Servizi pubblici locali, le città siciliane tra le più care d’Italia - QdS

Servizi pubblici locali, le città siciliane tra le più care d’Italia

Servizi pubblici locali, le città siciliane tra le più care d’Italia

sabato 09 Maggio 2009

Dati del ministero dello Sviluppo economico e Cnel. Codacons: “Potere d’acquisto distrutto in 7 anni”. Palermo subito dopo Cagliari, Messina e Catania quinta e sesta rispettivamente

CATANIA – “In sette anni in Italia sono andati in fumo a causa dei rincari e delle speculazioni 213,4 miliardi di euro, una cifra spaventosa che ha progressivamente distrutto il potere d’acquisto dei cittadini e che oggi si riflette sui consumi, oramai al palo”. Lo afferma il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi, che annuncia l’avvio di una “crociata contro il caro prezzo in tempi di crisi”.

Tanasi evidenzia “il rischio concreto per migliaia di famiglie della bancarotta e dell’ingresso nella fascia di povertà” se non si interverrà subito con “interventi concreti ed efficaci come la riduzione generalizzata del 20% dei dei listini e rateizzazione delle tasse per i ceti medio/bassi”.

Tra gli interventi da mettere in campo per “consentire risparmi immediati e reali alle famiglie” Tanasi indica il rafforzamento di Mr Prezzi, la creazione di un Dipartimento dedicato ai consumatori, la liberalizzare dei saldi, l’indicazione del prezzo all’origine, al dettaglio e all’ingrosso sui prodotti dell’ortofrutta e un rafforzamento di autorità come Antitrust e Agcom.
A proposito: è Cagliari la capitale del caro-tariffe, seguono Palermo e Genova. Sono queste le città dove i servizi pubblici locali registrano i prezzi più alti. Nel capoluogo sardo i cittadini arrivano a pagare 3.237 euro l’anno, il 14,9% in più della media (2.813 euro l’anno). La più economica è invece Venezia, seguita da Bari e Trieste. Nella città lagunare energia, acqua, trasporti costano il 7% in meno della media e una famiglia tipo spende 2.598 euro annui.

è la graduatoria elaborata dal ministero dello Sviluppo Economico e dal Cnel, che hanno firmato un’intesa per dare vita a un osservatorio comune per il monitoraggio delle tariffe locali. L’indagine, che si basa su dati raccolti nel corso del 2007 in 201 Comuni, ha rilevato una forte variabilità dei prezzi per diversi servizi essenziali. Il costo dell’energia (gas ed elettricità) tocca – per esempio – il picco a Cagliari, con 2.113 euro annui, e il punto più basso a Bari, con 1.364 euro. Oscillano anche le tariffe sull’acqua, dal massimo registrato a Genova (385 euro), al minimo di Milano, con 103 euro annui.
Gli asili nido più cari sono quelli di Torino (346 euro all’anno), i più convenienti quelli di Napoli, che fanno registrare una spesa media di 100 euro. E ancora: gli abbonamenti mensili al trasporto urbano più costosi sono quelli di Cagliari, i più economici invece si comprano a Messina, dove costano il 70% in meno.

Secondo il garante per la sorveglianza dei prezzi, Luigi Mastrobuono, “l’analisi delle differenze consente di individuare le aree critiche e suscettibili di miglioramenti”, visto che spesso la tariffa alta fa il paio con il servizio peggiore. Ad esempio, come ha spiegato il presidente dell’Autorità dell’Energia, Alessandro Ortis, “su Cagliari pesa molto il costo del gas, perché, a causa di problemi logistici, viene utilizzato il Gpl invece del metano naturale”.

L’insularità è uno dei fattori che più incide sul caro tariffa, ma a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, visto che il Mezzogiorno registra l’inflazione più alta, non c’é uno spartiacque tra Nord e Sud. Ciò che più influenza le oscillazioni nei prezzi è il deficit di concorrenza: Ortis ha fatto notare come il settore più liberalizzato, l’elettrico, sia anche quello caratterizzato da prezzi più omogenei. La spesa per servizi pubblici locali, (energia, acqua, trasporto) pesa sul bilancio familiare in media per il 10,5%: una famiglia tipo sborsa 2.816 euro all’anno. Ma il costo dei servizi varia nettamente a seconda della città in cui si risiede.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017