Russia-Lega, Petrolchimico, scoppia il caso Lukoil - QdS

Russia-Lega, Petrolchimico, scoppia il caso Lukoil

redazione

Russia-Lega, Petrolchimico, scoppia il caso Lukoil

mercoledì 24 Luglio 2019

Cgil, divieto di "assembramenti" dal Prefetto di Siracusa dopo un input del governo Mosca. La lettera dell'ambasciatore russo al leader del Carroccio Salvini. Il Pd, "Alto tradimento, per la Lega prima i russi, poi gli operai siciliani"

Dopo i 49 milioni che devono restituire agli italiani, il caso Arata-Siri e la presunta tangente da 65 milioni di euro attraverso uno dei tanti “consulenti” della Lega Nord, una nuova tegola arriva sul governo nazionale, sul Carroccio e in particolare su Matteo Salvini direttamente dalla Sicilia e per la precisione dal polo Petrolchimico siracusano.

La vicenda è emersa con un articolo pubblicato su La Repubblica nel quale si racconta come il prefetto di Siracusa Luigi Pizzi abbia deciso di vietare gli scioperi davanti alle raffinerie Isab di Priolo e come questa scelta sia successiva a una lettera dell’ambasciatore russo in Italia indirizzata al capo della Lega Nord nella quale si sollecita un suo intervento.

I passi della lettera dell’Ambasciatore russo

L’ambasciatore Razov, nella lettera del 12 marzo scorso, descrive a Salvini gli “episodi di interruzione delle attività delle raffinerie Isab srl che appartengono al gruppo petrolifero russo Lukoil”.

“Negli ultimi dieci anni – si legge nella lettera – il numero delle azioni di blocco illecito (gli scioperi, n.d.r.) delle attività da parte dei lavoratori di organizzazioni estranee che per diverse ragioni avevano perso gli appalti dello stabilimento Isab è ammontato a più di cento casi concreti e ha portato dal 2012 dal 2018 alle perdite finanziarie di alcuni milioni di euro”.

L’ambasciatore conclude ricordando che “la parte russa cerca sempre di creare le condizioni al massimo confortevoli per le aziende italiane che lavorano in Russia”, e infine si augura “una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia”.

La lettera del Console al Prefetto aretuseo

Direttamente indirizzata al prefetto è la lettera del 9 aprile scorso del console Evgeny Panteleev, che ricopia nei passaggi quella dell’ambasciatore e ribadisce che “i rappresentanti dell’azienda hanno attirato parecchie volte l’attenzione delle autorità locali e centrali italiane verso questo problema. Ma le azioni di blocco illecito del lavoro dello stabilimento Isab continuano”.

Infine il 12 aprile, il vice capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Paolo Formicola, scrisse alla Prefettura, e ricordando le “precorse interlocuzioni relative agli episodi di interruzione delle attività delle raffinerie”, ribadisce le parole dell’ambasciatore: “Si sarà grati per i cortesi aggiornati elementi informativi che codesto Ufficio vorrà far pervenire in merito alla problematica in esame”.

Sempre secondo Repubblica, Matteo Salvini avrebbe girato la lettera dell’ambasciatore al Prefetto e quest’ultimo avrebbe poi emesso l’ordinanza.

Il Pd, “Prima i russi, poi gli italiani”

“Una raffineria russa decide di licenziare, i lavoratori iniziano a scioperare, l’ambasciatore russo indispettito per la cattiva pubblicità manda allora una lettera a Salvini, titolare della sicurezza pubblica: noi siamo sempre gentili con voi, questi scioperi stanno facendo una pessima pubblicità”.

Così ricostruisce la vicenda in un post su Facebook la deputata Pd, Giuditta Pini, precisando che “dalla segreteria di Salvini mandano la mail al Prefetto che fa una ordinanza in cui proibisce picchetti e assembramenti davanti a quella fabbrica: Non è fantascienza è quello che è successo ad aprile a Priolo, in provincia di Siracusa, alla Isab Lukoil. Ecco perché, anche se non segui la politica, anche se voti Lega dovresti interessarti ai russi. Perché i russi si stanno già interessando a te”.

“Altro che gli Italiani, altro che i Siciliani: prima i Russi e il loro petrolio, caro Matteo…” ha dichiarato un altro deputato dem, Enrico Borghi.

Il ricorso della Cgil al Tar e al Cga

Contro il provvedimento del prefetto aretuseo ha fatto ricorso al Tar la Cgil, che, come ha sottolineato il segretario di Siracusa Roberto Alosi, durante l’udienza ha appreso “le vere ragioni del provvedimento: chiare sollecitazioni che arrivano dal Governo russo per normalizzare le proteste sindacali. E non solo dall’azienda Lukoil, ma anche dai vertici del governo russo. Dunque sono evidenti pressioni politiche”.

Guarda caso nei confronti di Matteo Salvini.

Alosi aveva subito promosso una manifestazione di protesta davanti la Prefettura per un’ordinanza definita “inaccettabile” che di fatto, secondo i sindacali, vieta il diritto allo sciopero dei lavoratori.

Poiché il Tar di Catania ha rigettato la richiesta di sospensiva dell’ordinanza, l’ufficio legale della Cgil sta già predisponendo ricorso al Cga.

Interrogazione parlamentare di Raciti

Il deputato del Partito Democratico, Fausto Raciti, in una nota su Facebook, ha annunciato un’interrogazione sulla vicenda Lukoil al ministro degli Interni “Perché la difesa della patria, ‘Caro Matteo’, non si fa militarizzando i confini e proteggendo il Paese dai reati di umanità, ma difendendo i cittadini e i lavoratori dai reati di corruzione e dalle pressioni di potenze straniere e dei tuoi protettori”.

Il Pd, “Svenduti gli interessi italiani”

“La presunta trattativa tra la Lega di Salvini e la Russia non è, per quanto aberrante, solo un fatto di cronaca politica e giudiziaria. È invece la dimostrazione di cosa accade quando qualcuno svende gli interessi del proprio Paese a una potenza straniera, come successo in Sicilia”.

Il senatore Faraone, “Alto tradimento”

E il senatore Davide Faraone, il 26 luglio, alle 11, si recherà a Priolo “per sfidare l’ordinanza che vieta le manifestazioni davanti alla raffineria Lukoil e per difendere, davanti ai cancelli della Isab, il lavoro e il diritto di manifestare”.

“Il ministro dell’Interno Salvini – ha scritto in una nota Faraone – deve spiegarci perché si rifiuta di rispondere in Parlamento in merito alle sue relazioni con la Russia e, nel caso dell’Isab di Priolo, risponde immediatamente signorsì alle rimostranze dell’ambasciatore russo Razov, impedendo ai lavoratori il sacrosanto diritto di manifestare per difendere il proprio posto di lavoro”.

“È inconcepibile che un ministro – ha aggiunto l’esponente dem – avendo giurato di essere fedele alla Repubblica e alla Costituzione e di esercitare la sua funzione nell’interesse esclusivo della Nazione, si pieghi agli interessi economici di potenze straniere, sacrificando la libertà di manifestare nel nostro Paese. Se questo non è alto tradimento, cos’è?”.

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