Rifiuti, tra emergenze vecchie e nuove è stato ridisegnato il futuro della Rap - QdS

Rifiuti, tra emergenze vecchie e nuove è stato ridisegnato il futuro della Rap

Gaspare Ingargiola

Rifiuti, tra emergenze vecchie e nuove è stato ridisegnato il futuro della Rap

mercoledì 07 Agosto 2019

La giunta ha approvato una serie di delibere sulla società che gestisce il servizio di igiene. L’azienda e il Comune andranno a battere cassa alla Regione sulla questione Bellolampo

PALERMO – Un contratto di servizio in scadenza. La manutenzione delle strade ceduta ai privati. Ma soprattutto un’improvvisa voragine di 11 milioni di euro (causata dalla chiusura di Bellolampo) che non si sa bene come colmare. Tra emergenze vecchie e nuove e conti perennemente in bilico, la Giunta comunale di Palermo ha approvato una serie di delibere di peso sulla Rap, la società che gestisce il servizio di igiene ambientale: il nuovo contratto di servizio, il piano industriale e il piano del fabbisogno di personale.

C’è anche il budget 2019, che però non verrà ratificato subito perché l’azienda deve presentare alcuni documenti integrativi e perché prima bisogna comunque trovare una soluzione per il buco di 11 milioni generato dalla chiusura della sesta vasca di Bellolampo, ormai satura. È tutto scritto nero su bianco in una nota che la Terza Commissione consiliare di Sala delle Lapidi ha inviato al governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci. Nel documento i membri della commissione Partecipate ricordano al presidente che la chiusura della sesta vasca era preventivata da tempo e che, malgrado ciò, non si è fatto abbastanza per completare in tempo l’ampliamento della stessa sesta vasca e la realizzazione della settima.

“Oggi, l’emergenza regionale che ci impegna – si legge nella nota – non può che ritenersi causata dall’assenza di impiantistica e di adeguata, nonché idonea, pianificazione regionale, specie ove si osservi che l’intero procedimento di realizzazione della settima vasca, unitamente al finanziamento pubblico, al tempo stanziato per tale scopo, è in capo alla Regione Siciliana”.

I consiglieri sottolineano che “dopo un articolato iter procedurale, solo a luglio 2019, con la sesta vasca già esaurita, il Rup nominato dalla Regione ha comunicato che il primo settore della settima vasca non potrà essere pronto che per maggio del 2020, con quasi un anno e mezzo di ritardo rispetto alle previsioni”. Con la conseguenza che “il Comune e la Rap “si trovano onerati ad individuare soluzioni alternative gravose non solo in termini economici ma anche ambientali, i cui costi si riveleranno elevatissimi”, visto che la società di igiene ambientale dovrà trasportare verso tre discariche siciliane (dopo aver effettuato il pre-trattamento presso l’impianto di Tmb di Bellolampo) circa 850 tonnellate di rifiuti al giorno con una spesa extra budget di 110-120mila euro al giorno, per un totale, entro la fine del 2019, di circa 10-11 milioni, che la Rap non ha e che il Consiglio comunale dovrà scovare tra le pieghe del bilancio, anche se in teoria la legge non lo consente perché le spese per il servizio di igiene ambientale andrebbero tutte coperte obbligatoriamente con la Tari.

Insomma, un bel guazzabuglio burocratico-amministrativo, ancora più paradossale se si pensa che l’emergenza in discarica non è certo scoppiata ieri. In tutto questo Palazzo delle Aquile deve anche badare ai conti dell’azienda e così l’esecutivo cittadino ha approvato il nuovo contratto di servizio: quello vigente scadeva il 5 agosto e si è deciso di prorogarlo fino al 31 dicembre in attesa che l’aula approvi quello nuovo dal quale, novità principale, sparirà il servizio di manutenzione stradale.

Un servizio mai efficiente, come dimostrano strade e marciapiedi pieni di buche e con l’asfalto dissestato. Ora si tenta la svolta tramite l’esternalizzazione. Insieme al contratto di servizio sono stati approvati il Piano industriale 2019/2021, il Piano del fabbisogno di personale e il budget 2019. Quest’ultimo però potrebbe è, per così dire, sub iudice: Rap e Comune andranno dalla Regione per battere cassa sostenendo che i ritardi sui lavori della settima vasca e la conseguente necessità di chiudere Bellolampo e trasportare i rifiuti altrove (con tutto il carico economico che ne deriva) non siano responsabilità dell’amministrazione del capoluogo.

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