Villarosa, la mafia si combatte anche con la realtà virtuale - QdS

Villarosa, la mafia si combatte anche con la realtà virtuale

redazione

Villarosa, la mafia si combatte anche con la realtà virtuale

venerdì 03 Febbraio 2023

Carta Nostra sfrutta le nuove tecnologie per sensibilizzare gli alunni delle scuole sulla lotta al caporalato nell’ambito del progetto museale Beteyà Digital Farm realizzato a Villarosa

VILLAROSA (EN) – Contro il caporalato in Sicilia vince il gioco di squadra e ogni scelta fa la differenza, nel mondo virtuale come in quello reale. Questo il concept di Carta Nostra, il gioco in realtà virtuale sviluppato dal Metaverse Studio Digital Mosaik, che ha colto la sfida dell’associazione Don Bosco 2000 di sensibilizzare attraverso le nuove tecnologie i bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie in visita al percorso museale Beteyà Digital Farm di Villarosa, in Contrada Aratate, all’interno di una villa confiscata alla mafia.

Il team è partito da una fase preliminare di ricerca sulla psicologia infantile, valutandone gli aspetti linguistici e comportamentali, al fine di progettare un’esperienza a misura di bambino. I bambini sono stati coinvolti attraverso l’uso di un visore di realtà virtuale, per renderli protagonisti della narrazione ambientata a Villarosa, ricreata in chiave cartoon. L’energica e solare topolina Rita li guida nel compiere le giuste scelte per sconfiggere la mafia, rappresentata nel gioco come un oscuro gigante di nubi che si è abbattuto sulla città, togliendole vitalità e costringendo i cittadini che la abitano a lavorare in condizioni disumane. Per progettare Carta Nostra è stato utilizzato il motore grafico Unity, che ha permesso di realizzare un’esperienza fluida, adatta a un visore stand alone.

“Abbiamo ideato questo progetto – ha spiegato Manuel Bazzanella, founder e ceo di Digital Mosaik – come un gioco di carte, in cui ognuna di esse rappresenta una scelta, una presa di posizione. Da qui il nome Carta Nostra, perché la scelta nella lotta contro la mafia è nostra, di tutti noi. Noi crediamo che le tecnologie del metaverso possano mettersi al servizio della collettività, fare la differenza e portare un valore reale all’essere umano”.

Nel 2021 sono stati circa 230 mila gli occupati impiegati irregolarmente nel settore primario, numero che include una fetta consistente di stranieri non residenti. Il fenomeno è fortemente radicato in Sicilia che – insieme a Puglia, Campania, Calabria e Lazio – detiene tassi di oltre il 40%, ma è ben presente anche nel Centro-Nord con percentuali tra il 20 e il 30%. Per questo motivo, il lavoro dell’associazione Don Bosco 2000 – che svolge la propria attività di volontariato in Sicilia e in Africa – non si fermerà a Villarosa, ma proseguirà con il progetto Carta Nostra anche all’interno delle scuole siciliane e in eventi dedicati, per accrescere nelle generazioni più giovani la consapevolezza che, in questa ingiusta lotta, ogni scelta può fare la differenza.

Il progetto di co-housing e agricoltura sociale che l’associazione Don Bosco 2000 ha attivato nel 2021 – finanziato dal Programma Più.Su.Pre.Me Italia della Regione siciliana, in partnership con Das Società cooperativa, con l’Ente di formazione UnSic e con il Comune di Villarosa – mira a costruire un punto di riferimento territoriale in materia di lotta al caporalato e contrasto allo sfruttamento lavorativo e alla tratta nell’hinterland ennese.

Da un lato, la Digital farm costituisce un polo didattico dove la cultura, il valore e l’approccio pratico tipico del settore agricolo vengono insegnate in aule formative dotate di strumentazione tecnologica e realtà virtuale, fruibili non solo dai destinatari del progetto, ma anche dalla collettività e dalle scolaresche. Il polo didattico è anche funzionale al reinserimento sociale dei migranti vittime del caporalato, nonché al riutilizzo positivo di beni confiscati alla mafia, con finalità di sensibilizzazione, coesione della comunità e di inclusione sociale.

“Con la Digital farm di Villarosa – ha spiegato Roberta La Cara, direttrice dell’area Ricerca e Sviluppo di associazione Don Bosco 2000 – vogliamo avvicinarci ai più giovani, per insegnare loro la cultura della legalità che molto spesso in quel contesto è stata violata. Vogliamo farlo stando vicini a loro, parlando il loro stesso linguaggio, provando le stesse emozioni, perché solo percorrendo insieme il medesimo cammino potremo raggiungere gli importanti risultati auspicati nel lungo periodo”.

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