5 cose da sapere sul futuro dei trasporti in Sicilia - QdS

5 cose da sapere sul futuro dei trasporti in Sicilia

Rosario Battiato

5 cose da sapere sul futuro dei trasporti in Sicilia

venerdì 28 Febbraio 2014

Esclusiva: L'assessore Nino Bartolotta illustra al QdS tutti gli obiettivi della Regione in materia di Piano regionale di settore. Intermodalità e convivenza di cinque sistemi: ferroviario, stradale, marittimo, aereo, merci e logistica

Il futuro della Sicilia dei trasporti e delle infrastrutture è tutto scritto. L’assessore al ramo Nino Bartolotta e Fulvio Bellomo, capo della segreteria tecnica, svelano al QdS tutti progetti presenti e prossimi per rendere l’Isola più collegata e vicina all’Europa, anche se non sarà facile superare l’assenza del Ponte sullo Stretto, passaggio strategico nel percorso del corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Nel piano regionale dovranno convivere cinque sistemi di trasporto differenti: ferroviario, stradale, marittimo, aereo e merci e logistica. Gli obiettivi sono chiari: completare il cerchio dei progetti presenti e preparare il terreno per l’intermodalità.
 
Il sistema ferroviario ha la sua priorità nella chiusura dell’anello ferroviario che coinvolge la direttrice Messina-Catania-Palermo. L’accordo interistituzionale di sviluppo prevede il collegamento dei tre grandi centri produttivi di Sicilia – e non si escludono altri interventi per migliorare le zone interne – per un valore complessivo di 2,4 miliardi. “Si tratta di interventi in parte già disponibili – ha spiegato l’assessore Bartolotta – e in parte già opzionati nella nuova programmazione”. Prevista anche l’alta velocità: sarà possibile, in altri termini, fare Catania-Palermo in meno di due ore. Il sistema si integrerà proprio con il corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Al momento la Regione “ha completato da poco lo studio di fattibilità”.
 
Alta velocità ferroviaria Pa-Ct: “Completato da poco lo studio di fattibilità” 
 
Un altro capitolo delicatissimo si apre col trasporto su gomma. Il sistema stradale siciliano non è mai stato completato e si presenta come un arlecchino infrastrutturale. L’Istat rivela che in Sicilia ci sono 25,4 km di autostrade per mille km2 di superficie, un dato inferiore a buona parte del nord, dove dominano Liguria (69,2), Valle d’Aosta (34,9), Piemonte (32,3), Veneto (28,5) e anche a qualche regione del meridionale come Abruzzo (32,7) e Campania (32,5).
 
Da questo punto di vista i dettami dell’assessorato sono molto precisi: completare l’assetto della viabilità perimetrale e quella trasversale. Nel primo caso si tratta dell’asse in parte già esistente che comprende la Palermo-Messina, la Messina-Catania, la Catania-Siracusa che dovrà proseguire con la Siracusa-Gela (attualmente ferma a Rosolini, mentre è stata aggiudicata la gara per altri 20 km, arrivando fino a Modica) per chiudere definitivamente il cerchio con Trapani e Mazara. Gli itinerari trasversali sono quattro. Si comincia con l’Agrigento-Caltanissetta (da completare e già inserita nella programmazione) e la Palermo-Agrigento (finanziato il lotto tra Bolognetta e Agrigento).
 
La Ragusa-Catania, che vale 815 milioni, sarà finanziata in project-financing. “È stato individuato il privato che metterà 400 milioni di euro – ha spiegato Bartolotta – il resto lo metterà la Regione”. Per chiudere la vicenda si attende soltanto la firma della convenzione tra il ministero delle Infrastrutture e il privato. Altra direttiva strategica è la Licodia Eubea che collega Gela a Caltanissetta e che è stata già completata.
 
Il sistema del trasporto marittimo vedrà quattro sistemi portuali integrati: Palermo e Termini Imerese (di recente è stato finanziato l’interporto per 78 milioni di euro) che si integreranno con Trapani e Porto Empedocle fino a Pozzallo e poi Catania e Augusta nella Sicilia sudoccidentale. Per il trasporto aereo sono previsti due sistemi principali: Palermo e Trapani per la Sicilia occidentale e Catania e Comiso per l’orientale.
 
Stando all’ultima redazione del piano di Maurizio Lupi, uno dei ministri riconfermati del governo guidato da Matteo Renzi, Palermo e Catania saranno aeroporti strategici mentre Comiso e Trapani sono stati inseriti tra gli scali di interesse nazionale. Pantelleria e Lampedusa saranno gestiti direttamente da Enac.
 
L’ultimo capitolo riguarda il trasporto merci e della logistica. I due interporti più rilevanti sono Termini Imerese, già aggiudicato per 78 milioni di euro, mentre altri 80 ne serviranno per Catania-Bicocca in fase di aggiudicazione. La piattaforma di Tremestieri risulta in parte realizzata mentre per la situazione dei quattro autoporti vede Vittoria e Melilli già realizzati, mentre per Trapani e Agrigento si è nella fase iniziale. Il vero futuro della continuità territoriale, ci spiega Bellomo, è nei sistemi integrati che coinvolgono diversi assi infrastrutturali.
 
La Regione è inoltre al lavoro per un grande di piano di razionalizzazione dei servizi di autotrasporto locale. “Stiamo lavorando – ha concluso l’assessore – per integrare il sistema ferroviario con il trasporto locale per evitare inutili sovrapposizioni”. Per fare questo serve però il contratto di servizio. La Sicilia è tra le pochissime regioni a non averlo firmato, ma domani ci sarà un incontro a Roma per definire l’accordo di programma e fare in modo di passare al contratto di servizio così che la gestione del servizio ferroviario isolano torni a Palermo. In ballo ci sono 111 milioni di euro, che serviranno alla Sicilia per mettere a punto il suo sistema e decidere autonomamente cosa tagliare e cosa potenziare.

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