Coronavirus, petizione contro i vertici dell'Asp di Siracusa - QdS

Coronavirus, petizione contro i vertici dell’Asp di Siracusa

redazione web

Coronavirus, petizione contro i vertici dell’Asp di Siracusa

mercoledì 15 Aprile 2020

Raccolte già diecimila firme per chiedere la rimozione immediata del dg dell'Asp Ficarra e altri dopo la vicenda Rizzuto. Legambiente chiede l'accesso agli atti "per conoscere i dati ambientali e di organizzazione sanitaria"

Diecimila firme, per chiedere la rimozione immediata del direttore generale dell’Asp di Siracusa, Lucio Salvatore Ficarra, e del direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria di Siracusa, Anselmo Madeddu, sono state raccolte sulla piattaforma online change.org e inviate al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore regionale alla salute Ruggero Razza.

Promotore è l’ambientalista siracusano Giuseppe Patti che ha deciso di lanciare la raccolta di firme anche in seguito alla morte del direttore del Parco archeologico Calogero Rizzuto.

Scalpore aveva destato il servizio realizzato dalla trasmissione della Rai Report dedicata appunto alle modalità che hanno portato al decesso di Rizzuto.

“A Siracusa l’emergenza Covid-19 viene gestita con delle enormi lacune procedurali – si legge nella lettera di accompagnamento della petizione – Molti cittadini non si sentono tranquilli e chiedono un sistema sanitario adeguato a contrastare questa epidemia. Dalla gestione del Pronto soccorso alla gestione dei tamponi. Il virus si è propagato all’interno dell’Ospedale Umberto I contaminando anche reparti sensibilissimi come quello di oncologia. Se ci fosse stata maggior celerità nell’effettuare i tamponi probabilmente avremmo avuto a Siracusa anche qualche decesso in meno”.

Nella petizione si chiede come mai “non è stata fatta alcuna ispezione nei principali ospedali dell’isola quando è nata l’emergenza, allo scopo di verificare l’adeguatezza dell’organizzazione e delle misure di sicurezza per la salute di medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti, ma si è provveduto solo dopo che è emerso il caso drammatico di Rizzuto”.

E inoltre “perché si è atteso così tanto tempo, nonostante l’emergenza, per autorizzare i laboratori di analisi utili a esaminare i tamponi”.

Legambiente chiede l’accesso agli atti

Intanto Legambiente Sicilia ha presentato al direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa un istanza di accesso alla documentazione “per conoscere i dati ambientali e di organizzazione sanitaria relativi all’emergenza coronavirus”.

L’ospedale Umberto I è al centro di una serie di contagi che ha interessato diversi reparti e colpito diversi operatori sanitari. L’associazione ambientalista ha chiesto “gli atti adottati per evitare il propagarsi del contagio” in particolare per “garantire il distanziamento effettivo tra i pazienti che si recano al pronto soccorso per sospetto di contagio da Covid 19.

Diverse le richieste formulate: “il numero degli operatori sanitari contagiati, con l’indicazione dei reparti; i dispositivi di protezione distribuiti anche nelle residenza sanitarie; i dispositivi di protezione dei flussi da e verso le residenze degli anziani; i provvedimenti adottati per l’attuale situazione dei reparti di Oncologia e Geriatria, e di quelli interessati dal contagio, per i quali è stato disposto “il blocco dei ricoveri” a seguito di ulteriori contagi; il numero dei soggetti asintomatici che hanno attivato l’isolamento domiciliare con sorveglianza attiva; le misure attuative adottate per la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva; lo stato di approvvigionamento di strumenti e apparecchi sanitari, dispositivi medici e di protezione individuali; il “Piano per la realizzazione della rete dedicata di gestione dei pazienti affetti da Covid-19 nell’ASP di Siracusa”; i provvedimenti adottati in relazione ai presidi medici individuali; i laboratori a cui è affidato il compito di analizzare i tamponi, i tempi per effettuarli e la comunicazione dell’esito; le misure precauzionali adottate nei confronti di chi chiede il tampone perché avverte i sintomi del coronavirus; il numero dei deceduti in terapia intensiva in ospedale ed il numero dei deceduti in casa”.

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