Migranti: Mare Jonio, sfida e denuncia per Matteo Salvini - QdS

Migranti: Mare Jonio, sfida e denuncia per Matteo Salvini

redazione

Migranti: Mare Jonio, sfida e denuncia per Matteo Salvini

martedì 30 Aprile 2019

Presentata alla Procura di Roma per calunnia aggravata e diffamazione per la direttiva emanata dal Viminale contro la nave di Mediterranea Saving Humans. Che proprio oggi è ripartita da Marsala

La Mare Jonio sfida Matteo Salvini salpando dal porto di Marsala per missioni di salvataggio e l’armatore della nave, Alessandro Metz, rende noto che Mediterranea Saving Humans ha presentato alla Procura di Roma una denuncia per calunnia aggravata e diffamazione nei confronti del capo della Lega Nord e ministro degli Interni.

La vicenda riguarda la direttiva del Viminale contro la nave, che, secondo Metz, “presuppone che avremmo commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

“Poiché il reato – ha aggiunto – supera i dieci anni di pena, la calunnia diventa aggravata. Parliamo di diffamazione perché la direttiva è stata pubblicata sul sito del ministero. Salvini non scappi dal processo e vedremo se la sua direttiva è legittima”.

“Denunciamo – ha spiegato Metz – per entrare nel merito delle questioni. Diamo l’opportunità al ministro di andare a fondo in un processo, se decide di non scappare, così scopriremo se quanto affermato dalla direttiva corrisponde al vero o meno”.

Secondo Metz sarebbero false alcune affermazioni contenute nella direttiva. Per esempio che la Mare Ionio “nell’ambito di un precedente intervento in acque di responsabilità Sar non italiana, non ha ottemperato alle istruzioni di coordinamento Sar delle autorità estere (libiche, ndr) legittimamente intitolate ai sensi della normativa internazionale”.

“Come è falso che la Mare Ionio abbia ‘richiesto l’assegnazione del porto di sbarco alle autorità italiane in maniera strumentale, dirigendo la navigazione deliberatamente verso le coste italiane, anche in assenza di ogni autorizzazione o presupposto di legge al riguardo, nonostante la consapevolezza del comandante (…) che non sussistessero i presupposti per investire le autorità italiane'”.

Metz ritiene infine “calunniosa e falsa” l’accusa di aver voluto deliberatamente portare i migranti in Italia.

“Ci è stata fatta – ha ricordato Metz – una diffida dal salvataggio e soccorso sistematico: la Mare Ionio è una nave commerciale che agisce anche con un monitoraggio di quanto succede nel Mediterraneo, attivando i soccorsi se ci sono imbarcazioni in situazione di stress. Se non ci sono strutture in grado di intervenire, l’armatore e il comandante della Mare Ionio mai si sottrarranno alle normative internazionali, alle leggi del mare e a quelle dell’umanità, che vuol dire salvare le persone a rischio annegamento nel Mediterraneo”.

“Mai verrà dato quest’ordine alla Mare Ionio – ha aggiunto -. In un Paese civile la direttiva sarebbe stata un invito a tutte le navi nel Mediterraneo, vista la situazione drammatica in Libia, di essere pronte a corrispondere alle esigenze di umanità nel salvare le persone a rischio di annegamento e in fuga da una zona di guerra”.

La notizia della denuncia è stata ufficializzata durante una conferenza stampa svoltasi a Roma, nella Camera dei deputati e, nel corso dell’incontro con i giornalisti, Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, ha spiegato che la nave Mare Jonio è salpata stamattina dal porto di Marsala “per la sua missione di monitoraggio e di salvataggio nel Mediterraneo occidentale: è un imperativo morale”.

Nave Jonio tenterà di raggiungere i venti migranti in pericolo su una piccola imbarcazione alla deriva al largo della Libia e che hanno lanciato un Sos.

Secondo quanto riferito in diretta Skype anche dal responsabile della missione, Giuseppe Caccia, “l’allerta per il salvataggio di queste persone è stato diramato dalle autorità italiane”.

“Non ci sono più notizie di questa imbarcazione dal tardo pomeriggio di ieri – ha detto la portavoce -. Il nostro capo missione ci ha detto che una nave commerciale italiana è nella zona e sta pattugliando” in cerca dei migranti alla deriva.

L’Alto commissariato Onu per i rifugiati “ha diffidato tutti dal riportare i migranti in Libia, che non è un porto sicuro”, ha affermato Alessandra Sciurba.

La Mare Jonio, dunque, ha ripreso la sua missione e c’è anche un sacerdote a bordo.

Si tratta di don Mattia Ferrari, 25 anni e ordinato da uno, che nelle diocesi di Modena e Bologna spesso si è trovato a mettere insieme i ragazzi dell’oratorio e gli attivisti di associazioni come Ya Basta e Labas.

“Sono qui – ha detto – per vivere il Vangelo di Gesù accanto a questi ragazzi affamati di giustizia e operatori di pace. Sono qui per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione”.

Essere a bordo delle navi di soccorso “fa parte della nostra missione”, osserva don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes della Cei.

“Nel volto dei migranti – aggiunge – noi vediamo il Cristo che ci viene incontro e non possiamo non essere lì dove questi fratelli ci tendono le braccia”.

“Mi sento di benedire e incoraggiare le persone di buona volontà che sono su quella nave – dice l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice – ed è un bene che ci sia un sacerdote con loro, perché i valori del Vangelo e gli uomini di buona volontà si incontrano sempre”.

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