Giovani, l’ultima carta è fare impresa - QdS

Giovani, l’ultima carta è fare impresa

Andrea Carlino

Giovani, l’ultima carta è fare impresa

mercoledì 27 Novembre 2013

Nei territori con i livelli più alti di disoccupazione, gli under 35 giocano tutte le loro fiches sulla ruota dell’imprenditorialità. Secondo Unioncamere Toscana al Sud sono nate il 43% delle società semplificate di tutta Italia

CATANIA – Entrato ormai di diritto nel vocabolario quotidiano, il termine “Startup” si riferisce alla fase di partenza di un nuovo progetto imprenditoriale ed è diventato strettamente connesso alle possibilità di ripresa economica. La formula semplificata ha fatto presa soprattutto fra i giovani: le “Srl semplificate” aperte dagli under 35 sono state 12.100 contro le 5.000 varate dagli over 35 per un totale di 17.200 in tutta Italia come rivela uno studio di Unioncamere Toscana (in esame il periodo dal 1 ottobre al 30 settembre 2013), secondo il quale le norme di semplificazione per lo start-up imprenditoriale rappresentano un’opportunità che coinvolge 47 neo-imprenditori ogni giorno: 33 giovani e 14 over 35. Cosa significa startup innovativa? Con il Decreto Legge del 18 ottobre 2012, n. 179 poi convertito dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221, è stato introdotto in modo articolato e per la prima volta in Italia il concetto di start up innovativa, successivamente modificato con il DL del 28 giugno 2013. 
Una start up innovativa è, innanzitutto, una società che deve (ai sensi dell’art. 25, comma 2, del provvedimento citato) godere necessariamente della seguente forma, e vincoli, giuridici: società di capitali, quindi S.r.l., S.p.a. o S.a.p.a. (anche in forma cooperativa), società europea residente in Italia ai sensi dell’art. 73 TUIR, società le cui azioni, o quote rappresentative del capitale sociale, non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione.
 
Per ambire ad essere start up innovativa, la società deve possedere i seguenti requisiti: i soci, persone fisiche, devono detenere al momento della costituzione, e per i successivi 24 mesi, la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale; la società deve essere costituita e svolgere attività d’impresa da non più di 48 mesi; la sede principale dei propri affari e interessi deve essere l’Italia e non deve distribuire utili.
 
L’oggetto sociale esclusivo o prevalente deve essere lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. La società deve possedere inoltre almeno uno dei seguenti requisiti: le spese in ricerca e sviluppo pari, o superiori, al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione; personale in possesso di una laurea magistrale in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva;  deposito o licenza di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale. 
Ritornando alla mappatura delle start-up italiane, lo studio Unioncamere Toscana segnala la voglia di questo modo di fare impresa, soprattutto tra i più giovani. La voglia o il coraggio di imprenditorialità, riguarda soprattutto il Sud dove è nato il 43% di società semplificate, il Centro con il 27%, meno diffuse invece nell’Italia settentrionale. Svettano Campania e Lazio ciascuna con 2 mila nuove società create da giovani e altre 600 da meno giovani. In Toscana, al pari di Emilia e Veneto, sono nate 1.000 aziende con formula semplificata, di cui 680 avviate da giovani.
Buon risultato per la Sicilia che si attesta al quarto posto dopo la Campania e davanti a Puglia e Emilia Romagna: oltre 1.400 start up under ed over 35 (in maggioranza under con più 1.000 aziende).
 

 
L’approfondimento. Una società su tre tra le nuove nate è femminile
 
Però molte delle aziende aperte non sono ancora attive, cioè esistono solo sulla carta:  in media solo il 45% delle srl semplificate giovanili e il 57% delle over 35 hanno dichiarato l’inizio dell’attività: dopo il primo passo gli intralci burocratici e i costi di gestione rappresentano ancora un ostacolo. 
La maggioranza delle nuove società è condotta da italiani, non sono quindi gli stranieri a cogliere l’opportunità della semplificazione. La quota di società straniere sale in alcune regioni, fra cui la Toscana in cui sono il 13,4% contro la media nazionale del 9%. 
Una società su tre è femminile, nata dal progetto di donne (la proporzione – il 31% –  più alta della media di imprese femminili, che si ferma al 24%), soprattutto giovani, che non si arrendono di fronte alla mancanza di lavoro.
Oltre 3 mila gli addetti delle Srl semplificate under 35 “in rosa” che hanno già iniziato l’attività. La Toscana è in testa a livello nazionale per numero di addetti che vi lavorano (400), seguita da Campania e Lazio.
 

 
Start up di due siciliane premiate tre le prime cinque al mondo
 
CATANIA – Due ragazze siciliane hanno conquistato il podio del campionato mondiale 2013 delle industrie creative, che si è svolto a Copenaghen (leggi nostro articolo). Tra le cinque finaliste "mondiali", l’impresa che ha rappresentato a Copeneghen l’innovazione italiana, Orange Fiber, la startup siciliana di Adriana Santanocito ed Enrica Arena che trasforma gli scarti e i sottoprodotti dell’industria agrumicola in un tessuto sostenibile e vitaminico. I finalisti, rappresentanti più di 40 paesi, dall’Austria all’Arabia Saudita, si sono contesi il titolo di migliore azienda creativa al mondo. Ogni paese in gara infatti, attraverso una competizione nazionale, ha selezionato la migliore idea imprenditoriale e l’ha accompagnata a concorrere nella finale mondiale.

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