Almaviva, specchio della crisi dei call center - QdS

Almaviva, specchio della crisi dei call center

redazione

Almaviva, specchio della crisi dei call center

venerdì 28 Ottobre 2016

La società: nuovo contesto mercato per alternative a licenziamenti. Iniziative del Governo per salvare posti di lavoro

ROMA – “La collocazione di Almaviva Contact in un rinnovato contesto di mercato, per individuare alternative alla procedura di licenziamento collettivo in corso, non può che passare per scelte condivise di forte discontinuità”. È quanto afferma in una nota la stessa società, che all’inizio di ottobre ha annunciato oltre 2.500 esuberi, premettendo che “guarda con grande attenzione alla posizione assunta dal Governo ed alle iniziative che sta mettendo in campo per affrontare la crisi strutturale in cui versa il settore dei call center”.
Orientamenti, auspica Almaviva Contact, ieri al tavolo al Mise, “in grado di garantire l’integrale rispetto delle regole a partire dalle norme sulla delocalizzazione delle attività nei paesi extra Ue, di assicurare effettivo contrasto ai più gravi fenomeni distorsivi dovuti a tariffe sotto il mero costo del lavoro, di produrre effetti reali sul mercato di riferimento tuttora fortemente fuori equilibrio”. La società sottolinea di aver visto “negli ultimi quattro anni il dimezzamento dei propri ricavi, in gran parte delocalizzati da altre aziende in ambito extra Ue, con una struttura produttiva di fatto inalterata (oltre 9.000 persone di cui circa 8.000 assunte a tempo indeterminato) e perdite molto rilevanti e costantemente in aumento”. Una condizione, dice, “non più sostenibile con il continuo supporto degli azionisti e delle altre società del Gruppo, che obbliga gli amministratori ad agire con immediatezza per la messa in sicurezza delle attività e del maggior numero possibile dei lavoratori”.
Dunque, “la collocazione di Almaviva Contact in un rinnovato contesto di mercato, per individuare alternative alla procedura di licenziamento collettivo in corso, non può che passare per scelte condivise di forte discontinuità. Un quadro di azioni coerente, a supporto della fase transitoria, che fino al raggiungimento dell’equilibrio economico preveda la sospensione di alcune componenti del costo del lavoro; percorsi formativi di riqualificazione verso altri ambiti produttivi; piani d’esodo incentivato di lungo periodo; pronta attuazione dell’intesa sul versante della qualità e produttività individuale; investimenti tecnologici funzionali ai nuovi modelli operativi”. è “arrivato il momento in cui di fronte a crisi di mercato conclamate, solo negli ultimi 18 mesi oltre 15 società del settore hanno terminato le proprie attività, tutti i soggetti in campo devono scegliere se rispondere con politiche di assistenzialismo tanto inutili quanto dannose o con percorsi industriali diversi e partecipativi”, conclude Almaviva.
“Apprezziamo il ragionamento di apertura e sforzo che sta compiendo il governo sugli aspetti generali di settore, mentre sulla vicenda aziendale c’è stato un inizio di ragionamento di merito da parte dell’amministratore delegato, Andrea Antonelli che però non condividiamo assolutamente”, è la replica di Pierpaolo Mischi, segretario nazionale Uilcom. I sindacati sono contrari alla linea assunta da Almaviva.

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