Case in vendita, a Catania e Palermo le trattative più veloci - QdS

Case in vendita, a Catania e Palermo le trattative più veloci

Massimo Calamuneri

Case in vendita, a Catania e Palermo le trattative più veloci

mercoledì 28 Agosto 2013

Chi vende un immobile nelle due maggiori città siciliane riesce a concludere la trattativa in meno tempo. I proprietari tuttavia guadagnano meno

L’estrema difficoltà nell’ottenere ottenere mutui casa ha depresso il mercato immobiliare. Le case in vendita non possono essere acquistate, perché le banche non concedono il credito necessario, e gli immobili già su piazza non trovano nuovi inquilini se non dopo una lunga attesa. Palermo e Catania, tuttavia, sembrano offrire tempi più ridotti.
 
Lo rivela l’ultimo Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, che ha monitorato la durata media delle trattative regione per regione. Dall’analisi emerge che la scarsa propensione delle banche a concedere un finanziamento non è l’unica causa del prolungarsi dei tempi d’attesa. Gli acquirenti, infatti, sperano di spuntare un ulteriore sconto lasciando sulle spine il venditore magari per uno o due mesi in più.
  
Questa tattica ha portato al record di Venezia e Mestre, dove per vendere una casa servono in media dieci mesi e 8 giorni, ma in Sicilia chi vende dev’essere decisamente più impaziente. Secondo l’Osservatorio, infatti, a Palermo un appartamento impiega 7 mesi e mezzo per cambiare proprietario, a Catania 8 mesi e 3 giorni.
 
La Sicilia è la terra felice delle transazioni immobiliari? Non proprio, considerando che per accorciare i tempi i proprietari palermitani e catanesi rinunciano, rispettivamente, al 20 e al 16,6% sul prezzo proposto inizialmente. Tra l’altro, battute a parte, se si stringe sulle tempistiche è spesso perché si necessita di liquidità e non si vogliono perdere potenziali acquirenti in tempi duri come questi.
  
Eppure, gli affari che i nuovi inquilini fanno in questo modo contribuiscono ad affossare ulteriormente il mercato immobiliare, perché se il valore delle case diminuisce ancora, non sarà più conveniente costruirle e tutto il settore edilizio resterà paralizzato (basti pensare all’indotto occupazionale). Chissà che il nuovo Piano Casa promesso dal Governo Letta non aiuti a risollevare la situazione.

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