Covid 19, le proposte della ristorazione iblea - QdS

Covid 19, le proposte della ristorazione iblea

Stefania Zaccaria

Covid 19, le proposte della ristorazione iblea

mercoledì 29 Aprile 2020

Il documento di Confcommercio, stilato con la supervisione di un infettivologo, sarà sottoposto al Governo. Per l’associazione servono “risorse vere a fondo perduto” per salvare le imprese del settore

RAGUSA – Insieme a quello turistico, è forse il settore della ristorazione a soffrire maggiormente del blocco totale causato dalla pandemia. Nonostante l’avvio della fase 2, per bar, ristoranti e pizzeria si dovrà ancora aspettare.

A Ragusa si spera ovviamente di poter riprendere al più presto e la sezione provinciale di Confcommercio ha già avanzato delle proposte – condivise a livello nazionale – che i ristoratori iblei sono pronti a predisporre quando le loro attività saranno riaperte.

Un metro di distanza tra i tavoli e mascherine al personale di sala e cucina, come da indicazioni delle autorità sanitarie; accessi differenziati, dove possibile, per i clienti in entrata e quelli in uscita, pagamenti preferibilmente digitali direttamente al tavolo, monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute dei dipendenti, pulizia e sanificazione dei locali, gel igienizzante a disposizione di tutti. Queste sono soltanto alcune delle proposte formulate, contenute all’interno di un protocollo stilato da un gruppo di lavoro organizzato dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, sotto la supervisione scientifica di un qualificato infettivologo.

“Si tratta di trentacinque pagine – afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – in cui si rappresentano le procedure di sicurezza da applicare in bar, ristoranti e servizi di catering. Un documento ancora in bozza e sottoposto al confronto con il Governo, che servirà di base per le decisioni delle autorità, e che rappresenta un grande sforzo per cercare di garantire al massimo l’operatività di bar o ristoranti. Il punto certamente più delicato sarà quello del numero dei coperti e molto dipenderà da cosa verrà stabilito come distanza minima. Il metro che indica la Fipe è chiaramente quello che tutelerebbe maggiormente i gestori, ma bisognerà capire nel concreto come lo si calcolerà”.

Il presidente Manenti ha sottolineato che il mondo della ristorazione, anche in provincia di Ragusa, “è pronto a ripartire, impegnandosi a garantire la sicurezza con uno specifico protocollo organizzativo delle attività, messo a disposizione della categoria, al fine di tutelare i rischi di contaminazione sia per i clienti che per i dipendenti. Ma è chiaro che non basterà per un ritorno immediato alla normalità. Fino a quando saranno in vigore le misure di distanziamento sociale, con le diverse modalità di fruizione dei servizi dei pubblici esercizi, è evidente che non si potrà lavorare a pieno regime. È dunque indispensabile che le istituzioni supportino economicamente il settore in questa fase transitoria”.

Molte imprese iblee rischiano di non riaprire: secondo Confcommercio servono “risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato” oltre ad altri aiuti statali inerenti gli affitti, i tributi, i lavoratori.

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