Protestano, infatti, i sei lavoratori stagionali a oggi rimasti fuori dalla pianta organica. Nei giorni scorsi hanno tenuto un sit-in davanti il Grand Hotel. Chiedono di essere assunti il prima possibile. A loro fianco la Cgil.
“Salvare le Terme dal fallimento – sottolinea il segretario Franco Zammuto – ha un senso solo se la loro permanenza rappresenta garanzia di lavoro, ulteriore occupazione e sviluppo”.
“In vista dell’affidamento delle Terme ai privati – continua Zammuto – la loro assunzione potrebbe essere un investimento utile, e non rappresenterebbe un impegno di spesa importante, nella misura in cui questi lavoratori venissero utilizzati per compiti volti a restituire valore, decoro e dignità a un complesso che mostra evidenti segni di degrado incuria e abbandono”.
In parole povere, per la Cgil, che comunque loda la gestione Turriciano, “le loro prestazioni potrebbero servire per rendere più appetibile l’interesse di quanti vorranno partecipare al bando di gara che la Regione dovrebbe emanare nei prossimi mesi”.
Anche il sindaco Vito Bono ha cercato di fare da mediatore, chiamando Turriciano. Lo ha invitato a “tenere in seria considerazione le richieste di quei lavoratori che hanno già operato negli anni passati nelle strutture della società, compatibilmente con le risorse e le esigenze delle Terme”.
Niente certezze, insomma. Peraltro, l’amministratore esclude fin da subito la possibilità che possano essere assoldati tutti e sei i lavoratori rimasti fuori. La protesta, dunque, è destinata a riesplodere. Gli stagionali senza contratto, che rischiano anche di non ricevere il sussidio di disoccupazione, hanno già fatto sapere di essere pronti a tutto per ottenere un impiego.
I precedenti, tuttavia, non sono favorevoli. Alcuni mesi fa, di fronte alla medesima richiesta del presidente della commissione consiliare Affari generali, Fabrizio Di Paola, Turriciano non solo declinò l’invito, ma non rispose nemmeno. Comportamento che fece arrabbiare diversi consiglieri comunali. Ignazio Bivona, del gruppo d’opposizione Sciacca al Centro, durante una seduta consiliare, attaccò duramente Turriciano, accusandolo di snobbare la massima autorità cittadina.