Il Governo spinge la ripresa indebitandosi - QdS

Il Governo spinge la ripresa indebitandosi

Carlo Alberto Tregua

Il Governo spinge la ripresa indebitandosi

martedì 20 Ottobre 2015

Legge di Stabilità, vizi e virtù

Il DdL denominato Legge di Stabilità è stato approvato dal Consiglio dei ministri, giovedì 15 ottobre, ed inviato alla Commissione europea, come d’obbligo, entro le ore 24 dello stesso giorno.
Non c’è ancora la disponibilità del testo, cosicché possiamo esprimere un’opinione di massima in base a informazioni e testi di agenzia. Tuttavia, si possono fare le seguenti considerazioni.
La prima riguarda la decisione del Governo di aumentare il deficit 2016  di 13 miliardi, i quali concorrono alla cancellazione di aumento di accise e Iva per 17 miliardi. L’operazione non è indolore perché significa scaricare sulle future generazioni ulteriori 13 miliardi di debito, come minimo.
La seconda considerazione riguarda la spending review che dai 30 miliardi di Carlo Cottarelli, si è ridotta al topolino di appena 5,5 miliardi. Ed è questo il vulnus più grosso della manovra. Quando Renzi dice meno tasse meno Stato, se non taglia la spesa, lo dice inutilmente.

Il Governo spera di incassare due miliardi dal rientro dei capitali ma questo dipende dalle Direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate, se sapranno verificare le dichiarazioni con buon senso e, sempre nei limiti della legge, consentire il pagamento di imposte e sanzioni.
Un miliardo è previsto dall’aumento del prelievo sui giochi, 600 milioni per il taglio delle Province ma ben 4,9 miliardi per maggiori entrate, quindi, aumento della tassazione.
Da ciò si deduce che la pressione fiscale non diminuisce, come risulta dall’aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) che prevede il 43,7% nel 2015, il 44,2% nel 2016 e il 44,3% nel 2017-’18.
D’altra parte, la cancellazione dell’Imu immobili e agricola, nonché sulla prima casa per tutti, comporta una diminuzione di entrate per cinque miliardi.
Vi sono misure diverse per il Welfare per 3,5 miliardi e incentivi alle imprese per 1,5 miliardi, ma la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di 8.060 è stata  decurtata del 40%.
Il Governo spera di ottenere dalla Commissione europea l’ulteriore possibilità di indebitarsi per 3,3 miliardi, in modo da coprire pari esborso per la gestione dei migranti.
 

Stupisce in questa Legge di Stabilità il fatto di non avere previsto l’aumento della spesa in conto capitale,  cioè quella per gli investimenti che, sempre secondo il Def, passa da 64 miliardi del 2015 a 62 nel 2016 a 58 nel 2017 e a 57 nel 2019, mentre tale spesa doveva essere decuplicata sottraendola a quella cattiva.
Fra gli elementi positivi, vanno elencati gli sgravi sul salario aggiuntivo di produttività, il miglioramento dei minimi professionali, il bonus ammortamento e le agevolazioni per l’edilizia.
Fra gli elementi negativi, l’incapacità di tagliare una parte dell’elevata spesa corrente, l’aumento del debito pubblico e il mancato varo di un piano di infrastrutture per il Sud, fra cui il Ponte sullo Stretto. Quelle infrastrutture assolutamente indispensabili per dare una sferzata alla depressione e consentire la rinascita di tutto il Meridione.
Così facendo, si allontanano il pareggio di bilancio, di cui al quarto comma dell’articolo 81 della Costituzione, lo stop all’aumento del debito pubblico, l’accelerazione della crescita conseguente all’aumento della spesa per opere pubbliche, nonché quell’ulteriore spinta che la ripresa dovrebbe ricevere dal coordinamento dei fattori elencati prima .

Il peggio è non aver messo in piedi un piano per rivoltare da capo a piedi la Pubblica amministrazione, la quale ha la responsabilità di un andamento negativo dei servizi pubblici, ingarbugliati da procedure farraginose, che non consentono a cittadini e imprese di muoversi con la rapidità media europea, per cui l’andamento è lento.
La burocrazia ha soffocato (e continua a soffocare) l’economia e non consente la concorrenza perché priva di produttività. Inoltre, essa costa alla fiscalità generale una cifra sproporzionata a quanto i cittadini dovrebbero ricevere in concambio di quanto spendono.
Nel complesso la Legge di Stabilità può dare buoni risultati a condizione, però, che nel suo iter approvativo delle Camere non venga stravolta la filosofia per effetto delle lobbies che vorranno evitare i tagli o aggiungere orpelli utili a soddisfare la loro famelicità.

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