Caccia alle streghe - QdS

Caccia alle streghe

Raffaella Tregua

Caccia alle streghe

giovedì 11 Ottobre 2012
Nel Medioevo, la Santa Inquisizione gridava alle streghe e dava loro la caccia. Ogni donna che avesse un comportamento differente dalla cosiddetta normalità, veniva additata a strega, torturata e spesso bruciata sul rogo. Nella maggior parte dei casi però l’Inquisizione sbagliava. Nel terzo millennio si grida allo scandalo, additando coloro che hanno sottratto denaro pubblico per interesse privato e si vuole vengano metaforicamente bruciati al rogo. Come se nessuno avesse saputo, visto o sentito, come se fossero stati gli unici a farlo, come se fossero i diversi del nostro tempo. Il Fiorito della situazione su questo punto non sbaglia, è il capro espiatorio del momento, con tutta la bella vita, macchine e ville del caso. Se è colpevole, come sembra, dovrà pagare.
 
Ma non deve essere il solo, poiché il marcio cresce e si sviluppa con la connivenza dell’ambiente nel suo complesso. E chi non commette reato, ma vive e lavora in quell’ambiente non può non conoscere meccanismi, fatti e persone. Non può far finta di niente e continuare allegramente a fregarsene come se non lo riguardasse. Se così facesse sarebbe colpevole moralmente e responsabile quanto chi commette il reato perché non avrebbe fatto nulla per impedirlo, consentendo di fatto il perpetuare e l’aggravarsi degli eventi. La Politica, la Burocrazia, la Chiesa i Media, i Cittadini stessi, il dito puntato e il ruolo dell’Inquisizione che piace e fa sentire puri e giusti.
 
Ma non prendiamoci in giro, dove eravamo, che facevamo nei decenni in cui si è rubato denaro alla collettività, sono state emanate leggi ad personam, in cui pochi e sempre gli stessi hanno pagato e pagano le tasse, in cui i guadagni di assessori, deputati e manager pubblici hanno rasentato e rasentano l’inverosimile, in cui l’IMU non viene pagata sugli immobili di proprietà della Chiesa (proprio ieri il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Tesoro che ne prevedeva il pagamento). Allora, quale caccia alle streghe, facciamo un mea culpa, tutti, tranne chi ha sempre fatto il proprio dovere, nonostante tutto. Azzeriamo rendite di posizione, privilegi, denunciamo le storture a qualunque livello, non voltiamoci per non vedere, impariamo a dire no e a battere i pugni su ciò che non va.
 
Che nessuno gridi allo scandalo perché il vero scandalo è gridarlo oggi, quando ieri tutti sapevamo, ma eravamo in pochi a denunciarlo. Le elezioni di ottobre daranno il segno dello scontento e della delusione dei siciliani. Nessun programma concreto, solo parole vane. Che i politici lo comprendano o che si cerchino un altro lavoro, finalmente capiranno che significa lavorare davvero.

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