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Messina – MessinaServizi: piano per un futuro che potrebbe non concretizzarsi mai

Lina Bruno

Messina – MessinaServizi: piano per un futuro che potrebbe non concretizzarsi mai

venerdì 08 Marzo 2019

Obiettivo differenziata al 65% tra programmazione, investimenti e nuova dotazione organica. Sulla società pesa l’ipotesi liquidazione, su cui dovrà esprimersi il Consiglio comunale

MESSINA – Una società che prosegue nella sua programmazione, anche se un futuro potrebbe non averlo. Il presidente del Cda della MessinaServizi Bene comune e dg facente funzioni, Pippo Lombardo, ha sempre sottolineato che nella sua azione non si sarebbe fatto condizionare dal rischio della liquidazione che incombe sulla società (liquidazione chiesta dall’Amministrazione dopo i due pareri della Corte dei Conti e del segretario generale del Comune, che ritengono che si debba applicare la legge Madia).
 
Dopo il fallimento di MessinAmbiente, infatti, la norma obbligherebbe il Comune, per 5 anni, a non aprire altre società con le sue stesse finalità. Ma il Consiglio comunale, chiamato a esprimersi sulla questione, ha sospeso ogni decisione in attesa di ulteriori approfondimenti.
 
Come sottolineato da Lombardo, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha bisogno di programmazione e investimenti, se entro l’estate si vuole raggiungere il 65% di differenziata (adesso poco più del 20%). Da qui una serie di atti intrapresi per fare uscire la società dal caos organizzativo. Intanto, c’è stato il via libera per il Piano economico e finanziario 2019, con il bilancio di previsione 2019/2021 che ha consentito di destinare più risorse a noleggi e acquisti e meno a manutenzioni. È stato anche previsto un milione di euro per attività di monitoraggio e sorveglianza, con l’istallazione di videocamere e l’impiego di oltre 300 ispettori ambientali. È stato inoltre confermato il premio di produttività di 10 milioni per l’obiettivo del 65% di differenziata al 31 luglio. E sempre per la gestione del nuovo servizio integrato dei rifiuti sono state aumentate e rimodulate le unità in servizio.
 
Dopo una serie di riunioni con le organizzazioni sindacali è stato poi dato il via libera alla pianta organica, con soddisfazione di Lombardo che ha voluto che passasse il principio “meno dipendenti in ufficio e più operatori in strada”. Il presidente e dg della partecipata ha raggiunto così l’obiettivo che si prefissava e cioè di diminuire di 12 unità gli amministrativi – da 62 a 50 – senza comunque prevedere licenziamenti. Le 12 unità in esubero saranno infatti mantenute all’interno dell’azienda fino al 31 dicembre 2019, assorbite entro l’attivazione della nuova pianta organica, attraverso procedure di incentivo alla quiescenza, mobilità e riconversione.
 
La dotazione organica prevede invece un rafforzamento delle unità operative, con 40 assunzioni che serviranno a potenziare il nuovo servizio di raccolta e spazzamento integrato: sono previste 468 unità, su 544 del complessivo organico, dislocate in 3 aree a loro volta divise in 4 zone per un totale di 12 zone di 20mila abitanti.
 
Unici a non firmare l’accordo sul personale sono stati i rappresentanti della Uil, in quanto il prospetto presentato non fotograferebbe l’esatta situazione in merito alle posizioni e mansioni dei singoli lavoratori.
 
Nel frattempo, è in corso la procedura di gara, con l’apertura delle buste, per l’affitto di 111 automezzi e nove spazzatrici per due anni, rinnovabili per altri due, per un valore dell’appalto di oltre 5milioni di euro. Nel parco mezzi risiede la maggiore criticità operativa di MessinaServizi e con il noleggio si potrà sostituire oltre il 50% dei veicoli ormai obsoleti. Il secondo bando riguarda l’acquisto di 350 mila pezzi tra contenitori vari e cassoni per il porta a porta integrale per un complessivo di 4 milioni 600 mila euro. Inevitabili ritardi si stanno registrando sul cronoprogramma, già con un primo rinvio dell’apertura delle buste del primo bando.
 
Infine, da maggio a giugno dovrebbero essere consegnati i kit per il porta a porta nei sei i quartieri cittadini. Contestualmente, si dovrebbero eliminare tutti i cassonetti dalle strade e alla fine di luglio si dovrebbe avere il 65% di differenziata. Il condizionale è d’obbligo, perché lo stesso Lombardo ha ammesso che se uno degli ingranaggi dovesse incepparsi, magari con qualche ricorso, chiaramente tutte le previsioni dovranno essere riconsiderate.

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