Regione siciliana, casse vuote e liti con lo Stato - QdS

Regione siciliana, casse vuote e liti con lo Stato

Raffaella Pessina

Regione siciliana, casse vuote e liti con lo Stato

sabato 05 Dicembre 2015

Mancata restituzione imposte, mancati rimborsi sisma ‘90: gli scippi di Roma. Berretta, Padua e Zappulla (Pd) lanciano pesanti accuse. Nel frattempo infuria la polemica sulle parole usate da Roberto Vecchioni

La Regione Sicilia è in lotta perenne per ottenere riconosciuti i propri diritti nei confronti dello Stato, anche sotto il profilo delle tasse.
Questa volta sono stati alcuni parlamentari siciliani che sono in forze al Pd alla Camera dei Deputati: Giuseppe Berretta, Venera Padua e Giuseppe Zappulla. I tre parlamentari nazionali lamentano che “è trascorso quasi un anno dall’approvazione della Legge di Stabilità 2015 in cui era stata approvata la norma che avrebbe potuto e dovuto stabilire la restituzione delle imposte pagate in eccesso dai cittadini delle province di Catania, Siracusa e Ragusa colpiti dal sisma del dicembre del 1990. Una norma che però – dicono i tre parlamentari –  non ha avuto piena applicazione, tradendo così le legittime aspettative dei contribuenti che attendono da alcuni lustri la restituzione di quanto indebitamente versato”.
La protesta si riferisce alla decisione dell’Agenzia delle Entrate di bloccare di fatto la restituzione dei rimborsi per il sisma del ‘90. La restituzione, secondo la norma approvata, dava diritto alla restituzione a patto che fosse stata presentata regolare istanza. A tal fine, era stata stanziata una prima somma di 90 milioni di euro, rinviando ad un decreto del Ministero dell’Economia e Finanze la specificazione dei criteri di assegnazione delle somme”. “Nonostante le nostre pressioni e i molteplici incontri in sede tecnica e politica – hanno dichiarato i tre parlamentari – il decreto non è stato adottato dal Mef (Ministero delle finanze) e l’Agenzia delle Entrate ritarda l’esame delle pratiche di rimborso, costringendo i contribuenti a proseguire il contenzioso, con gravi ripercussioni sul corretto funzionamento degli uffici e delle Commissioni Tributarie competenti, letteralmente sommerse dalle cause in materia di sisma ‘90”. La Cassazione con l’ordinanza n. 18179 ha stabilito che chi ha versato più del dieci per cento ha diritto al rimborso, siano essi imprese o dipendenti. “Se tale disposizione non verrà applicata – hanno avvertito i tre parlamentari – il Mef si assumerà la responsabilità di avere leso un diritto sancito dalle norme. Pertanto non ci fermeremo e utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, anche legislativi, rilanciando il disegno di legge organico sulla materia già presentato nel 2013”.
A proposito di diritti lesi è di ieri la polemica scoppiata per la provocazione del professore Roberto Vecchioni. Il cantautore mentre partecipava ad una tavola rotonda sull’educazione nell’aula Magna della facoltà di ingegneria dell’Università di Palermo, ha fatto un intervento durissimo e provocatorio: “Sei un’isola di m….”.
 
Ascolta l’audio dell’intervento (repubblica.it)
 
“Persone senza casco – ha detto –  ovunque macchine in seconda e terza fila, per passare si fa una fatica tremenda… è inutile che ti mascheri dietro il fatto che tu hai il mare più bello del mondo, non basta, scusate, non basta”. La sua l’ha definita una provocazione d’amore, ma c’è chi non l’ha gradita come il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari che ha definito le parole di Vecchioni “sproloqui volgari contro uno dei fari della civiltà e della cultura europea e mediterranea”. Ma Vecchioni ha ribadito di non amare una Sicilia che non si difende. “Non la amo per una ragione fondamentale: i siciliani sono la razza più intelligente al mondo ma si buttano via così. Non lo sopporto che la Sicilia non sia all’altezza di se stessa”.
Opinioni contrastanti sui social per le dure dichiarazioni, c’è infatti chi lo ha difeso e chi ha brontolato per insulti gratuiti.
Dalla parte di Vecchioni si è schierato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che in una nota ha spiegato che “Roberto Vecchioni conferma di essere un grande amico della Sicilia e dei siciliani. Con le sue parole ci ha ricordato che la Sicilia merita molto di più e molto di meglio di ciò che ha oggi. Chi punta l’attenzione su alcune parole forti e colorite usate dal cantautore fa come chi, davanti al dito che indica la luna, si concentra sul dito. Roberto Vecchioni ci ha ricordato che tutta la Sicilia è davanti ad un bivio e che prendere la strada giusta o sbagliata dipende soprattutto dai Siciliani".

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