Regione siciliana taglia spese, ma senza toccare stipendi - QdS

Regione siciliana taglia spese, ma senza toccare stipendi

Raffaella Pessina

Regione siciliana taglia spese, ma senza toccare stipendi

martedì 24 Dicembre 2013

Sul Dpef per il prossimo triennio discussione e approvazione in Aula. L’assessore Bianchi stupito dalle critiche dei parlamentari

PALERMO – Seduta d’Aula ieri pomeriggio all’Ars per avviare la discussione del Dpef per il prossimo triennio. Relatore di maggioranza è stato il deputato del Megafono Giuseppe Di Giacinto, per la minoranza Marco Falcone del Pdl. A seguire gli altri interventi che hanno avuto l’obiettivo di rendere pubblica l’intenzione di voto dei vari gruppi parlamentari. Ferma la replica dell’assessore all’Economia Luca Bianchi, che ha manifestato stupore alle critiche mosse dai vari parlamentari, ed ha detto che il documento era stato depositato già a settembre e c’era tempo per leggerlo e muovere rilievi in anticipo.
Bianchi ha sottolineato che il Dpef si concentra sul tema dei fondi strutturali e che quest’anno non ci sarà il rischio di un disimpegno. Il documento per Bianchi contiene una riduzione della spesa regionale senza incidere sugli stipendi, ma con risorse per lo sviluppo e per la crescita. Momenti di tensione in Aula si sono verificati al momento di votare un ordine del giorno al Dpef (153) presentato dal presidente della commissione Bilancio Nino Dina e dai capigruppo della maggioranza Gucciardi (Pd), Leanza (Art. 4), Di Giacinto (Megafono), Firetto (Udc). Il documento impegna il governo a “intensificare tutte le azioni volte a contrastare la riduzione dei livelli di reddito e d’investimento e il deterioramento del sistema produttivo, compatibilmente con le politiche di rigore nella gestione dei conti, ad irrobustire le politiche di risanamento ad incentivare le misure di sostegno alle attivita’ produttive”.
Per diversi minuti il vice presidente Antonio Venturino ha faticato a riportare ordine perché i votanti favorevoli e contrari erano quasi equivalenti ed è stato difficile effettuare la conta. Alla fine il documento è stato approvato. La discussione del Dpef segna l’avvio della sessione di bilancio che si concluderà con l’approvazione di bilancio e finanziaria ancora all’esame della seconda commissione.
Sempre ieri in Sala Stampa a Palazzo dei Normanni si è tenuta la consueta conferenza stampa di fine anno del Presidente dell’Ars ed è stata l’occasione per Ardizzone di fare alcune considerazioni, prima fra tutte la assicurazione che il bilancio si approverà in tempo utile ed ha aggiunto: “L’approvazione del rendiconto 2012, che è sfuggita a tutti, è la legge più importante approvata nella legislatura. Dò merito alla classe dirigente e a coloro che hanno lanciato l’allarme sulle entrate. Una manovra di 15 miliardi di residui attivi iscritti, che dovevano servire per fare approvare il bilancio. Per la prima volta una manovra finanziaria con un assestamento di bilancio viene approvata senza alcuna impugnativa dal commissario dello Stato. Abbiamo fatto il nostro dovere che ci permette di guardare con più fiducia al nostro futuro”.
 
E ha avuto a che dire della stampa nazionale che vuole continuare a denigrare la Sicilia. “A molti media e alla stampa nazionale non è andata giù che abbiamo approvato il decreto Monti, si aspettavano che non ci allineassimo alle altre regioni d’Italia. Non è vero che costiamo di più, che abbiamo fatto trucchi”. Ardizzone ha detto: “Sono pronto a un confronto pubblico per dimostrare che sotto tutti i punti di vista non ci sono trucchi e non siamo la Cenerentola delle regioni, abbiamo davvero tagliato i costi”. Ardizzone ha anche confermato che entro il 31 dicembre verranno incardinati bilanci e finanziaria. “Il bilancio dell’Ars è attualmente in fase di elaborazione -ha aggiunto- c’è un’ indicazione forte dell’Aula che riguarda una riduzione sul funzionamento e costi del personale che si aggira sul 10% da spalmare nei tre anni”.
 
Sulla riduzione complessiva effettuata con l’applicazione della spending review Ardizzone è rimasto riservato: “non mi sento ancora di dare cifre: un’ipotesi di carattere generale c’è, bisognerà verificare i contratti in essere e differenziare la parte tassabile e non tassabile. Credo che la parte non tassabile sarà quella che spetterà per le spese di segreteria e la diaria, intorno ai 4.500 euro, come per le altre regioni”. Intanto come se fosse ormai un passaggio obbligato per tutte le leggi regionali, il Commissario dello Stato ha impugnato gli articoli 4 e 5 del disegno di legge n° 566 sull’Irfis approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana il 18 dicembre scorso, per violazione degli articoli 81, 97, 117, 1° comma della Costituzione in relazione agli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e dell’art. 117, 2° comma, lett.e) della Costituzione. Le disposizioni impugnate riguardano la prestazione di garanzia “a prima richiesta” in favore delle imprese operanti nel territorio regionale a valere sulle disponibilità del fondo di dotazione dell’Irfis-FinSicilia.

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