Amianto, nell’Isola 20 mln per sostenerne la rimozione e altri 10 per la trasformazione - QdS

Amianto, nell’Isola 20 mln per sostenerne la rimozione e altri 10 per la trasformazione

Giovanna Naccari

Amianto, nell’Isola 20 mln per sostenerne la rimozione e altri 10 per la trasformazione

giovedì 01 Maggio 2014

Conferenza stampa a Palazzo dei Normanni per illustrare i contenuti della legge recentemente approvata dal Parlamento regionale. Digiacomo: 15mila ammalati. Borsellino: testo di civiltà. Gianni: evitata l’infrazione Ue. Cascio: ora la prima mappa

Palermo – Il dipartimento regionale della Protezione civile avrà l’Ufficio amianto. Una struttura che servirà a coordinare e sensibilizzare gli enti responsabili della salvaguardia della popolazione e del territorio dai rischi di esposizione al pericoloso materiale. è il primo passo previsto dalla legge regionale approvata il 26 marzo dall’Assemblea regionale siciliana, che sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale lunedì 5 maggio.
Oltre 15 mila ammalati e 80 morti l’anno: questi i dati in Sicilia dell’amianto-killer, un materiale che non perdona, se rilascia fibre in condizioni di deterioramento. Una realtà raccontata ieri a Palazzo reale da Pippo Digiacomo, presidente della commissione Servizi sociali e sanitari dell’Ars, che ha illustrato la norma assieme ai deputati Pippo Gianni, Salvatore Cascio e all’assessore alla Salute, Lucia Borsellino.
La Sicilia si dota per la prima volta di una mappa delle aree a rischio, di un’organizzazione per la rimozione del materiale e di un piano di prevenzione che mette in moto la sanità, e anche l’edilizia, per i cantieri che si apriranno in edifici e scuole.
I fondi a disposizione sono comunitari. Al momento sono stati individuati 30 milioni di euro, provenienti dal Pac, Piano di azione e coesione, di cui circa 20 serviranno alle operazioni di rimozione e smaltimento dell’amianto e 10 milioni per il trasferimento e trasformazione in materiale inerte da parte dei Comuni. Tutta la materia sarà seguita da un monitoraggio che, oltre a determinare sanzioni per chi non rispetterà la normativa, verrà divulgato sul web per dare la massima visibilità delle operazioni.
Ad essere coinvolti nella lotta all’amianto saranno gli assessorati regionali Salute, Territorio e Formazione, l’Arpa, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, il servizio sanitario e i Comuni. Tutti i proprietari pubblici e privati di siti, edifici, impianti, mezzi di trasporto, manufatti e materiali che contengono amianto saranno obbligati a darne comunicazione all’Arpa per la classifica del grado di rischio sanitario.
“Con la legge la Sicilia si pone all’avanguardia in Europa – ha detto Pippo Digiacomo, – viene individuato anche un Centro regionale specializzato nella cura delle malattie da esposizione all’amianto che ha anche un risvolto economico per la sanità. I nostri ammalati, infatti, non andranno a curarsi altrove, ma resteranno in Sicilia”.
Per Salvatore Cascio, relatore della legge, “la Sicilia si dota per la prima volta di una mappatura dei siti a rischio amianto, poiché fino ad oggi abbiamo avuto solo stime provvisorie. Importante è inoltre il raccordo tra la commissione dell’Ars e l’assessorato per il monitoraggio degli interventi e del rispetto della norma”.
La legge sull’amianto è “un segno di civiltà” per l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino: “La Sicilia ha evitato il rischio di incorrere nell’infrazione comunitaria – ha affermato – Eravamo sotto osservazione perché l’unica Regione, assieme alla Calabria, a non essersi adeguata agli standard europei. E quando una regione commette un’infrazione, non è solo un problema locale ma di tutto il Paese. La norma infine interviene in un settore che nella cura e prevenzione delle malattie avrà risvolti positivi nella spesa sanitaria”.
Per Pippo Gianni, promotore della legge, “le risorse europee mai utilizzate ci hanno portato al rischio di infrazione”. Ha aggiunto il parlamentare: “Abbiano trovato i fondi comunitari e chiederemo altri 500 milioni nella nuova programmazione da destinare all’edilizia. Ricordiamo che dai primi del Novecento agli anni Novanta per costruire edifici è stato fatto uso di questo materiale. C’è molto da fare, le malattie insorgono e stanno in incubazione per 5, 6 anni. Servono interventi mirati e urgenti”.
 

 
I Comuni dovranno dotarsi di Piani

PALERMO – La commissione Servizi sociali e sanitari in questi giorni esamina le norme presentate dal deputato Pippo Gianni per superare le parti impugnate dal Commissario dello Stato. Si tratta di interventi che riguardano il sistema sanzionatorio dei dirigenti che non attuano la legge e il sostegno alle famiglie ammalate. Con la norma un ruolo determinante lo avranno gli enti locali che dovranno dotarsi di un Piano comunale per l’amianto. Attraverso un bando regionale, le amministrazioni dovranno gestire i fondi ed emanare le ordinanze per consentire ai cittadini di intervenire nelle abitazioni o nelle imprese al fine di rimuovere il materiale.

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