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Catania – Rifiuti tra occupazione, debiti e discariche. La rivoluzione di Crocetta qui non si è vista

Rosario Battiato

Catania – Rifiuti tra occupazione, debiti e discariche. La rivoluzione di Crocetta qui non si è vista

mercoledì 22 Maggio 2013

Nel catanese, proteste clamorose degli operai del servizio in attesa che intervenga la Regione per salvare tutto. Il caso delle Ato etnee: hanno 130 milioni di euro di debiti e un sistema di raccolta ormai al collasso

CATANIA – Non sono giorni facili per l’immondizia catanese. Tra debiti, proteste e difficoltà occupazionali si apre l’ennesima settimana caldissima per le Ato Spa etnee.
Ieri la Cisl Catania ha presentato il report "Le Cinque sorelle" che riassume i debiti degli ambiti in provincia di Catania. Si tratta di 130 milioni di euro che vantano le imprese che gestiscono il servizio, coinvolgendo anche i comuni consorziati e stendendo al tappeto i lavoratori che, in alcuni casi, non percepiscono stipendi da diversi mesi.
 
Infatti, in attesa che la Regione imprima l’accelerazione sul processo di costituzione delle Srr (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) già previste dalla lr 9/2010 varata durante il governo Lombardo, si assiste impotenti alle proteste più clamorose: ieri alcuni operai della Aimeri Ambiente sono saliti sul tetto del duomo di Giarre, uno dei comuni etnei dove l’azienda Aimeri presta servizio.
 
La società che si occupa della raccolta nel comune giarrese vanta crediti sia con l’Ato 1 Ioniambiente che con l’Ato CT5. L’arrivo della stagione più calda preoccupa particolarmente gli amministratori, perché i blocchi nella raccolta potrebbero portare al corto circuito del sistema e alla definitiva deflagrazione dell’emergenza sanitaria.
L’emergenza rifiuti nel catanese è anche ambientale. Per una Sicilia che smaltisce in maniera indifferenziata circa il 90% di quanto produce le discarica sono un male inevitabile.
Qualche settimana fa tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia si è chiusa la discarica Tiritì, ma è già pronta l’apertura di un’altra. Il nuovo impianto, che così come il precedente sarà gestito dalla Oikos, è stato autorizzato per raccogliere 2,5 milioni di metri cubi di rifiuti, oltre a quelli già depositati nella vecchia discarica di Tiritì che deve essere bonificata e che ha raggiunto i limiti di abbancamento.
 
Il primo cittadino di Misterbianco, Nino Di Guardo, resta sul sentiero di guerra dopo la mobilitazione delle scorse settimane e in attesa della mozione presentata all’Ars e del ricorso al Tar del Comune contro il piano regionale dei rifiuti. Ieri l’Oikos spa ha, invece, comunicato la scadenza del provvedimento provvisorio regionale che consentiva ad Ato e comuni interessati (88 in tutto, nelle province di Catania, Enna, Siracusa e Ragusa) di conferire i rifiuti presso altri siti per scongiurare l’emergenza. La discarica sita in contrada Valanghe d’Inverno, autorizzata con decreto dell’assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana nel 2009, “rimane in attesa di conoscere le direttive da parte della Regione siciliana”. La società ha comunicato di restare in attesa di comunicazione di Palermo anche perché “l’80% di tali soggetti hanno già inoltrato alla nostra società la richiesta di disponibilità al conferimento: richieste riscontrate positivamente e già recapitate all’autorità competente, che dovrebbe pronunciarsi in merito”.

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