Dopo che il Piano sui rifiuti non è stato approvato dalla Protezione Civile perché è stato ritenuto incompleto, un nuovo piano è allo studio in Commissione. Tale problema è stato al centro di una tavola rotonda tenutasi il 15 dicembre presso la sala conferenze della Presidenza della Regione siciliana, in via Magliocco 7 a Palermo, intitolata “La gestione integrata dei rifiuti in Sicilia: un nuovo piano per la svolta?”.
Un’idea proposta è stata di realizzare impianti di trattamento meccanico biologico integrati con impianti di estrusione a freddo, così da consentire in un breve periodo, in alternativa alla produzione di Cdr da bruciare nei cementifici, il recupero e la valorizzazione della quasi totalità delle risorse presenti nella frazione residuale. Gli strumenti, quindi, non mancano, ma per ottenere una politica veramente efficace, è indispensabile ottenere l’appoggio dei cittadini, promuovendo una comunicazione che parta dalle scuole.
Sarebbe un grave errore fare questa scelta non sulla base di ragioni scientifiche ed economiche quanto piuttosto per ragioni politiche.
Le linee guida fatte redigere dal governo Lombardo a una commissione di esperti nel dicembre del 2009, la riforma approvata nell’aprile 2010 e gli stessi lavori della commissione che stava redigendo il piano d’emergenza fino allo stop del governo nazionale, erano arrivati a conclusioni diverse: tra gli scenari alternativi presi in considerazione quello dell’incenerimento in impianti dedicati veniva chiaramente considerato il meno conveniente e si puntava con più convinzione sulla raccolta differenziata spinta, sul trattamento meccanico-biologico ed, eventualmente, sul co-incenerimento in impianti già esistenti (cementerie, industrie di laterizi)”.