Quella esaltazione della pagina bianca - QdS

Quella esaltazione della pagina bianca

Carlo Alberto Tregua

Quella esaltazione della pagina bianca

martedì 26 Marzo 2013
Il cervello dovrebbe essere come una pentola in ebollizione. Pensando, riflettendo, emergerebbero, così,  idee da commutarsi in progetti. Una vita senza progettualità e senza il disegno del proprio futuro è vuota e dà il senso del nulla.
Ognuno di noi ha il dovere, invece, di riempirla di azioni e di atti costruttivi che le diano senso e ci facciano capire che, per quanto di piccolissime dimensioni, possiamo contribuire alla crescita propria ed a quella degli altri soggetti della Comunità.
Per fare così è necessario mettersi in gioco continuamente e quindi assumere rischi: i rischi del nuovo. Quando non si rischia si resta in retroguardia, attestati su posizioni conservatrici.
Ognuno di noi ha difficoltà a fare il salto, ad attraversare il fiume, a scendere dall’albero, per la paura del nuovo. Ma senza nuovo non c’è futuro, c’è il solito tran tran che non fa sviluppare la mente, anzi, la rattrappisce e la atrofizza.

Un progetto si può paragonare ad una pagina bianca sulla quale trascrivere le proprie idee anche col brain storming, cioè alla rinfusa, come vengono e man mano che vengono. Accingersi a riempire una pagina bianca è sempre un’impresa esaltante e solo chi ha voglia di vivere intensamente lo capisce.
Coloro che rimangono sulle proprie posizioni senza la spinta interiore che li porti ad evolversi non possono capire il piacere che si prova nel compilare un progetto.  Si tratta di una sfida forte, che ci fa mettere in gioco totalmente perché bisogna scavare dentro di noi per trarre il meglio.
E poi, bisogna trascrivere tutti i dati gettati alla rinfusa sulla pagina bianca secondo un metodo che stabilisca l’obiettivo ed il percorso necessario a raggiungerlo. Insomma, va steso un piano che si suddivide nelle quattro classiche parti:programmazione, organizzazione, gestione e controllo.
La qualità del piano, quando c’è, lo rende eseguibile e realizzabile. Questo accade solo se il progetto è steso in termini chiari e comprensibili, di modo che chi lo legga ne capisca subito la realizzabilità.
Senza i requisiti di concretezza nessun progetto è realizzabile. Per contro, anche il più ardito che abbia le gambe giuste può essere realizzato.

 
La ricerca crea innovazione, nessun popolo che non destini alla ricerca risorse sufficienti progredisce. Non solo, ma regredisce rispetto agli altri, ai competitori, perché l’assenza di innovazione nelle attività di vario tipo (sociali, economiche, finanziarie, istituzionali e via elencando), lo rende sempre più piatto e incapace di affrontare e risolvere adeguatamente i problemi.
Quando si fa ricerca bisogna immaginare che cosa si vuole trovare. Bisogna anche sognare cercando di vedere prima quello che gli altri non vedono e poi ci vuole tanto spirito di sacrificio e grande passione per esplorare vie inedite che portino al risultato agognato.
Senza intuito, senza sacrificio, senza passione non si approda a nessuna innovazione.
La collettività deve sostenere i veri ricercatori ed emarginare quelli fasulli. è del tutto evidente che sia necessaria una qualità ed una certificazione della ricerca senza della quale non vi può essere il riconoscimento della scienza. 

La pagina bianca è, al tempo stesso, un’enorme difficoltà ed una grande esaltazione. Ci fa vedere la nostra pochezza e contestualmente la nostra potenzialità. Si tratta di mettere insieme una debolezza ed una forza per tentare con ogni mezzo in nostro possesso di approdare al risultato.
Così è accaduto nei secoli, quando le innovazioni arrivavano all’opinione pubblica e questa reagiva con incredulità, spesso denigrando chi rivelava verità esistenti, ma di cui nessuno aveva cognizione.
Per tutti ricordiamo Galileo Galilei (1564-1642), i Principia di Isaac Newton nel 1687, gli esperimenti di Benjamin Franklin nel 1752, la Teoria atomica degli elementi di John Dalton nel 1808.
Nessuno di noi si deve impaurire per quello che hanno scoperto questi grandi uomini perché potenzialmente abbiamo la possibilità di fare, nel nostro piccolo, grandi cose. Dobbiamo metterci tutta la nostra volontà e tutta la nostra capacità, pensando che i nostri piccoli limiti possono essere estesi in proporzione.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017