Consumi, calo generalizzato. Ora si spende solo nell’hi-tech - QdS

Consumi, calo generalizzato. Ora si spende solo nell’hi-tech

Michele Giuliano

Consumi, calo generalizzato. Ora si spende solo nell’hi-tech

venerdì 18 Gennaio 2013

Solo i beni di consumo tecnologici hanno registrato un aumento pari al +9,9 per cento. Vertiginoso calo in molti settori: il più vistoso nel settore automobilistico e per elettrodomestici

PALERMO – Crisi, crisi e sempre di più crisi. Ed è per prima il consumo a farsi sentire, termometro di una situazione che sta sempre più precipitando per la Sicilia. Infatti la contrazione dei consumi registrata a livello nazionale trova riscontro anche nell’Isola dove la spesa in beni di consumo durevoli è scesa da 3.494 milioni a 3.046 milioni, determinando nell’anno appena trascorso una riduzione globale dei consumi pari al 12,8 per cento rispetto al 2011. A diffondere questi dati è l’Osservatorio di Findomestic Banca. Secondo l’Osservatorio mercato automobilistico e motociclistico, sia del nuovo che dell’usato, è quel settore ad aver subito il maggior calo dei consumi: per la auto nuove il dato parla di un -24,9 per cento con una spesa totale di circa 600 milioni di euro, per quelle usate la flessione è del -14,2 per cento con una spesa complessiva di circa 760 milioni di euro, infine per le moto sono stati spesi all’incirca 88 milioni di euro registrando così un calo dei consumi pari al -34,8 per cento.
Anche il mercato dell’arredamento chiude il 2012 con una contrazione dei consumi: -6,9 per cento con una spesa complessiva di circa 982 milioni di euro. In calo anche le vendite di elettrodomestici ( -7,9 per cento per una spesa globale che si aggira intorno ai 242 milioni di euro) e quelle di prodotti informatici (-4,3 per cento con una spesa complessiva di circa 126 milioni di euro).
Tutti i comparti sono dunque in calo, ad eccezione di quello relativo all’Hi-Tech. I beni di consumo tecnologici hanno difatti registrato un aumento pari al +9,9 per cento con una spesa complessiva che gravita attorno alla somma di 247 milioni di euro. A favorire il comparto certamente lo switch-off del segnale analogico e il passaggio al digitale terrestre. I dati negativi sulle vendite trovano certamente una ragione e un riscontro nella diminuzione del reddito medio pro-capite registrata in Sicilia nel 2012 (-1,6 per cento), attestandosi complessivamente sui 13.317 euro annui. Inoltre la domanda di beni e sevizi è in picchiata.
L’indicatore che ogni anno Confcommercio elabora sui consumi sottolinea una drastica diminuzione degli stessi del 3,6 per cento per i servizi, mentre i beni vedono diminuire la domanda del 2,7 per cento. L’unico segmento, all’interno di una profonda crisi di consumi, che ancora registra un buon andamento è il segmento relativo ai servizi e beni per le comunicazioni.
Si può dire che alla fine dello scorso anno c’è stata una crescita relativamente bassa della spesa reale per i servizi, che registrano un +0,4 per cento, mentre la spesa per i beni ha subito un decremento dello 0,2 per cento. Le spese per la mobilità (-2 per cento) e le comunicazioni (-0,8 per cento) evidenziano, un forte ridimensionamento dei consumi. Tra i settori in recupero quelli legati ai servizi alberghieri e della ristorazione insieme ai tabacchi e gli alimentari. Complpessivamente però si può tranquillamente dire che se il 2012 non è stato felice, l’anno che è appena entrato non fa intravedere una ripresa.

Sempre secondo l’indicatore di Confcommercio tutte le altre voci di spesa non menzionate non fanno altro che mantenere una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso. Su calcoli effettuati, in base alle modifiche alle diverse variabili che concorrono alla formazione del prezzo al consumo, per il mese di gennaio 2013 è previsto un indice di variazione dello 0,3 per cento, con una crescita tendenziale del 2,3 per cento. Il risparmio si riduce anche per i siciliani, rispetto all’anno scorso, un dato rilevato nel primo Rapporto dell’Osservatorio del Risparmio promosso da UniCredit e Pioneer Investments. Uno studio che raccoglie dati dal 1995 al 2011, il risparmio lordo pro-capite per un siciliano nel 2012 è pari a 3.710 euro, mentre nel 2011 era di 4.560 euro, ma rispetto alla media nazionale (2.270 euro) il valore di risparmio è ancora alto, ovvero il 63 per cento. La tendenza accentuata al risparmio, in Sicilia, è l’effetto del calo dei consumi e di un approccio finanziario più conservativo: non a caso il 47 per cento dei siciliani preferisce avere liquidità, mentre il 10 per cento della ricchezza dei siciliani è investita in azioni e l’8 per cento in obbligazioni.

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