“Mi sono insediato a Siracusa lo scorso 16 settembre. Questo mese e poco più è stato un periodo molto intenso che mi è servito per entrare in medias res e devo dire che sono stato agevolato anche dal fatto che ho dovuto preparare la relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, quindi mi sono documentato. Per quanto riguarda l’ambiente che ho trovato, sul piano organizzativo, i colleghi che hanno diretto prima di me la struttura, dovendo pensare anche ad altre questioni, hanno sottratto qualche energia all’organizzazione e da questo bisogna partire”.
“Innanzitutto, mi sto occupando della riorganizzazione dell’ufficio in tutti i settori perchè ci sono delle carenze strutturali notevoli, soprattutto per quel che riguarda la parte amministrativa, dove la carenza di organico è notevole, considerando anche i pensionamenti. I magistrati sono in totale 13 più l’aggiunto; in realtà sono presenti in 11, uno verrà a febbraio ma, nello stesso tempo, un altro è in procinto di essere trasferito. Tra gli amministrativi ci sono delle carenze molto grosse: su un’ottantina ne mancano circa quindici. Di questa carenza si risente e non c’è molta speranza di un’inversione di tendenza. Questo è un problema molto serio, tanto è vero che io ho già fatto dei provvedimenti per cercare di rendere un poco più efficiente il servizio. Sto puntando molto sull’organizzazione: qualche giorno fa ho consegnato il progetto organizzativo della Procura, l’anima, gli obiettivi, la struttura, i gruppi specializzati, i criteri di assegnazione”.
“Stiamo partecipando a una serie di progetti sulla digitalizzazione che erano fermi su un binario morto, e li abbiamo riavviati. Questi sono strumenti che aiutano molto: il fascicolo elettronico, la carta dei servizi, il bilancio sociale. Tutto questo sarà realizzato nei prossimi mesi, grazie anche all’intervento della Regione e grazie alla convenzione con il Ministero della Giustizia e la società che si è aggiudicata l’appalto. Per quanto riguarda il sito web, stiamo lavorando per garantire la prenotazione per via telematica dei certificati e il ritorno, sempre per via telematica, agli avvocati. Un’altra cosa che stiamo facendo è un protocollo d’intesa con l’Inps, perchè ci sono milgiaia di denunce sull’omissione contributiva”.
“Sicuramente, c’è una situazione di emergenza sia sul piano della tutela ambientale, una situazione molto difficile. Il porto di Augusta è uno di quelli più a rischio perchè deve essere bonificato. C’è stato già un primo approccio, ma purtroppo il nostro ordinamento è complesso, c’è una frammentazione di competenze, ci sono approcci burocratici che rallentano tutto. La Procura interviene dopo e noi facciamo quello che possiamo fare. Abbiamo procedimenti di indagini in corso relativamente al triangolo Priolo-Melilli-Siracusa. In questa zona non credo ci sia rischio di provvedimenti simili a quelli presi con l’Ilva di Taranto, anche se questo è paventato dalle alte dirigenze del petrolchimico che temono queste chiusure. Io ho avuto un incontro con il direttore generale al quale ho fatto presente quali siano le leggi in Italia in tema ambientale: incoraggeremo le imprese che rispettano queste leggi. Da questo punto di vista, comunque, ho riscontrato molta disponibilità. La questione, comunque, è molto complicata perchè riguarda forti interessi economici. La legislazione, comunque, sul piano penale è molto blanda”.
“Sono notevoli, sappiamo che le organizzazioni criminali hanno avuto sempre un asse preferenziale tra Catania e Siracusa. La zona grigia che c’è tra la criminalità comune, la pubblica amministrazione e la criminalità mafiosa è abbastanza estesa. Come Procura, siamo in perfetta sintonia con la DDA. La criminalità sul territorio si divide in tre zone, tre fasce di presenza: Nord, hinteland di Siracusa e Sud. Il Nord è più interessato da Cosa nostra, così come la zona vicina al calatino. Poi c’è Siracusa e l’hinterland e, infine, l’area del Sud, dove ci sono presenze a Pachino, collegate con il ragusano. In questo panorama si innesta la fenomenologia degli sbarchi e dell’immigrazione clandestina. Dal primo gennaio sono arrivate quasi 11 mila persone nella zona tra Siracusa, Portopalo e Cassibile”.
“Sì. La questione è naturalmente al nostro esame e, in questo momento, stiamo approfondendo la vicenda molto seriamente. Ci sono due aspetti da valutare: da un lato, quello relativo all’incidente vero e proprio, probabilmente frutto di accidentalità; dall’altro, c’è un problema di struttura, del casello. Stiamo comunque accertando le eventuali responsabilità”.