Morti sul lavoro, la Sicilia è quarta: indice incidenza 25 contro 16 - QdS

Morti sul lavoro, la Sicilia è quarta: indice incidenza 25 contro 16

Adriano Agatino Zuccaro

Morti sul lavoro, la Sicilia è quarta: indice incidenza 25 contro 16

martedì 15 Settembre 2015

Osservatorio Vega Engineering su dati Inail: la Sicilia conta 33 decessi nel I semestre 2015. Palermo al 3° posto con 10 morti. Segue Napoli, Roma e Milano. Nessuno a Catania

PALERMO – Le denunce d’infortunio sul lavoro con esito mortale nel nostro Paese sono state 490 nei primi sei mesi del 2015. Nel 2014, nello stesso semestre, sono state 457.
Quasi un anno fa (il 12 ottobre 2014, in occasione della 64/a Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro) l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva parlato di un numero delle invalidità permanenti e degli incidenti mortali causato dal mancato rispetto di norme esistenti “inaccettabile”.
Il Capo dello Stato aveva inoltre dichiarato: “Il mancato rispetto delle norme sul lavoro contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità e della integrità della persona umana, costituzionalmente garantita”. Nonostante la dura condanna espressa da Napolitano, il nostro Paese continua a pagare un prezzo troppo alto in termini d’incidenti mortali sul lavoro, molti dei quali si registrano al Sud ed in particolare in Sicilia.
Della scorsa settimana la notizia del grave incidente alla raffineria Eni Versalis di Priolo in provincia di Siracusa in cui hanno perso la vita due operai precipitando da un pontile mentre stavano lavorando per una ditta metalmeccanica dell’indotto dello stabilimento.
La nostra Isola è la prima regione del Sud per numero di morti bianche nel primo semestre 2015: 33 i decessi sui 361 rilevati in tutto il Paese (con l’esclusione degli infortuni in itinere).
 
Tale bilancio emerge dai dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, sulla base di dati Inail. A livello nazionale la Sicilia si piazza al terzo posto per numero di vittime dopo Lombardia (53) e Toscana (38) ma con un indice di incidenza sugli occupati (numero di infortuni mortali ogni milione di occupati) più alto rispetto a quest’ultime regioni. Ci troviamo, infatti, al 4° posto per incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa con un indice pari a 25 contro una media nazionale di 16,1. “Si tratta di un indicatore davvero importante – fanno sapere dall’Osservatorio – che aiuta a definire ancor più nitidamente quanto sia elevato il rischio di morte tra i lavoratori siciliani”. Peggio di noi solo la Basilicata con un indice pari a 33,3, l’Abruzzo (30,6) e l’Umbria (25,1). Nessun caso registrato in Valle d’Aosta e indice molto basso in Sardegna (9,1%).
Palermo è la provincia che continua a far emergere il dato più allarmante della regione con 10 decessi e che pone il capoluogo siciliano al terzo posto della graduatoria nazionale delle province maggiormente colpite dalle morti verificatesi in occasione di lavoro – insieme a Napoli – e dopo Roma (18 vittime) e Milano (16). Mentre sono 6 gli infortuni mortali in provincia di Messina, 4 quelli registrati a Ragusa, Trapani e Caltanissetta, due ad Enna ed Agrigento, uno a Siracusa e nessuno a Catania.
 

 
Soprattutto nei settori dell’edile e dei trasporti
 
PALERMO – Il settore economico delle costruzioni è quello che fa registrare il maggior numero di morti sul lavoro: ben 43 casi che rappresentano l’11,9% del totale. Segue il settore “trasporto e magazzinaggio” e le attività manifatturiere con 39 casi ciascuno (10,8% del totale). Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli fa registrare 27 casi (7,5% del totale). Il vero primato spetta, purtroppo, a quei casi di morte che non sono collocabili all’interno di un settore e restano “non determinate”: 156 casi pari al 43,2% del totale. Gli uomini continuano a morire in percentuali molto maggiori rispetto alle donne ( 93,9%  maschi, 6,1% donne). Il numero di decessi maggiori si è verificato tra lavoratori di età compresa tra i 45 e i 54 anni (131 casi pari al 36,3% del totale) e tra i lavoratori di età compresa tra i 55 e i 64 anni (91 casi pari al 25,2% del totale). Il minor numero di casi (15) si registrano tra i 15 e il 24 anni anche per il numero basso di occupato.
Tra i citati 361 casi di morte sul lavoro si registrano 306 decessi di lavoratori italiani (84,8%) e 55 di lavoratori stranieri (15,2%). Gli infortunati stranieri provengono in massima parte dalla Romania (18), 5 dal Marocco, 4 dalle Filippine, 3 dall’Albania.

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