Rischio sismico, in Sicilia una scuola su due necessita di manutenzione urgente - QdS

Rischio sismico, in Sicilia una scuola su due necessita di manutenzione urgente

Rischio sismico, in Sicilia una scuola su due necessita di manutenzione urgente

giovedì 15 Marzo 2018
PALERMO – Le scuole siciliane dei Comuni capoluogo in aree a rischio sismico sono il 96,4%; quelle costruite secondo criteri antisismici sono il 24,4%. Un dato, quest’ultimo, che pone la Sicilia ad 11 punti sopra la media nazionale. La situazione non è affatto positiva: una scuola su due (il 47,7%) ha infatti bisogno di manutenzione urgente. Le scuole costruite dal 2000 in poi sono il 12,3%, contro il 4,9% del dato nazionale. Molti investimenti e finanziamenti (Catania, Caltanissetta e Ragusa sono tra le cinque città che in Italia hanno ricevuto i maggiori finanziamenti da fondi nazionali) non sempre si traducono in messa a norma degli edifici scolastici visto che la situazione delle certificazioni non è proprio ottimale: gli edifici con certificato di collaudo statico sono il 45,4%, di agibilità il 35,7%, con certificazione di prevenzione incendi il 37,2%, tutti sotto la media nazionale.
Questa la fotografia scattata da Legambiente sull’edilizia scolastica (ottobre 2017) e che aprirà la tre giorni di confronto organizzata dall’Ordine regionale dei geologi di Sicilia sul rischio sismico nell’Isola. Tre tappe, da oggi al 17 marzo, che coinvolgeranno altrettante zone particolarmente interessate dal rischio sismico: Valle del Belice (terremoto del 1968), Val Di Noto (terremoto del 1990) e Messina (terremoto del 1908 e conseguente tsunami). È in queste tre zone che si sono registrati alcuni tra gli avvenimenti più drammatici della storia sismica del nostro Paese, diventati oggetto di studio per le loro peculiarità. Eventi che mostrano segni evidenti del loro passaggio sino ad oggi e dai quali occorre ripartire per individuare azioni di prevenzione e mitigazione dei rischi che si basino sul livello di fragilità e vulnerabilità sismica dei territori. Avranno dunque modo di confrontarsi, nell’arco delle tre convention (oggi a Poggioreale, domani a Noto, 17 marzo a Messina), il mondo delle istituzioni, quello accademico, quello delle libere professioni e quello della società civile, nonché protagonisti provenienti da altre regioni d’Italia.

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