Qualità dei servizi in Sicilia sotto la media - QdS

Qualità dei servizi in Sicilia sotto la media

Salvatore Sacco

Qualità dei servizi in Sicilia sotto la media

giovedì 24 Giugno 2010

Le otto Regioni del Mezzogiorno a confronto sul raggiungimento degli “Obiettivi di servizio” previsti dal Quadro strategico nazionale. Sotto esame: istruzione, servizi di cura per anziani e infanzia, gestione dei rifiuti urbani e servizio idrico

PALERMO – Quando si misura la competitività dei singoli sistemi regionali, solitamente la Sicilia non ne esce bene. È andata così anche nel caso della verifica intermedia sui progressi delle regioni del Mezzogiorno riguardo al meccanismo premiale degli Obiettivi di servizio previsto dall’ ultimo Quadro Strategico Nazionale (Qsn).
Tale verifica è stata effettuata dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello Sviluppo economico ed è stato reso pubblico in un recente documento (“Stato di avanzamento degli Obiettivi di Servizio e Istruttoria per l’attribuzione dei premi intermedi, Prima Relazione al Comitato Nazionale Coordinamento e Sorveglianza Politica Regionale Unitaria“ Febbraio 2010)  il calcolo è stato fatto con i dati disponibili al novembre  2009.
Va rilevato che il sistema degli obiettivi di servizio rappresenta una modalità innovativa di programmazione orientata ai risultati, che prevede sostanzialmente quattro ambiti (istruzione, servizi di cura per anziani e per l’infanzia, gestione dei rifiuti urbani e servizio idrico integrato) sui quali le otto Regioni del Mezzogiorno hanno concordato di confrontarsi. Al sistema è associato un meccanismo incentivante, che prevede premi per un ammontare complessivo di 3 miliardi di Euro a valere sul Fondo Aree Sottoutilizzate.
 
I premi sono legati al raggiungimento nel 2013 dei target fissati per gli 11 indicatori rappresentativi dei quattro ambiti di servizio. Per la Sicilia, erano previste risorse premiali per circa 702 milioni di euro, di cui la metà anticipabili , in caso di raggiungimento dei risultati previsti, già al 2009, previa, appunto, la così detta “verifica intermedia”. 
Ciascuna regione doveva predisporre un “Piano d’azione” per stilare le attività da promuovere per il conseguimento degli obiettivi corredato dai relativi mezzi finanziari . Sotto questo aspetto un tale strumento poteva essere uno stimolo per l’efficacia delle stesse politiche per lo sviluppo.
La verifica intermedia è stata effettuata per nove degli 11 indicatori previsti e, specificamente:  abbandono scolastico dei giovani, presa in carico degli anziani per assistenza domiciliare, raccolta differenziata, smaltimento rifiuti urbani, efficienza nella distribuzione dell’ acqua, popolazione servita da depurazione, diffusione dei servizi per l’infanzia e presa in carico degli utenti dei servizi per l’infanzia.
In base ai dati della verifica intermedia, per la Sicilia si è avuto un miglioramento in tutti gli indicatori, ad eccezione di quello riguardante l’utilizzo delle strutture per l’infanzia; tuttavia tali miglioramenti non sono stati sufficienti a far allineare  le risorse premiali attribuite alla regione a quelle mediamente ottenute dalle altre regioni: alla Sicilia, infatti è stato attribuito solo il 30% delle risorse premiali potenzialmente attribuibili,  mentre la media di tutte le regioni è pari al 43%, collocando così la nostra regione all’ ultimo posto di questa graduatoria che vede ai primi posti  la Sardegna con il 63% e la Calabria con 60%, mentre le altre due grandi regioni Campania  e Puglia arrivano, rispettivamente, al 42 ed al 34%.
 

 
La Sicilia è la Regione che ha stanziato la quota più esigua di risorse rispetto ai premi attribuiti
 
C’è da evidenziare, comunque, che nell’anno di riferimento, ovvero l’anno rispetto al quale vengono valutati i progressi, la Sicilia si trovava già una situazione di svantaggio rispetto alle altre regioni sud insulari, scontando la massima distanza dagli obiettivi in quattro dei nove indicatori considerati (abbandono scolastico dei giovani, presa in carico degli anziani per assistenza domiciliare, smaltimento rifiuti urbani, popolazione servita da depurazione); ciò però non basta a giustificare la maggiore inerzia della nostra  regione rispetto alle altre, anche perché erano previsti meccanismi compensativi di tali svantaggi, anche se solo parziali.
Va evidenziato inoltre che, secondo le indicazioni fornite nella Relazione annuale della Banca d’Italia in base ai dati desunti dagli stessi piani d’azione regionali,  la Sicilia è la regione che ha stanziato la quota più esigua di risorse regionali in proporzione alle risorse premiali attribuite dal Qsn, infatti le risorse della Regione Sicilia ammontano a circa il 90%  di quelle premiali, mentre per le altre regioni sud insulari vanno dal 150 % del Molise al circa 500% della Calabria, mentre per la Campania e la Puglia sono pari a circa il 250%.
Due volte ultimi, dunque. Vista la situazione non certo felice di partenza, forse sarebbe il caso che chi di dovere inizi a pensare a rimboccarsi un po’ più le maniche, per evitare di finire ancora più in castigo nel fatidico 2013.

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