustificare l’infelice esito della prima guerra mondiale. Adolf Hitler era solito citarlo nei suoi discorsi ed istaurato il regime nazista, lo studio di parti del libro entrarono nei programmi scolastici statali. Ancor oggi alcuni leader politici di paesi mediorientali, di movimenti nazionalisti arabi o fondamentalisti islamici non disdegnano di attingere a quelle pagine per le loro invettive contro gli ebrei israeliani. È quindi doverosa, per chi lo fa circolare sul mercato, l’apposizione di una irrinunciabile targa di falso storico.

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