Raccolta differenziata: Sicilia -55 punti - QdS

Raccolta differenziata: Sicilia -55 punti

Rosario Battiato

Raccolta differenziata: Sicilia -55 punti

venerdì 10 Agosto 2012

In questo modo la differenziata è solo un bluff: senza impianti di recupero energetico adeguati è inutile farla. La legge vorrebbe un livello acquisito pari al 65%, la media siciliana è inferiore al 10

PALERMO – Niente di nuovo sul fronte rifiuti. L’Ufficio del commissario delegato della Regione Siciliana ha pubblicato il Programma per la prevenzione dei rifiuti in Sicilia. Un documento che  riepiloga le azioni necessarie per far cominciare anche in Sicilia una virtuosa gestione del sistema integrato nonostante i numerosi ostacoli come l’impugnativa del commissario dello stato che ha cassato alcuni articoli dell’aggiornamento della riforma dei rifiuti votato lo scorso 30 luglio. Gli altri problemi, altrettanto complicati, riguardano lo stato della differenziata della Sicilia, che è distante di oltre 55 punti percentuali dalle richieste della normativa nazionale.
I dati del catasto rifiuti della Regione non mentono. L’ufficio del commissario straordinario – che resta Raffaele Lombardo – li ha riportati in bella posta nell’ultimo report. Il tasso complessivo nel 2010 si è attestato al 9,41%, ben 55,59 punti in meno rispetto all’obiettivo del 65% fissato dalla legge a partire dal 2012. In un anno, dal 2009 al 2010, il tasso è cresciuto di appena 2,15 punti. Drammatica la situazione di alcune province che hanno addirittura fatto registrare un regresso della loro performance: Enna passa dal 4,8% all’1,73% (-3,07%) e Ragusa dal 9,12 al 8,52% (-0,6%). Non va meglio nelle altre realtà che, sebbene stiano registrando una crescita, non possono vantare risultati di pregio: Catania 8,30%, Palermo 6,81%, Siracusa 6,07%. La più virtuosa è Trapani con il 26,7%, un balzo del 11,6% rispetto all’anno precedente.
Nel 2010 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani presenta percentuali ingiuriose se confrontate con i dati nazionali, infatti mentre al Nord è raggiunta una percentuale superiore al 39%, al Centro superiore al 20%, in Sicilia non è superato il 10% (9,4%).
Un altro grande nodo irrisolto resta la produzione. L’Ue è stata chiara: nell’ottica di una virtuosa gestione dei rifiuti la priorità deve essere la riduzione. La Sicilia riesce a restare al di sotto del dato nazionale producendo 517 kg*ab/anno rispetto a 536, ma comunque superiore al valore medio del Sud che è pari a 492. L’Isola riesce a produrre più spazzatura anche a fronte di un’economia meno fiorente. Facendo il dettaglio alla situazione locale è possibile fare il quadro delle province meno sensibili: Palermo con 664.756 tonnellate di rifiuto ha prodotto circa il 25,5% del totale regionale e Catania ha registrato una produzione percentuale dei rifiuti del 23% dal 2008 al 2010. 
Appare chiaro che il modello siciliano virtuoso per eccellenza resta il piccolo comune – spesso al di sotto dei 5 mila abitanti – e che sui grandi centri si dovrà lavorare ancora molto. Catania, Palermo e Messina, in quanto comuni capoluoghi di provincia, hanno alcune tra le performance peggiori di Sicilia, e, invece, proprio da queste aree metropolitane dovrà partire la riscossa regionale. Entro il 2012 – aveva annunciato Lombardo prima delle sue dimissioni – tutti i comuni regionali dovranno garantire una soglia minima del 20%, che comunque è sempre 45 punti in meno dell’obiettivo fissato. Inoltre una differenziata senza impianti adeguati – come le strutture per la valorizzazione energetica – continua a restare sostanzialmente inutile.

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