Mancano le lenzuola? Destituire il direttore - QdS

Mancano le lenzuola? Destituire il direttore

Carlo Alberto Tregua

Mancano le lenzuola? Destituire il direttore

martedì 16 Febbraio 2010

Applicare subito il principio di responsabilità

Se un giornalista scrive dei fatti non riscontrati che ledono l’onorabilità di un cittadino, questi può chiedere risarcimento in sede civile o presentare una querela. Ma non risponde solo il giornalista, è chiamato in causa anche il direttore del foglio. Il principio di responsabilità oggettiva è conosciuto e osservato ovunque tranne che nella Pubblica amministrazione.
È notizia di questi giorni che all’Ospedale dei Bambini “Di Cristina”, che fa parte dell’Azienda  Civico di Palermo, sono mancate le lenzuola col rischio di infezioni e contagi. L’Ufficio stampa dell’assessorato regionale alla Salute ha fatto sapere che il titolare era furibondo, che ha aperto un’inchiesta, ma non ha compiuto il gesto esemplare di sospendere dalle funzioni e dallo stipendio il direttore generale.
I bizantinismi italiani e meridionali della Pubblica amministrazione hanno diffuso la più completa irresponsabilità dei dirigenti, tra l’altro destinanari di cospicui stipendi cui non corrispondono i doveri di organizzazione, efficienza ed efficacia.

I dirigenti, infatti, dovrebbero, appena insediati, stilare un Piano industriale da presentare al loro referente politico, sulla base di un indirizzo che è proprio compito dello stesso.
Il Piano industriale deve prevedere le figure professionali (qualità e quantità), la migliore organizzazione, i compiti precisi affidati a ogni dipendente con carico di lavoro, i costi standard, gli standard di efficienza e, infine, un rigoroso sistema di controllo informatico effettuato da un corpo ispettivo che tenga tutti i responsabili di servizi, di area, di settori, sotto controllo. Senza la minima possibilità di sgarrare.
Invece questo non accade, con la conseguenza che nelle strutture pubbliche ognuno fa quello che vuole, non risponde a nessuno e le assenze e le negligenze si moltiplicano a danno dei cittadini che sono, da un canto, i datori di lavoro di dirigenti e dipendenti pubblici e, dall’altro, beneficiari dei servizi prodotti dalla Pubblica amministrazione.
Abbiamo notizia che, qualche giorno fa, il Comune di Roma ha rimosso il dirigente dell’Ufficio condono edilizio, il quale doveva garantire maggiore efficienza allo stesso. Non ha raggiunto il risultato ed è stato tolto immediatamente del suo ufficio.

 
In Sicilia, il ceto politico, che ha la più alta responsabilità di conduzione della Cosa pubblica, avendone ricevuto mandato dai cittadini, deve dare dei segnali forti all’apparato amministrativo, che, in base alla Legge 10/2000 ha l’autonomia per eseguire l’indirizzo ricevuto. È lo stesso ceto politico regionale che – appena un dirigente generale, di dipartimento regionale, di Azienda ospedaliera, di Azienda sanitaria provinciale o di altro ente va fuori dai binari del Piano industriale e non controlla i propri dipendenti e il proprio andamento finanziario –  deve rimuoverlo ipso facto, senza tentennamenti, senza se e senza ma.
La domanda che si devono porre gli assessori regionali, nella sua essenza, è la seguente: il servizio funziona o non funzione? Nel primo caso la fiducia e gli emolumenti al dirigente sono dovuti, nel secondo caso il dirigente perde la fiducia e va rimosso. Non è possibile assistere a casi di malasanità, a disfunzioni degli assessorati regionali, a incapacità di chiudere rapidamente procedimenti senza che nessuno paghi in maniera esemplare ed evidente davanti ai cittadini.

L’andazzo che dura da sessant’anni, sotto l’impronta faresaica di una parte cattiva della Democrazia cristiana, coadiuvata da altre parti cattive dei partiti satelliti, ha creato lo sfascio di una magnifica regione sol che fosse stata sostenuta da un’azione intelligente e professionale. È ora di dire basta, applicando rigorosamente e tempestivamente i principi di responsabilità e di merito. Chi fa bene va premiato davanti alla collettività siciliana, chi fa male va revocato in modo che tutti i cittadini possano capire che il Governo adotta tolleranza zero di fronte a una classe dirigente e burocratica che guadagna molto ma rende poco.
Dentro quella classe dirigente e burocratica, per fortuna, vi sono tante valorose persone, integerrime e moralmente sane, che vanno sostenute e a cui vanno attribuiti gli incarichi più delicati. Gli altri devono essere mandati a scopare il mare.

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