Università, la lezione di Scampia e il sogno catanese di una sede a Librino

Università, la lezione di Scampia e il sogno catanese di una sede a Librino

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Università, la lezione di Scampia e il sogno catanese di una sede a Librino

Chiara Borzì  |
mercoledì 19 Ottobre 2022

L’idea di un avamposto d’ateneo anche all’interno del quartiere periferico di Catania risale a ben sessant'anni fa.

Scampia ce l’ha fatta, Librino ancora no. Al posto di una Vela nel quartiere costruito a Nord di Napoli è stata aperta, pochi giorni fa, una nuova sede dell’Università Federico II e nella stessa è stato inaugurato l’anno accademico 2022-2023.

L’idea di un avamposto d’ateneo anche all’interno di Librino risale a ben sessant’anni fa. Un’opportunità che è scomparsa dalla memoria dei catanesi e certamente delle amministrazioni che si sono susseguite fino a oggi. Le nuove strutture hanno trovato posto nell’attuale Cittadella di Via Santa Sofia.

“E’ importante saper rinunciare al privilegio, anche a costo di confondersi con la denigrazione dei quartieri popolari come il Pigno, Fossa della Creta, S. Giorgio e Librino, per comprenderne il significato, coinvolgendo la propria coscienza, e quindi contribuire e lottare per il riscatto del sottosviluppo cittadino”, scriveva il noto architetto Giacomo Leone, spiegando l’importanza di un’università nel quartiere.

“Riscatto” e “sviluppo cittadino”, una condizione che per Librino, come per le altre perifierie della città, è ancora un auspicio. E che potrebbe partire da qui, per quanto si sia visto in passato come vi siano molte resistenze. E’ capitato in passato con il liceo – poi attivato e molto frequentato – così come con gli uffici comunali, Eppure, la nascita dell’ospedale San Marco, proprio nel cuore del quartiere periferico di Catania, ha dimostrato la spinta propulsiva della presenza delle istituzioni.

Per questo, a Librino, vi sarebbero anche gli immobili. Abbandonati o non completati, potrebbero essere riqualificati con fondi del Pnrr. Che permette la ristrutturazione degli edifici scolastici.

Stando ai dati forniti da Openpolis in Italia nasceranno 216 nuovi plessi finanziati grazie agli 1,19 miliardi stanziati del Piano sostituzione scuole, ma solo quattro opere interesseranno Catania ed esclusivamente il suo hinterland (Adrano, Motta Sant’Anastasia, Aci Sant’Antonio e Acireale). Per le università, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette invece a disposizione fondi per l’edilizia universitaria e le strutture scientifiche e per la realizzazione di alloggi universitari in cofinanziamento con il Miur. Le somme sono disponibili da inizio 2022 per un importo di 1,4 miliardi. L’Università di Catania non ha attualmente in mente soluzioni simili a quelle concretizzate a Scampia. Università a Librino, se non ora quando?

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