Quel depuratore di Mazara del Vallo abbandonato tra sprechi, ruggine e promesse infrante - QdS

Quel depuratore di Mazara del Vallo abbandonato tra sprechi, ruggine e promesse infrante

Alessandro Accardo Palumbo

Quel depuratore di Mazara del Vallo abbandonato tra sprechi, ruggine e promesse infrante

venerdì 17 Gennaio 2014

La struttura di Mazara del Vallo è stata ultimata nel 2011. Mai attivata, da allora produce solo debiti

MAZARA DEL VALLO (TP) – È costato tre milioni e 600 mila euro, è stato ultimato il 2 settembre 2011 (come si evince dal verbale di consegna dei lavori presentato dalla ditta Durante Srl), ma ancora non serve a nulla. Il depuratore cittadino situato in contrada Bocca Arena, a due passi dal fiume Delia, al momento produce solo costi: economici e ambientali. E non solo, visto che l’impianto risulta abbandonato a se stesso. Le foto, a corredo di questa inchiesta, sono state scattate il 3 gennaio scorso e le immagini parlano da sole.

LA RECINZIONE È PIENA DI VARCHI
– Entrare all’interno del depuratore comunale è un gioco da ragazzi: basta semplicemente oltrepassare, costeggiando a sinistra, il cancello d’ingresso arrugginito (foto 1), girare a destra attorno alla struttura, addentrarsi nel confinante vigneto, et voilà, uno sbercio enorme (foto 2) nella recinzione consente un agevole ingresso a chiunque.

UNA PASSEGGIATA PANORAMICA
– La vista dall’alto, di uno dei mega silos dell’impianto (foto 3), dà una visione d’insieme della struttura che non fa certo pensare a un depuratore pronto a entrare in funzione. Anzi. La ruggine è ben presente in diverse zone (foto 4 e 5) e alcuni macchinari datati 2011 (foto 6) oltre a essere aperti e lasciati alle intemperie, manifestano anch’essi segni di ossidazione. Residui di materiali edili di scarto, inoltre, si trovano in giro qua e là.
NESSUNA VIDEOSORVEGLIANZA – La bufala – annunciata da un vetusto cartello ingiallito dal tempo posto alla sinistra del cancello d’ingresso – sulla presenza della video sorveglianza (foto 7) è clamorosa. Dopo oltre mezz’ora dal nostro ingresso nel depuratore non è arrivato nessuno a proteggere il sito. Ma, soprattutto, non c’è traccia alcuna di telecamere.
LA CABINA DELLA DISCORDIA E LE BUGIE DELL’AMMINISTRAZIONE – Il ritardo nella messa in funzione del depuratore non è dovuto a un disservizio dell’Enel – come dichiarato in più occasioni dall’amministrazione – per una mancata allacciamento di una cabina. Come si vede chiaramente dalle immagini (foto 8), la stessa è presente già dal luglio 2013. Il ritardo è tutto amministrativo.
Lo dice, nero su bianco, la determina (n. 466 del 05/7/2013 del dirigente 3° Settore Lavori pubblici, Alberto Ditta), ove si legge che “con il completamento dell’impianto di depurazione e l’approssimarsi dell’ultimazione dei lavori di ristrutturazione del tratto terminale dell’emissario lungomare San Vito si dovrà procedere alla sua conduzione e gestione; per la complessità del nuovo impianto è necessario un gestore esterno”.
Inoltre, continua il documento, “è necessario un supporto tecnico per ottenere l’autorizzazione allo scarico del refluo depurato nel suo recettore finale, da parte dell’autorità regionale competente”.
Le chiacchiere stanno a zero: a luglio l’iter non era concluso e l’ennesima promessa di apertura a gennaio, fatta da Cristaldi, non è ancora stata mantenuta.

LA CUSTODIA SULLA PAROLA DA 140 MILA EURO
– Dieci mesi di guardia al depuratore per il 2012 sono costati, alle tasche dei contribuenti mazaresi, un debito fuori bilancio da 145 mila 200 euro (iva compresa) a favore della ditta Durante. Per questo servizio l’azienda aveva già emesso due fatture: la n. 50 del 20/12/12 (108 mila + Iva) e la n. 2 del 16/01/13 (12 mila + Iva). La prima è relativa al periodo marzo-novembre 2012 e la seconda al dicembre dello stesso anno. Il presupposto di tale uscita deriva da un primo contratto, tramite cui l’amministrazione comunale – guidata da Nicola Cristaldi (ex Pdl, in attesa di ingresso in Forza Italia) – aveva affidato la custodia temporanea del depuratore per pochi mesi, in attesa che entrasse da lì a poco in funzione, alla stessa azienda che aveva completato i lavori dell’impianto. La proroga della custodia del depuratore, invece, sarebbe stata affidata sulla parola, senza alcuna previsione di spesa nel bilancio comunale. Lo si legge chiaramente negli allegati per la proposta di approvazione del debito, giunti in Consiglio, in cui si legge che tale costo deriva, inoltre, da un procedimento contrario alla normativa poiché è “senza atto formale di impegno di spesa in violazione dell’art. 191, Decreto legislativo 267/2000, commi 1 e 2”. La necessità di vigilare sulla struttura è frutto di una precedente esperienza negativa. Decenni or sono l’impianto fu realizzato e poi sottoposto all’attenta “cura” dei vandali: attenzioni che resero il depuratore, nel giro di poco tempo, inservibile.

ALTRI 174 MILA 240 EURO POTREBBE COSTARNE NEL 2013
– La notizia è emersa nel corso del Consiglio comunale di fine ottobre quando fu approvato il debito fuori bilancio.

Dall’amministrazione tutto continua a tacere

MAZARA DEL VALLO (TP) – Il Quotidiano di Sicilia ha chiesto una replica all’amministrazione comunale sulla questione depuratore: se la struttura, per il 2014, risulti sottoposta a vigilanza e, se si, a chi e come è stato affidato l’incarico. Se vi siano, inoltre, novità sulla data di avvio del depuratore e, se – come affermato in Consiglio comunale a ottobre scorso – vi sia la prospettiva di un ulteriore debito fuori bilancio, da 150 mila euro, anche per il 2013 a favore della ditta Durante Srl per aver custodito il bene.
Al Comune hanno ritenuto opportuno non dare una risposta. Attendiamo comunque fiduciosi per una futura replica, nella speranza di poter dare ai cittadini risposte finalmente concrete.
Occorre ricordare che sul sistema di depurazione siciliano e nei confronti dell’Italia, incombe la mannaia della procedura d’infrazione dell’Ue, per inadempienza (Direttiva n. 271 del 1991), in relazione al trattamento dei reflui urbani (la depurazione delle fognature). Il 2016 è l’ ultima scadenza per adeguarsi. In caso contrario giungerà una multa dall’Ue, fino a 700 mila euro per ogni giorno di ritardo.
Gli interventi effettuati a Mazara del Vallo sono stati realizzati grazie al miliardo di euro stanziato dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), negli anni scorsi, proprio per evitare la sanzione dell’Ue.

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