C’è vento di separazione. Crimea chiamata al voto - QdS

C’è vento di separazione. Crimea chiamata al voto

Oriana Sipala

C’è vento di separazione. Crimea chiamata al voto

venerdì 07 Marzo 2014

Referendum indetto per il 16 marzo. Il primo ministro Yatsenyuk: “È illegittimo”

KIEV – Si fa strada in Crimea l’idea di un’adesione alla Russia. Il Parlamento del territorio russofilo ha infatti votato all’unanimità una mozione. E sempre a questo proposito, è stato indetto un referendum, previsto per il 16 marzo, con il quale si deciderà il futuro della penisola. Al popolo di Crimea spetterà decidere se rimanere parte dell’Ucraina o se unirsi alla Russia. Tutto questo mentre i rapporti internazionali si inaspriscono sempre di più: a un gruppo di osservatori militari dell’Osce è stato infatti impedito l’ingresso in Crimea dinanzi a un posto di blocco istituito da miliziani filorussi.
Di fronte a una simile evoluzione della situazione, il governo ad interim di Kiev, da parte sua, “è pronto a firmare l’accordo di associazione con l’Ue il più presto possibile”. Lo ha detto il primo ministro Arseniy Yatsenyuk al termine di un incontro con i capi di Stato e di governo dell’Ue. Il referendum per l’indipendenza della Crimea, ha proseguito, “è illegittimo e non ha basi giuridiche. Rifiutiamo il separatismo. La Crimea era, è e sarà parte integrante dell’Ucraina”.
L’Ue intanto ha deciso il congelamento dei beni del presidente ucraino destituito Yanukovich, e di altri 17 esponenti del suo regime sospettati di appropriazione indebita di fondi pubblici. La decisione è stata annunciata a poche ore dal vertice straordinario di Bruxelles dei capi di Stato e di governo dell’Ue dedicato alla crisi ucraina. Al summit è giunto anche Matteo Renzi, per la prima volta a Bruxelles come presidente del Consiglio. I leader di Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Polonia si sono confrontati sulla crisi ucraina in una riunione separata prima del vertice dei 28.
“L’Unione europea parlerà con una voce sola per sostenere l’Ucraina nelle riforme e nell’organizzazione di nuove elezioni. Ci sarà una pressione molto forte sulla Russia perché avvii un processo di allentamento della tensione. Fra queste pressioni c’è anche un ricorso a eventuali sanzioni”, ha detto il presidente francese Hollande. “Dobbiamo assicurarci che la Russia e l’Ucraina si parlino – ha invece affermato il premier britannico, David Cameron – dimostrare che l’Ue aiuterà l’Ucraina e mandare un messaggio chiaro: le azioni intraprese dalla Russia sono inaccettabili e avranno delle conseguenze”.
La cancelliera tedesca, intanto, ha telefonato al presidente russo. Nella telefonata “si è parlato delle possibili opzioni di aiuti internazionali per normalizzare la situazione in Ucraina”. “Siamo favorevoli ad affidare il dialogo a un gruppo di coordinamento e ci lavoreremo – ha detto la Merkel al vertice Ue -. Ma al momento non possiamo affidarci solo al dialogo diplomatico, parleremo anche di sanzioni”. La Germania, ha aggiunto, “sostiene con forza l’approvazione del pacchetto di aiuti all’Ucraina annunciato dalla Commissione europea”.
Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, fa invece leva sulla necessità di trovare soluzioni pacifiche: l’Ue deve “aiutare l’Ucraina e il suo governo ad affrontare le sfide che ha di fronte. La priorità è di contribuire a una soluzione pacifica alla crisi nel pieno rispetto delle leggi internazionali”.

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