Nuovi indirizzi di scuole superiori nel rispetto delle vocazioni del territorio - QdS

Nuovi indirizzi di scuole superiori nel rispetto delle vocazioni del territorio

Michele Giuliano

Nuovi indirizzi di scuole superiori nel rispetto delle vocazioni del territorio

giovedì 22 Agosto 2019

La Regione emana una circolare con cui stabilisce criteri e modalità per l’anno scolastico 2020-2021. Le richieste dovranno prendere in considerazione le richieste del mercato del lavoro

PALERMO – È ora di scegliere i nuovi indirizzi per l’anno scolastico 2020-2021. Per favorire una buona organizzazione dell’offerta formativa sul territorio regionale, razionale ed efficace, l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale ha emesso una circolare che spiega come impostare le richieste alle varie istituzioni scolastiche per eventualmente attivare nuovi indirizzi.

Come primo punto, la circolare afferma come sia importante “rispettare le vocazioni culturali, produttive, formative ed occupazionali espresse dal territorio di riferimento delle Istituzioni scolastiche e nel contempo garantire l’esercizio del diritto di scelta degli studenti e delle famiglie”.

Ancora, le proposte dovranno essere coerenti con la riforma della scuola superiore e presentate secondo le tabelle di confluenza degli istituti tecnici, degli istituti professionali e dei licei, identificate per settore, indirizzo, articolazione ed opzione.

Tutte le richieste, relative alle proposte di istituzione di nuovi indirizzi di studio con decorrenza dall’anno scolastico 2020/2021, corredate dalle delibere dei consigli degli delle istituzioni scolastiche richiedenti e dalla delibera del Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di riferimento, o del Sindaco Metropolitano della Città Metropolitana, saranno inoltrate dall’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Provinciale competente per territorio, al servizio scuole statali, dell’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, solo dopo le opportune verifiche che all’interno del proprio ambito territoriale di competenza non ci siano duplicazioni inerenti a quell’indirizzo richiesto.

Qualora la documentazione, relativa alle singole proposte, non venga trasmessa completa di entrambi i pareri/delibera dell’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Provinciale e del Commissario del Libero Consorzio Comunale di riferimento o del Sindaco Metropolitano della Città Metropolitana, l’Amministrazione Regionale non procederà alla relativa istruttoria e non autorizzerà nuovi indirizzi di studio che pervengano senza il contemporaneo parere favorevole dell’Ufficio Scolastico dell’Ambito.

I dirigenti degli istituti scolastici richiedenti, acquisita la documentazione necessaria, la inoltreranno entro il 16 settembre prossimo ai dirigenti degli uffici scolastici degli Ambiti Territoriali Provinciali competenti per territorio i quali, dopo aver acquisito il parere del Consiglio Scolastico Provinciale, nel caso in cui sia presente, provvederanno alla formulazione del proprio parere di competenza espressamente motivato su ciascuna proposta avanzata. Tali pareri dovranno pervenire elencati in un apposito prospetto predisposto dall’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Provinciale, evidenziando quelle richieste di ‘Articolazioni’ e ‘Opzioni’ che sono semplici prosecuzioni di indirizzi di studio già in atto presso le Istituzioni richiedenti.

Gli uffici dovranno a loro volta trasmettere tutta la documentazione all’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale entro il 15 ottobre. Il percorso di razionalizzazione del sistema scolastico è già partito nell’anno attualmente in corso, già rivisto dall’assessore regionale al ramo, Roberto Lagalla.

“La nuova rete scolastica siciliana – ha detto Lagalla – attraverso l’attivazione di nuovi indirizzi, permette un ampliamento dell’offerta formativa e una più efficiente riorganizzazione del sistema, anche alla luce del piano di dimensionamento per il 2019/2020. Al contempo, ritengo che l’attivazione di nuovi indirizzi di studio renderà certamente più appetibile e maggiormente in linea con le richieste del mercato del lavoro l’offerta formativa regionale, dando così la possibilità agli istituti di incentivare nel tempo il numero di iscrizioni”.

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