Ora, se l’amministrazione guidata dal sindaco Bianco volesse abbozzare un progetto di largo respiro, dovrebbe ipotizzare l’uso delle tre strutture (o quantomeno delle due sulle quali ha direttamente competenza) mettendole in rete tra loro, dopo averle adeguate alle moderne esigenze della convegnistica. L’ex Raffineria dovrebbe essere completata in ogni sua parte; l’ex Palazzo delle Poste dovrebbe essere destinato ad albergo, con un bando internazionale per la gestione della struttura.
La zona del viale Africa, già abbastanza accessibile, dovrebbe essere migliorata sul piano della viabilità, della sicurezza, dei parcheggi, dell’arredo urbano e dei servizi pubblici in genere. Ne nascerebbe un vero e proprio “polo” della convegnistica che come obiettivo dovrebbe porsi quello di attirare un milione di visitatori ogni anno.
Per questo sarebbe indispensabile anche costituire una task-force di esperti per il turismo congressuale, pilotata dal Comune attraverso le proprie Direzioni, per promuovere questa ottima location (dove il clima è eccellente quasi tutto l’anno e le attrazioni locali, il mare, la montagna, le bellezze artistiche e paesaggistiche sono uniche al mondo) e far sì che i convegni internazionali vengano organizzati proprio a Catania.
Ci si continua a chiedere in che modo si possa creare turismo e in che modo si possano offrire nuove opportunità di lavoro in tempi di crisi. La risposta sta negli investimenti pubblici, che diventano il motore dello sviluppo d’impresa. L’ente pubblico mette a disposizione le proprie risorse, in questo caso gli immobili, i privati mettono a disposizione i capitali, in project financing e nel massimo della trasparenza, con un guadagno totale che diventa immagine per il territorio, occupazione per i giovani, riqualificazione per gli spazi di tutti.
Una prospettiva troppo complicata, troppo difficile? No, al massimo complessa. Ma affascinante e fattibile. Ci speriamo.