Ars: in primo piano Ddl sulla panificazione - QdS

Ars: in primo piano Ddl sulla panificazione

Raffaella Pessina

Ars: in primo piano Ddl sulla panificazione

martedì 16 Dicembre 2014

Tra gli obiettivi principali disciplinare in materia di orari e requisiti professionali. Regolamentare l’esercizio abusivo anche delle vendite

PALERMO – Riprendono questo pomeriggio i lavori d’Aula dell’Assemblea regionale siciliana con al primo punto all’ordine del giorno il disegno di legge sulle nuove norme in materia di panificazione, presentato a dicembre del 2012 dal Movimento per l’Autonomia e approdato solo adesso, a due anni di distanza per la sua definitiva approvazione, in Aula. Con il documento si intende “intende disciplinare l’attività  di  panificazione in ordine  agli orari e ai requisiti professionali nonché in  relazione  all’esercizio abusivo sia della panificazione sia della vendita”.
 
Non è invece inserita all’ordine del giorno l’elezione di uno dei vicepresidenti dell’Ars. La carica, che dall’inizio della legislatura era stata ricoperta da Salvo Pogliese, poi eletto eurodeputato, sarà assegnata in concomitanza con  il rinnovo delle commissioni legislative parlamentari, cosa che avviene in genere a metà legislatura. Oltre ai disegni di legge, in Aula verranno discusse alcune mozioni, tra le quali quella sulla rimozione del segretario generale della Presidenza della Regione, presentata dal Movimento Cinque Stelle.
 
Oggi si terrà anche la conferenza dei capigruppo durante la quale il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone ha fatto sapere che chiederà al presidente Ardizzone di essere garante della regolarità degli imminenti lavori parlamentari, ad iniziare già dal mutuo. “Vanno evitati, anzi banditi – ha detto Falcone – tutti quei possibili colpi di mano che, in assenza del vaglio preventivo del Commissario dello Stato, qualcuno della maggioranza vorrebbe attuare nei prossimi giorni all’ARS. In un momento così delicato quei pochi disegni di legge su cui saremo chiamati a lavorare vanno apprezzati con la massima attenzione e con la dovuta cautela per evitare contraccolpi disastrosi nei confronti della Sicilia”.
 
E intanto lo scandalo che ha colpito la Capitale ha toccato seppure marginalmente la Sicilia, con una coda polemica. La vicenda riguarda alcune dichiarazioni di  Anna Aloisi, sindaco di Mineo e presidente del consorzio “Calatino terra d’Accoglienza” che gestisce l’attività del Cara di Mineo centro coinvolto nell’inchiesta giudiziaria citata. La Aloisi, nei giorni scorsi, aveva affermato di ritenere opportuno inviare gli atti sul Cara di Mineo alla Commissione nazionale antimafia, anziché a quella regionale, vista “la prossimità tra il presidente Nello Musumeci e il mio concorrente alle ultime elezioni”.
 
Immediata la risposta del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone: “Il presidente della Commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, ha un profilo istituzionale inconfutabile. Piuttosto che pensare a delegittimarne il ruolo – ha dichiarato Ardizzone – il sindaco di Mineo collabori e si presenti in Commissione, che è anche la sede opportuna per chiarire i motivi per i quali ha disertato la precedente convocazione dello scorso febbraio. Tra l’altro, la decisione di ascoltarlo è stata presa all’unanimità dalla Commissione”.

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