Intervista a Padre Miguel: una vita in aiuto dei poveri - QdS

Intervista a Padre Miguel: una vita in aiuto dei poveri

Antonio Leo

Intervista a Padre Miguel: una vita in aiuto dei poveri

sabato 27 Aprile 2013

Dalla scuola a Caserta ad “Angeli per un giorno” a Catania. Nelle file dei Legionari di Cristo fin da quando aveva 18 anni, poi due lauree a Roma e da lì in poi l’occhio di riguardo per gli ultimi. “Cerchiamo di fare in modo che i giovani più fortunati possano aiutare chi non ha avuto la stessa buona sorte”

CATANIA – Esiste un’altra Chiesa, silenziosa, di cui nessuno parla perché nella società scandalistica di oggi il bene non fa notizia. È la Chiesa dei sacerdoti sul campo, di quelli che scelgono la strada come spazio principale della propria esistenza. È la Chiesa di Miguel Cavalle Puig, o più semplicemente Padre Miguel. Un uomo che ha scelto la “militanza”, voluta dal Signore (perché queste cose non accadono mai per caso), nelle file dei Legionari di Cristo sin dai 18 anni. Due lauree a Roma, una in filosofia e l’altra in teologia; poi la pastorale, la cura delle anime, in special modo degli ultimi. La sua attività si concentra nel Mezzogiorno d’Italia e in Sicilia. A Maddaloni, in provincia di Caserta, guida il “Villaggio dei ragazzi”, una struttura che dà una speranza a quanti la vita sembrava averla rubata.

In che cosa consiste la sua attività nel Sud Italia e in Sicilia?

“Nel Sud Italia, l’attività principale è quella del ‘Villaggio dei ragazzi’. È una fondazione nata nel 1947 che ha come scopo quello di accogliere i bambini orfani, abbandonati o provenienti da ambienti sociali di particolare disagio o povertà estrema. Da 13 anni sono a capo di questa struttura che oggi conta 1.500 bambini e giovani. Offriamo due tipi di assistenza: il convitto, per chi viene dagli ambienti più difficili (per esempio ragazze madri, ex carcerati, giovani con problemi di droga, delinquenza e così via); e il semiconvitto che assiste altri 200 ragazzi”.
Cosa offre il Villaggio dei ragazzi?
“Una scuola, il materiale didattico, il vitto, l’alloggio. Ma anche attività di doposcuola, formative, sportive, nonché spirituali e religiose. Dal punto di vista scolastico, seguiamo i giovani dalla materna fino all’Università. Abbiamo, infatti, anche una Facoltà universitaria di Mediazione linguistica. Abbiamo sei licei: linguistico, scientifico, musicale, alberghiero, aeronautico e industriale. Nel campo aerospaziale siamo capofila e abbiamo un istituto tecnico superiore per la mobilità sostenibile nel settore ferroviario”.
Lei è spesso in Sicilia. Qual è l’aiuto che portate nell’Isola?
“In Sicilia abbiamo avviato un’attività di volontariato, denominata ‘Angeli per un giorno’, in favore dei bambini più disagiati, soprattutto di Catania e Palermo. Cerchiamo di fare in modo che i giovani ‘più fortunati’ possano aiutare chi non ha avuto le stesse fortune. Per esempio a Catania, gli studenti del liceo scientifico Galileo Galilei o del Liceo Classico Cutelli offrono giornate ricreative ai bambini delle zone più disagiate. Si organizzano escursioni in montagna, attività di doposcuola, si va al Policlinico nell’ambito del progetto “Angeli in corsia” o al carcere minorile. È un modo per introdurre i giovani al volontariato. La nostra speranza è che questi ragazzi possano amare l’impegno sociale e in un futuro proseguire in forme più grandi e impegnative”.
In Campania siete riuscire a sistematizzare l’aiuto, offrendo una “casa” a chi si trovava in condizioni di estremo disagio. Avete in programma di creare in Sicilia qualcosa del genere?
“Sarebbe stupendo, ma con la crisi che stiamo affrontando ci sono sempre meno fondi dello Stato per il Welfare. Per adesso appoggiamo quelli che già lo fanno, e che spesso fanno fatica ad andare avanti, come la Caritas diocesana. Per esempio a San Giorgio (un quartiere di Catania, nda), tramite la Vis Foundation, abbiamo comprato 100 tute sportive per i bimbi della zona”.
Il suo lavoro non si ferma soltanto all’Italia, ma anche in altre parti del mondo.
“Da tre anni ho iniziato un lavoro internazionale con due organizzazioni: la Ong Vida e Vis Foundation (Villaggio for international solidariety). A partire dell’esperienza del Villaggio dei ragazzi, ho creato la Vis foundation per moltiplicare il modello educativo di Maddaloni in altre parti del mondo. L’obiettivo è accogliere ed educare i bambini dei paesi più poveri, dall’India all’Africa. La Ong Vida, invece, opera soprattutto in India ed è aperta ad anziani, malati, agli ultimi. Le due organizzazioni sono nate dopo l’esperienza che ho fatto a Calcutta sei anni fa. Da allora ci vado ogni anno con alcuni giovani per fare volontariato. Si tratta di un’esperienza incredibile di miseria che mi ha scioccato: sofferenza, malattie, emarginazioni, persone che non vengono considerate nemmeno classe sociale (gli intoccabili, nda). Sono situazioni che non possiamo nemmeno immaginarci, e non sono centinaia: sono milioni”.
In cosa consiste l’attività di Vida?
“Lo scopo principale è raccogliere fondi per aiutare la gente che durante l’estate assistiamo in qualità di volontari. Il progetto sta crescendo e quest’anno aiuteremo almeno 25 Centri in diverse parte dell’India. Sono aiuti orientati ai più poveri, un po’ come faceva Madre Teresa di Calcutta: anziani, lebbrosi, bambini abbandonati”.
Riuscite a portare il volto di Cristo tra le popolazioni che aiutate?
“Non è il fine in se stesso. Il fine è far vedere che Dio li ama. È chiaro che il missionario vuole portarli a Gesù, ma non è che strumentalizza il ‘far del bene’ per far sì che le persone si convertano. Gesù ci ha abituato a fare del bene a tutti. La maggior parte delle persone che si avvicinano alla Chiesa sono i senza casta”.
Mi viene in mente il messaggio, l’immagine, che ci ha lasciato Gesù: “Gli ultimi saranno i primi”.
“Esatto. È così. E comunque chi non si converte ha la stessa attenzione degli altri. Nei Centri di Madre Teresa, così come negli altri punti di assistenza, molti sono musulmani, induisti, buddisti”. Se volete aiutare Vida onlus con il 5 per mille basterà inserire il codice fiscale 93075490610 su CUD, 730 o Unico nel riquadro dedicato alle associazioni di volontariato. Un piccolo grande gesto".

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