Assemblea regionale Pd per trovare l’accordo - QdS

Assemblea regionale Pd per trovare l’accordo

Raffaella Pessina

Assemblea regionale Pd per trovare l’accordo

venerdì 01 Aprile 2011

Il presidente Cascio ha esteso il diritto di tribuna al partito Socialista. Da decidere: se stare o no con il governo Lombardo

PALERMO – La presidenza dell’Ars ha esteso il “diritto di tribuna” anche al Partito socialista italiano. La decisione origina dal fatto che quest’ultimo è presente in nove consigli regionali italiani (Lazio, Marche, Umbria, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Toscana, Emilia-Romagna) e che, quindi, risulta integrare a pieno i requisiti sulla scorta dei quali, nei giorni scorsi, la presidenza ha concesso il diritto di tribuna ad alcune forze politiche che, pur non avendo raggiunto alle ultime elezioni regionali il quorum necessario ad eleggere rappresentanti all’Assemblea regionale siciliana, sono però presenti alla Camera e al Senato o in cinque Consigli regionali.
 
Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, sul punto precisa: “Come ho già detto nel corso della conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa, ritengo opportuno riconoscere ai partiti politici non rappresentati in seno all’Ars, ma che sono, però, espressione di una consistente frazione del corpo elettorale, la possibilità di partecipare all’attività parlamentare e manifestare la propria opinione sulle iniziative legislative oggetto d’esame, entro i limiti consentiti dalle leggi vigenti e dal regolamento interno”. Cascio conclude: “Credo sia corretto, quindi, per non incorrere in ingiuste disparità di trattamento, che, il diritto di tribuna, introdotto in prima istanza su impulso di Idv e Sel, sia riconosciuto, altresì, a tutte quelle realtà che possiedono i requisiti individuati ai fini della sua concessione”. Resta comunque chiaro che questi partiti potranno solo assistere alle sedute d’Aula, ed essere ascoltati in audizione nelle Commissioni, senza nulla togliere ai partiti votati e rappresentanti a Palazzo dei Normanni.
Intanto si discute di bilancio e finanziaria in questi giorni all’Ars, ma non solo. Si parla anche  della possibile decadenza di un deputato. In gioco c’è la poltrona di Santo Catalano, trapanese eletto con l’Mpa e adesso iscritto al gruppo del Pid (entrato a Sala d’Ercole in sostituzione di Fortunato Romano). La vicenda è stata sollevata dal ricorso presentato da Nicola Papa (Mpa), primo dei non eletti. L’aspirante deputato regionale sostiene infatti che Catalano fosse “non candidabile” in seguito a una vicenda giudiziaria. Catalano ha infatti patteggiato una condanna per falso in atto pubblico e, al momento della candidatura, avrebbe dovuto esibire il certificato di riabilitazione. L’interessato ha invece consegnato la dichiarazione della Corte d’Appello di estinzione del reato. La commissione “Verifica poteri” dell’Assemblea regionale si è riunita per discutere il caso e ha chiesto il parere dell’Ordine degli avvocati, secondo cui riabilitazione ed estinzione del reato sono due cose distinte e separate. Catalano ha chiesto tempo per produrre tutta la documentazione a sua “difesa” e la riunione è stata aggiornata a martedì. Senza Catalano il Pid perderebbe un rappresentante e l’Mpa lo guadagnerebbe.
Il 3 aprile si terrà inoltre l’assemblea regionale del Pd in cui si cercherà di  mettere d’accordo le due anime del partito, quella che propende da sempre per il sostegno al governo Lombardo (appoggio esterno, esecutivo tecnico) e l’altra, che ha manifestato dubbi su questa alleanza. Quest’area del Pd, finora minoritaria, ha raccolto più di 300 firme per chiedere un referendum proprio sul sostegno al governo. Mattarella, Crisafulli, Capodicasa e i leader della corrente Innovazione (Papania, Genovese, Cardinale ecc), ritengono che sia di grande rilievo uscire dal governo tecnico, per assumere una responsabilità politica che abbia un peso strategico sul futuro del Pd siciliano. Secondo il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici la questione va affrontata e risolta ma non immediatamente, anche perché ci sono le amministrative di mezzo e occorre unità d’intenti.

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