Il progetto, infatti, se dovesse rimanere quello originario, trasformerebbe radicalmente il fronte mare di Catania e il Lungomare con le sue scogliere laviche, per fare posto a negozi e gallerie scavate nella roccia, un vero e proprio centro commerciale che ingloberebbe il borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti. Quattrocento mila metri quadri di sbancamento a 10 metri sul livello del mare, 56 mila metri quadri di centro commerciale, 48 mila mq di parcheggi a pagamento – in una strada che avrebbe dovuto essere una via di fuga antisismica – e un pezzo di costa lungo 1200 metri in concessione per 38 anni. Questi i numeri allarmanti della "Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo", un progetto di finanza approvato dall’allora sindaco Umberto Scapagnini nel 2005 e dal direttore dell’Ufficio speciale per l’emergenza traffico, Tuccio D’Urso, per liberare il viale Ruggero di Lauria, ad alto rischio in caso di evento sismico ed eventuale tsunami. Possibili interventi contro cui si è schierata la città, guidata proprio dal capo dell’amministrazione che, nonostante il Tar, ha confermato la volontà di impedire il progetto, anche perché profondamente diverso da quanto previsto dal Piano regolatore generale, in fase di discussione in Commissione urbanistica e prossimo all’approvazione. Nel documento, infatti, è previsto, oltre all’interramento della linea ferrata lungo la costa, la realizzazione di un parco lineare a mare, in pieno contrasto, dunque, con quanto contenuto nel Project financing presentato dall’Ati composta da Immobiliare Alcalà Srl, Gate Srl e Kenyesia Srl.
E proprio questa distanza con quanto inserito nel Prg è stata tenuta in considerazione dai giudici, che hanno invitato il commissario ad acta a verificare e richiedere eventuali chiarimenti e delucidazioni.
Diversa, invece, la questione legata alla “Viabilità di scorrimento” (anch’essa inserita nel progetto) ovvero al completamento della via De Gasperi – alle spalle del Lungomare – dove per far confluire il traffico liberando il fronte mare.
CATANIA – Parte del progetto di cui ha parlato il sindaco Stancanelli, riguarda la riqualificazione di Ognina, borgo marinaro in cui sono custodite le origini e la storia di Catania, che presto potrebbe tornare a nuova vita.
A dare conferma della volontà dell’amministrazione comunale, l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Marletta, che ha confermato la possibilità di ottenere un finanziamento della Protezione civile proprio per la “Viabilità di scorrimento Rotolo-Ognina” e la riqualificazione della fascia costiera.
“Non siamo certo a un passo dall’ottenere i fondi necessari – ha spiegato – ma è già un passo avanti l’aver riattivato l’iter”.
Secondo quanto spiegato dall’assessore, dunque, l’amministrazione sembra voglia puntare sull’ottenimento dei quasi 14 milioni di finanziamento e portare a compimento l’importante infrastruttura viaria, che potrebbe portare anche all’abbattimento dell’odiato cavalcavia che deturpa il borgo marinaro, recuperando l’ambiente con l’eliminazione delle storture realizzate negli anni Sessanta (di forte impatto ambientale e “colpevole” dell’isolamento del borgo dal tessuto urbano e dal mare).
Un progetto, annunciato nel 2006 dall’allora assessore ai Lavori pubblici, Filippo Drago, che già sei anni fa confermò la volontà dell’amministrazione di realizzare una serie di svincoli destinati a “sostituire” il Lungomare, che a sua volta diventerà una lunga passeggiata, libera da auto e mezzi, da piazza Mancini Battaglia fino a piazza Europa, con l’abbattimento del ponte sul porticciolo di Ognina.
“Stiamo per completare – assicurò allora Drago – una grande opera che, una volta pronta, ci consentirà di continuare nel progetto di riqualificazione del borgo di Ognina e abbattere quel ponte-mostro che si erge sul porticciolo. Daremo così respiro alla città e al suo lungomare”.
Oggi, secondo quanto affermato dall’amministrazione, il piano per restituire alla città il borgo marinaro, potrebbe ripartire.
CATANIA – Contro l’eventualità che il progetto “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo" venga realizzato, oltre all’amministrazione comunale, si sono schierate 27 associazioni cittadine che già nel 2010, in una lettera aperta al primo cittadino, avevano chiesto di assumere tutti i provvedimenti necessari “perché venga posta fine all’ennesima operazione speculativa ai danni dell’ambiente, della cittadinanza, del bene comune”.
Tante le preoccupazioni esposte: a cominciare dal cambiamento di finalità della via De Gasperi che potrebbe diventare copertura di un Centro commerciale. Non solo, le associazioni avevano sottolineato anche come il progetto, qualora fosse portato a termine, porterebbe all’aumento del traffico veicolare, all’annullamento dell’unicità del Borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti e alla trasformazione del Lungomare in percorso commerciale che, polarizzando le attività commerciali, provocherebbe danni ingenti alle altre attività poste lungo le strade interne della città.
E poi, la disgregazione della scogliera lavica e delle relative grotte in corrispondenza di piazza Tricolore a causa della realizzazione di un altro grande parcheggio interrato, insieme alla mancanza di una pianificazione complessiva con il resto della pianificazione urbana, sarebbero sufficienti elementi, secondo le associazioni, per opporsi al progetto.
“L’inerzia delle istituzioni comunali nel definire questa vicenda – avevano sottolineato nella lettera – seppur ereditata da amministrazioni del passato ha comportato la soccombenza in un giudizio le cui non indifferenti spese graveranno sulle tasche dei contribuenti catanesi. Per questo ribadiamo al sindaco la necessità di assumere senza indugio tutti i provvedimenti per impedirne la realizzazione”.